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Codice Civile
Codice Penale

Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Espropriazione dei crediti, terzo debitore, impignorabilità del bene

Nell’espropriazione forzata, che si svolge con le forme del pignoramento presso terzi, il terzo pignorato non è il soggetto passivo dell’esecuzione e, per l’effetto, non essendovi assoggettato, non è neppure legittimato a proporvi opposizione, sotto alcuno dei possibili profili in cui questa può essere articolata.

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Opposizione avverso ordinanza di assegnazione del credito

Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza n. 4212 del 23 febbraio 2007

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Domanda di concessione dei benefici del servizio taxi

Anche nel caso di specie è stata riconosciuto la giurisdizione del giudice amministrativo per essere configurabile in capo al portatore di handicap un interesse legittimo atteso che, come si evince dal comma 2 dell’art. 26 della legge 5 febbraio 1994, n. 104, la rivendicata provvidenza viene concessa sulla base di una compatibilità con le risorse di bilancio, da valutarsi discrezionalmente dalla pubblica amministrazione.

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Il sequestro nei confronti dei terzi nell'ambito del diritto d'autore

Il sequestro previsto dalla legge sul diritto d’autore, disciplinato dall’art. 159 L. A. esclude la distruzione o l’aggiudicazione di esemplari o copie acquistati da terzi per uso personale, provvedimenti rispetto ai quali il sequestro si presenta come strumentale, lo dottrina ha ricavato la conclusione che il sequestro sia ammissibile anche nei confronti dei terzi quando non sia questione dell’uso personale.

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Responsabilità del custode di una pista da sci

La responsabilità del custode riguarda tutti i danni della cosa custodita cagionati sia per sua intrinseca natura sia per l’insorgenza in essa di agenti dannosi così negando il fondamento di una classificazione fondata sul parametro della pericolosità e riaffermando l’applicabilità della disposizione dell’art. In particolare la Corte ha ribadito che è oggettiva la responsabilità del custode di una pista da sci, per cui essa è esclusa in tutti i casi in cui l’evento sia stato provocato dalla condotta colpevole della vittima o dal caso fortuito.

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Impugnazione per nullità del lodo arbitrale

In sede di ricorso per cassazione avverso la sentenza che abbia deciso sull’impugnazione per nullità del lodo arbitrale, la Corte non può esaminare direttamente la pronuncia arbitrale, ma solo la decisione emessa nel giudizio di impugnazione, per verificare se essa sia adeguatamente e correttamente motivata in relazione ai motivi di impugnazione del lodo. 823 n. 3 c. p. c. , è ravvisabile ove la motivazione manchi del tutto o sia a tal punto carente da non consentire di comprendere l’iter del ragionamento seguito dagli arbitri e di individuare la ratio della decisione adottata.

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Motivo di ricorso per cassazione inammissibile

366-bis c. p. c. è inammissibile il motivo di ricorso per cassazione che si concluda con la formulazione di un quesito di diritto in alcun modo riferibile alla fattispecie o comunque assolutamente generico.

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Appello, facoltà del Consiglio Nazionale Forense

La violazione, da parte del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, dell’art. 2 del codice deontologico forense non comporta la nullità della decisione da questo adottata in quanto è facoltà del Consiglio Nazionale in sede di appello correggere la motivazione (e procedere alla valutazione complessiva delle condotte contestate ai fini della irrogazione della unica sanzione ritenuta congrua, ove risulti confermata la responsabilità dell’incolpato).

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Motivo di impugnazione respinto nella sua interezza

Ove una sentenza (o un capo di questa) si fondi su più ragioni, tutte autonomamente idonee a sorreggerla, è necessario, per giungere alla cassazione della pronunzia, non solo che ciascuna di esse abbia formato oggetto di specifica censura, ma anche che il ricorso abbia esito positivo nella sua interezza con l’accoglimento di tutte le censure, affinché si realizzi lo scopo stesso dell’impugnazione.

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Cancellazione dagli elenchi degli esercenti il commercio

In merito alle controversie attinenti alla legittimità della cancellazione dagli elenchi degli esercenti il commercio, la Suprema Corte ha individuato la legittimazione passiva della Camera di commercio presso cui opera la competente commissione provinciale per gli elenchi nominativi. 31 marzo 1998, n. 114), che ha istituito il REC, ossia il registro degli esercenti il commercio presso ciascuna camera di commercio (art.

