fbpx
Generic filters
Parola esatta ...
Cerca nei titolo
Search in excerpt
Filtra per categoria
Codice Civile
Codice Penale

Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Sospensione patente di guida, opposizione esperibile

In tema di sanzioni amministrative per violazioni del codice della strada, l’opposizione giurisdizionale, nelle forme previste dagli artt.

Continua »
Decurtazione del punteggio della patente

Per quanto attiene alla decurtazione del punteggio della patente che ai sensi dell’art. Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 13 marzo 2012, n. 3936

Continua »
Decurtazione dei punti della patente, impugnazione

In tema di sanzioni amministrative applicate per violazioni al codice della strada, il verbale di accertamento di un’infrazione al codice della strada cui consegue la decurtazione dei punti della patente non è immediatamente impugnabile con riferimento al punto del quo, in quanto esso non contiene un provvedimento irrogativo di sanzione amministrativa, ma solo un preavviso di quella specifica conseguenza della futura ed eventuale definitività del provvedimento. 44 del d. l. n. 262 del 2006 convertito con modifiche dalla legge n. 286 del 2006, dall’autorità centrale preposta all’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida, all’esito della segnalazione conseguente alla definizione della contestazione relativa all’infrazione che la comporta.

Continua »
Decurtazione dei punti patente, sanzione amministrativa

La decurtazione dei punti patente costituisce una sanzione amministrativa conseguente alla violazione di norma sulla circolazione stradale e che, in particolare, il meccanismo di sottrazione dei punti dalla patente di guida per effetto dell’accertamento dell’avvenuta violazione del codice della strada costituisce (come affermato dalla Corte Costituzionale nella ordinanza n. 247 del 24/06/2005) una misura accessoria alle relative sanzioni.

Continua »
Enti proprietari delle strade, fissare limiti di velocità

In materia di sanzioni amministrative relative alla circolazione stradale, gli enti proprietari delle strade hanno facoltà discrezionale di fissare, provvedendo anche alla relativa segnalazione, limiti di velocità minimi e massimi diversi da quelli fissati con carattere generale dall’art.

Continua »
Opposizione ad ordinanza ingiunzione

In tema di opposizione ad ordinanza ingiunzione per l’irrogazione di sanzioni amministrative – emessa in esito al ricorso facoltativo al Prefetto ai sensi dell’art. 30 aprile 1992, n. 285, ovvero a conclusione del procedimento amministrativo ex art.

Continua »
Autovelox, contestazione differita dell’infrazione

In materia di accertamento di violazione delle norme sui limiti di velocità compiuto mediante apparecchiature di controllo (autovelox), l’indicazione nel relativo verbale notificato di una delle ragioni, tra quelle indicate dall’art.

Continua »
Infrazione del limite di velocità, contestazione immediata

La indicazione, nel verbale di contestazione notificato, di una delle ragioni tra quelle indicate dall’art. e), di detto regolamento, il Giudice dell’opposizione non può escludere detta impossibilità con il rilievo dell’astratta possibilità di una predisposizione del servizio con modalità in grado di permettere in qualche modo la contestazione immediata.

Continua »
Violazioni artt. 142, 148 c.d.s., contestazione immediata

4 del d. l. n. 121/2002, convertito, con modificazioni, nella legge n. 168 del 2002, integrato con la previsione del comma 2 dello stesso art. strada (limiti di velocità e sorpasso), tra l’altro, anche in funzione del comma 4 del medesimo art.

Continua »
Uso dei fari fendinebbia di giorno

153, comma 2, del codice della strada, si riferisce esclusivamente al caso in cui l’uso dei fendinebbia avvenga di giorno e la formulazione facoltizza il conducente, nelle condizioni ivi previste, a sostituire i proiettori anabbaglianti o quelli di profondità con i fari fendinebbia.

Continua »
Opposizione a sanzione amministrativa

Trova applicazione il principio affermato dalle Sezioni Unite, secondo cui in tema di opposizione a sanzioni amministrative, al di fuori delle ipotesi in cui la legge prevede la specifica competenza di un organo periferico dell’Amministrazione, con la conseguente inapplicabilità dell’art. 11 del r. d. 30 ottobre 1933, n. 1611, l’errata identificazione dell’organo legittimato a resistere in giudizio non si traduce nella mancata instaurazione del rapporto processuale, sanabile, ai sensi dell’art.

