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Codice Civile
Codice Penale

Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Art. 168 bis c.p. - Sospensione del procedimento con messa alla prova dell'imputato -

Nei procedimenti per reati puniti con la sola pena edittale pecuniaria o con la pena edittale detentiva non superiore nel massimo a quattro anni, sola, congiunta o alternativa alla pena pecuniaria, nonché per i delitti indicati dal comma 2 dell’articolo 550 del codice di procedura penale, l’imputato, anche su proposta del pubblico ministero, può chiedere la sospensione del processo con messa alla prova. La prestazione è svolta con modalità che non pregiudichino le esigenze di lavoro, di studio, di famiglia e di salute dell’imputato e la sua durata giornaliera non può superare le otto ore.

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Ammissione alla prova, responsabilità degli enti

Avverso la suddetta sentenza, comunicata alla Procura generale presso la Corte di appello di Trento in data 23 dicembre 2019, è stato proposto dal Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Trento. Le Sezioni Unite hanno ritenuto di privilegiare l’interpretazione, secondo cui l’istituto della messa alla prova, di cui all’articolo 168-bis c. p. , non può essere applicato agli enti in relazione alla responsabilità amministrativa dipendente da reato, di cui al Decreto Legislativo n. 231 del 2001.

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Assegno divorzile in favore del marito

La Corte di appello di Ancona accoglieva parzialmente l’appello della moglie riducendo parzialmente l’assegno divorzile in favore del marito ad Euro 200,00 mensili. Il giudice del merito ha infatti messo in risalto il fatto che il completamento del ciclo di studi e della fase di specializzazione seguita dal dottorato era avvenuto grazie al contributo economico del marito giacché le somme percepite dalla moglie per la loro entità non coprivano gli esborsi connessi alla professione (affitto di studio, assicurazione professionale).

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Corrispettivo a corpo e parziale inadempimento

In data 25 maggio 2010 veniva concluso un contratto di noleggio a freddo dei ponteggi (con tutta la relativa attrezzatura), stipulato con riferimento a tre diversi cantieri. In conformità all’orientamento della giurisprudenza della Suprema Corte, invece, va affermato il principio secondo cui, in caso di pattuizione contrattuale del pagamento “a corpo”, qualora il contratto di noleggio a freddo sia eseguito parzialmente, il corrispettivo dovuto per le opere realizzate deve sempre essere calcolato con il criterio “a corpo” e non può essere computato “a misura”, rimanendo irrilevante l’elenco dei prezzi contenuti nel computo metrico estimativo.

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Assegni postdatati e privi di copertura

In tema d’insolvenza fraudolenta, la prova del preordinato proposito di non adempiere alla prestazione dovuta sin dalla stipula del contratto, dissimulando lo stato di insolvenza, può essere desunta anche da argomenti induttivi seri e univoci, ricavabili dal contesto dell’azione e dal comportamento successivo all’assunzione dell’obbligazione, ma non esclusivamente dal mero inadempimento che, in sé, costituisce un indizio equivoco del dolo (sez. 2, n. 6847 del 21/01/2015, in fattispecie, del tutto analoga a quella rappresentata nella sentenza impugnata, in cui, la Corte ha ritenuto che l’acquisto della merce tramite assegni postdatati e privi di copertura fino al giorno precedente la scadenza dei titoli, fosse espressione del successivo inadempimento ma non della preordinata dissimulazione dello stato di insolvenza).

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Legale rappresentante società, beneficio dal reato

In tema di reati commessi nell’interesse di un’impresa dal suo legale rappresentante, il sequestro e la confisca diretta possono colpire le somme nella disponibilità della società e non già quelle in possesso del legale rappresentante. L’ordinamento consente di colpire direttamente il legale rappresentante di una società, che abbia tratto beneficio economico dal reato commesso nel suo interesse dalla persona fisica, ma lo fa attraverso il diverso strumento della confisca (e del sequestro) per equivalente – sempre che risulti impossibile o insufficiente il sequestro diretto del profitto del reato nei confronti dell’ente che ha tratto vantaggio dalla commissione del reato – misura ablatoria questa di natura sanzionatoria (Sez.