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Legitimatio ad causam e titolarità della situazione giuridica

La legitimatio ad causam, attiva e passiva, consiste nella titolarità del potere e del dovere di promuovere o subire un giudizio in ordine al rapporto sostanziale dedotto in causa, mediante la deduzione di fatti in astratto idonei a fondare il diritto azionato, secondo la prospettazione dell’attore, prescindendo dall’effettiva titolarità del rapporto dedotto in causa, con conseguente dovere del giudice di verificarne l’esistenza in ogni stato e grado del procedimento. 182 c. p. c. , a verificare d’ufficio la regolarità della costituzione delle parti, rientra nel suo potere rilevare di propria iniziativa, anche in sede impugnatoria, e salvo il limite dell’eventuale formazione del giudicato interno, il difetto di legittimazione attiva o passiva, siccome trattasi di profilo d’indagine che attiene alla regolare instaurazione del contraddittorio.

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Facoltà di prosecuzione del rapporto di lavoro, diritto a pensione

A seguito della sentenza della Corte Costituzionale 282/1991, la disposizione, art. 4 primo comma del dpr 29 dicembre 1973 n. 1092, che dispone la cessazione dal servizio per gli impiegati al compimento del sessantacinquesimo anno di età, non è stata cancellata dall’ordinamento, ma è stata modificata solo entro limiti ben precisi, nel senso che la deroga, e quindi la facoltà di prosecuzione del rapporto di lavoro, è ammessa soltanto per il tempo strettamente necessario al raggiungimento dell’anzianità minima per il diritto a pensione.

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Lesioni personali del lavoratore

2087 c. c. imputa all’imprenditore-datore di lavoro i danni all’integrità fisica ed alla personalità morale del lavoratore non secondo un criterio di responsabilità oggettiva bensì in base a negligenza, imperizia, imprudenza o violazione di specifiche norme, restando a suo carico la prova liberatoria ex.

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Indennità sostitutiva, diritto alla reintegrazione

18 della legge n. 300 del 1970, nel testo modificato dall’art. 1 della legge n. 108 del 1990, si inserisce, in connessione con il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro, in un rapporto obbligatorio avente la struttura di un’obbligazione con facoltà alternativa dal lato del creditore, essendo attribuita al prestatore la facoltà insindacabile di monetizzare il diritto alla reintegrazione in una prestazione pecuniaria di ammontare fisso, pari a quindici mensilità di retribuzione.

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Indennità sostitutiva prima del deposito della sentenza

In applicazione di tale principio deve ritenersi pienamente valida ed efficace l’opzione per l’indennità sostitutiva esercitata prima del deposito della sentenza che ha accertato l’illegittimità del licenziamento ed ha disposto la reintegrazione nel posto di lavoro.

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Affissione del codice disciplinare nel pubblico impiego privatizzato

7, primo comma, legge 300/1970 prescrive l’affissione in luogo visibile a tutti delle norme disciplinari vigenti all’interno dell’impresa e ha per scopo di rendere conoscibili a tutti i lavoratori non soltanto le singole fattispecie di illecito ma anche le relative sanzioni, in modo che ciascun lavoratore conosca non solo i comportamenti a cui è astretto ma anche le conseguenze delle violazioni, necessariamente proporzionate alla gravità di esse. 16 aprile 1994 n. 297 enumera le sanzioni disciplinati, distingue sia pure attraverso clausole generali le diverse fattispecie di illecito e disciplina il relativo procedimento.

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Documento indispensabile ai fini della decisione della causa

Nel rito del lavoro, in base al combinato disposto degli artt. Tale rigoroso sistema di preclusioni trova un contemperamento, ispirato alla ricerca della verità materiale, cui è doverosamente funzionalizzato il rito del lavoro, teso a garantire una tutela differenziata in ragione della natura dei diritti che nel giudizio devono trovare riconoscimento, nei poteri d’ufficio del giudice in materia di ammissione di nuovi mezzi di prova, ai sensi del citato art.

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Lavoratore, possibilità di essere adibito ad altre mansioni

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 24459 del 7 novembre 2006

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Obbligo di conservazione del posto del lavoratore assente

Ai fini dell’acquisizione del diritto alla qualifica superiore, di distinti periodi di reiterata assegnazione alle corrispondenti mansioni, l’art. Nel caso in esame, la vacanza del posto in organico del titolare dell’ufficio si è verificata solo con la cessazione del rapporto del soggetto destinato a tale posizione di lavoro; fino a tale momento, nonostante le precedenti assenze, è perdurato nei confronti del medesimo l’obbligo di conservazione del posto.

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Condizione risolutiva o sospensiva

Le parti, nella loro autonomia contrattuale, possono pattuire una condizione risolutiva o sospensiva nell’interesse esclusivo di uno soltanto dei contraenti. A tal fine occorre una espressa clausola contrattuale che ne disponga, o quantomeno, un insieme di elementi che siano idonei ad indurre il convincimento che si tratti di una condizione alla quale l’altra parte non abbia alcun interesse.

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