Continua »
Diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno

Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza n. 3817 del 17 febbraio 2010

Continua »
Affidamento in prova al servizio sociale, recidiva

in conseguenza dell’esito positivo dell’affidamento in prova al servizio sociale, comporta che della relativa condanna non possa tenersi conto agli effetti della recidiva.

Continua »
Diversa definizione giuridica del fatto operata dal giudice

La regola espressa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (sentenza 11 dicembre 2007, Drassich c. Italia), secondo cui la garanzia del contraddittorio deve essere assicurata all’imputato anche in ordine alla diversa definizione giuridica del fatto operata dal giudice ex ufficio, non rileva quando il mutamento non sia effettuato dal giudice a sorpresa, ma sia conseguenza proprio di un ampio contraddittorio sul tema tra accusa e difesa. Cassazione Penale, Sezione Seconda, Sentenza n. 7739 del 22 novembre 2011 – depositata il 28 febbraio 2012

Continua »
Udienza preliminare riqualificazione del fatto imputato

Rientra nei poteri del giudice dell’udienza preliminare la riqualificazione del fatto imputato, in quanto l’esatta attribuzione del nomen juris è connaturale all’esercizio della giurisdizione. Nello stesso senso la sentenza n. 103 del 2010, che dichiara inammissibile una questione di legittimità costituzionale con la quale di proponeva, con riferimento all’udienza preliminare, una soluzione tendente ad ottenere la parificazione di situazioni processuali tra loro non omogenee, quali l’accertamento che un fatto debba essere diversamente qualificato e la constatazione che il fatto è differente da quello descritto nel decreto che dispone il giudizio.

Continua »
Valutazione del giudice penale e quella in sede tributaria

Il fenomeno di differenti decisioni giurisdizionali potenzialmente in contrasto tra loro, del resto, è ben conosciuto anche con riferimento alla costituzione di parte civile nel processo penale. La valutazione del giudice penale può non coincidere con quella effettuata in sede tributaria, in conseguenza del principio della reciproca indipendenza (c. d. doppio binario) che caratterizza i rapporti tra accertamento e contenzioso fiscale da una parte e processo penale dall’altra (art.

Continua »
Ammontare imposta evasa, giudice penale

Spetta esclusivamente al giudice penale il compito di procedere all’accertamento e alla determinazione dell’ammontare dell’imposta evasa, attraverso una verifica che può venire a sovrapporsi ed anche ad entrare in contraddizione con quella eventualmente effettuata dinanzi al giudice tributario.

Continua »
Violazioni di norme tributarie, insussistenza del reato

Una strada tracciata dal sistema tributario per poter sostenere la buona fede e, quindi, l’insussistenza del reato per mancanza del dolo, è quella di richiedere l’applicazione dell’art. n. 74 del 2000, il quale dispone che al di fuori dei casi in cui la punibilità è esclusa a norma dell’articolo 47, terzo comma, del codice penale, non danno luogo a fatti punibili ai sensi del presente decreto le violazioni di norme tributarie dipendenti da obiettive condizioni di incertezza sulla loro portata e sul loro ambito di applicazione.

Continua »
Presunzioni tributarie, valore di prova nel giudizio penale

Le presunzioni tributarie, seppure possano dar luogo ad una notizia di reato, non possono poi assumere, di per sé, valore di prova nel giudizio penale, nel quale vengono meno l’inversione dell’onere della prova e le limitazioni alla prova poste dalle legge tributaria. La non automatica trasferibilità in sede penale delle presunzioni tributarie, non esclude però che esse possano acquistare il valore degli indizi, come tali valutabili dal giudice penale.

Continua »
Residenza in Italia o all’estero della società ai fini fiscali

Compete al giudice penale valutare se la società sia da considerarsi, ai soli fini fiscali, residente in Italia oppure all’estero, senza essere vincolato alle ricostruzioni compiute in sede tributaria dall’Amministrazione finanziaria, nel quadro della regola generale della non automatica trasferibilità in sede penale delle presunzioni tributarie, compresa quella concernente la residenza delle persone fisiche e giuridiche di cui rispettivamente , all’art. Cassazione Penale, Sezione Seconda, Sentenza n. 7739 del 22 novembre 2011 – depositata il 28 febbraio 2012

Continua »