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Concetto di scoperta del vizio della merce acquistata

Ai fini della decorrenza del termine breve di otto giorni previsto dall’articolo 1495 c.c. per l’azione di garanzia dei vizi della cosa venduta, il dies a quo coincide con il giorno di ricevimento della merce soltanto per il vizio apparente, mentre per gli altri vizi, ossia per quelli non rilevabili attraverso un rapido e sommario esame del bene, utilizzando una diligenza inferiore a quella ordinaria, decorre dal momento dell’effettiva scoperta degli stessi (Cass., Sez. 2, 03/08/1994, n. 7202), che si ha quando il compratore ne abbia acquistato certezza obiettiva e completa (e non dalla data in cui i vizi avrebbero potuto essere astrattamente conosciuti)(vedi Cass., Sez. 2, 16/3/2011, n. 6169), sicché, ove la scoperta del vizio avvenga gradatamente ed in tempi diversi e successivi, in modo da riverberarsi sulla consapevolezza della sua entità, occorre far riferimento al momento in cui si sia completata la relativa scoperta (Cass., Sez. 2, 27/5/2016, n. 11046; Sez. 6-2, 20/12/2021, n. 40814).

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Collegamento del contratto con gli Emirati Arabi Uniti

Con atto di citazione del 6 novembre 2012, la XXX s. p. a. conveniva la YYY dinanzi al Tribunale di Vicenza, per sentir dichiarare la nullità per mancanza dell’oggetto, o in subordine la risoluzione per inadempimento del contratto preliminare sottoscritto dalle parti in data 6 maggio 2008 in Vicenza, con conseguente condanna alla restituzione della somma di € 375.000,00. Unite, 23 luglio 2021, n. 21665), la quale era volta ad “accertare e dichiarare la nullità del contratto preliminare sottoscritto in data 6 maggio 2008 in Vicenza tra la XXX S. p. A. e la YYY per tutte le ragioni esposte in narrativa, ed in particolare per la mancanza dell’oggetto, e per l’effetto condannare la convenuta alla restituzione della somma di euro 375.000,00.

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Abuso del diritto o elusione fiscale

Le pattuizioni contenute in un contratto che siano dirette ad eludere, in tutto o in parte, la normativa fiscale, non implicano di per sé la nullità del contratto stesso, trovando nel sistema tributario le relative sanzioni (Sez. Il divieto di abuso del diritto in materia tributaria si traduce in un principio generale che opera esclusivamente nei confronti del fisco per individuare la base imponibile di una determinata operazione o il reddito di un determinato soggetto o il disconoscimento della possibilità di ottenere determinate deduzioni ma la sua affermazione non incide sulla validità del contratto nei rapporti tra le parti contraenti.

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Responsabilità del committente in materia di appalto

Nel caso esaminato, la Corte territoriale accertava in fatto che la società committente dei lavori non aveva nominato per il cantiere un suo responsabile della sicurezza. E’ pur vero che è espressamente prevista dalla normativa di settore (prima, il Decreto Legislativo n. 626 del 1994, articolo 7; ora, trasfuso sostanzialmente nel Decreto Legislativo n. 81 del 2008, articolo 26) tutta una serie di obblighi a carico del committente connessi ai contratti di appalto o d’opera o di somministrazione.

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Licenziamento disciplinare del dirigente

In tema di licenziamento disciplinare del dirigente ciò che viene in rilievo è la giustificatezza che non si identifica con la giusta causa. Nel caso esaminato dalla Suprema Corte, il Tribunale di Padova aveva respinto l’impugnazione del licenziamento intimato a ricorrente a seguito di contestazione disciplinare dell’1.2.2008, quale dirigente della *** spa dal dicembre 2003 con ruolo di assistente/consigliere del Presidente della società e ha conseguentemente rigettato le domande di condanna della società al pagamento di Euro 153.074,07 a titolo di indennità di mancata preavviso e di Euro 476.233,34 a titolo di indennità supplementare ex articoli 19 e 22 CCNL Dirigenti, nonché di quanto spettante per ricalcolo del TFR in ragione di tale indennità.

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Appalto, atto di consegna e accettazione dell'opera

1665, comma 4° c. c. , è necessario distinguere tra atto di “consegna” e atto di “accettazione” dell’opera. In particolare, il presupposto dell’accettazione tacita è costituito dalla consegna dell’opera al committente (alla quale è parificabile l’immissione nel possesso) e, come fatto concludente, la ricezione senza riserve da parte di quest’ultimo, anche se non si sia proceduto alla verifica (Sez.

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Rifiuto del lavoratore di eseguire la propria prestazione

In tema di obblighi di prevenzione ex articolo 2087 c. c. , l’adozione di particolari misure di sicurezza (cd. ” Con specifico riferimento alla violazione da parte del datore di lavoro dell’obbligo di sicurezza di cui all’articolo 2087 c. c. , si è considerato legittimo il rifiuto del lavoratore di eseguire la propria prestazione, conservando, al contempo, il diritto alla retribuzione in quanto non possono derivargli conseguenze sfavorevoli ragione della condotta inadempiente del datore (v. Cass.

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Intermediario finanziario, operazione di investimento

Che un investitore propenda per investimenti rischiosi non toglie, infatti, che egli selezioni tra gli investimenti rischiosi quelli a suo giudizio aventi maggiori probabilità di successo, grazie appunto alle informazioni che l’intermediario è tenuto a fornirgli o altrimenti reperite. Parimenti, la buona conoscenza del mercato finanziario è indizio, semmai, della capacità di distinguere tra investimenti consigliabili e sconsigliabili, sempre che, però, si disponga delle necessarie informazioni sullo specifico prodotto oggetto dell’operazione, che dunque si ha tutto l’interesse a ricevere.

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Compenso agli amministratori, deducibilità

A norma dell’articolo 49 t. u. i. r. , “sono redditi di lavoro dipendente quelli che derivano da rapporti aventi per oggetto la prestazione di lavoro, con qualsiasi qualifica, alle dipendenze e sotto la direzione di altri. . . “. Secondo la giurisprudenza consolidata, deve escludersi la cumulabilità delle qualità di amministratore unico di società di capitali e di lavoratore “dipendente” della medesima società, non potendo, in tal caso, ricorrere l’effettivo assoggettamento al potere direttivo, di controllo e disciplinare di altri, che si configura come requisito tipico della subordinazione (Cass. ,

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Cessione di ramo d'azienda, autonomia organizzativa

Secondo un risalente principio di legittimità (più recentemente ribadito da Cass. La prova dell’esistenza di tutti i requisiti che ne condizionano l’operatività, non vincolata ad alcuna particolare forma, incombe su chi intenda avvalersi degli effetti previsti dall’articolo 2112 c. c. , quale eccezione al principio del necessario consenso del lavoratore creditore ceduto: in particolare, spetta alla società cedente l’onere di allegare e provare l’insieme dei fatti concretanti un trasferimento di ramo d’ azienda (Cass.

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Cessione di un ramo di azienda senza corrispettivo

La Suprema Corte ha ribadito il principio secondo cui integra il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale la cessione di un ramo di azienda senza corrispettivo o con corrispettivo inferiore al valore reale; né assume rilievo, al riguardo, il dettato dell’articolo 2560, comma 2, c. c. in ordine alla responsabilità dell’acquirente rispetto ai pregressi debiti dell’azienda, costituendo tale garanzia un “post factum” della già consumata distrazione (Sez.

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Diritto dei nonni a mantenere rapporti con i nipoti

Il diritto dei nonni a mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni, previsto dall’articolo 317-bis c. c. , coerentemente con l’interpretazione dell’articolo 8 CEDU fornita dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, non ha un carattere incondizionato, ma è subordinato nel suo esercizio a una valutazione del giudice avente di mira l’esclusivo interesse del minore.

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Conduttore che ha arrecato gravi danni all'immobile

Nel caso esaminato, i giudici del merito hanno ritenuto oggettivamente giustificato il rifiuto della restituzione della cosa locata, da parte della società locatrice, ai sensi dell’articolo 1590 c. c. , comma 1, in quanto il deterioramento dell’immobile offerto in restituzione non poteva ritenersi normale, ma era superiore a quello corrispondente all’uso della cosa in conformità del contratto e richiedeva interventi straordinari di riparazione.

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Legittimazione ad agire del fallito

La dichiarazione di fallimento, pur non sottraendo al fallito la titolarità dei rapporti patrimoniali compresi nel fallimento, comporta, a norma della L. Fall. , Se, però, l’amministrazione fallimentare rimane inerte, il fallito conserva, in via eccezionale, la legittimazione ad agire per la tutela dei suoi diritti patrimoniali, sempre che l’inerzia del curatore sia stata determinata da un totale disinteresse degli organi fallimentari e non anche quando essa consegua ad una negativa valutazione di questi ultimi circa la convenienza della controversia (Cass.

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