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Codice Civile
Codice Penale

Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Trasferimento di azienda illegittimo, rapporto di lavoro

Una volta che, pertanto, ne sia accertata l’invalidità, il rapporto con il destinatario della cessione è instaurato in via di mero fatto, tanto che le vicende risolutive dello stesso non sono idonee ad incidere sul rapporto giuridico ancora in essere, rimasto in vita con il cedente, determinandosi il trasferimento del medesimo rapporto solo quando si perfezioni una fattispecie traslativa conforme al modello legale. 30 gennaio 2018, n. 2281, le quali hanno pure ribadito il consolidato orientamento circa l’interesse ad agire del lavoratore ceduto nonostante la prestazione di lavoro resa in favore del cessionario).

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Marchio debole, concettualmente legato al prodotto

Per consolidata giurisprudenza i marchi sono deboli quando risultano concettualmente legati al prodotto, per non essere andata la fantasia che li ha concepiti oltre il rilievo di un carattere o di un elemento del prodotto stesso; lo sono poi anche per l’uso di parole di comune diffusione, che non sopportano di essere oggetto di un diritto esclusivo.

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Controlli difensivi del datore di lavoro

Il Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 151, articolo 23, prevede: “1. Il controllo ex post non può riferirsi all’esame ed all’analisi di informazioni acquisite in violazione delle prescrizioni di cui all’articolo 4 Statuto dei Lavoratori prima dell’insorgere del fondato sospetto, poiché, in tal modo opinando, l’area del controllo difensivo si estenderebbe a dismisura, con conseguente annientamento della valenza delle predette prescrizioni.

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Infortuni sul lavoro, committente, posizione di garanzia

Quanto ai profili formali dell’assunzione della qualifica di datore di lavoro, in materia di infortuni sul lavoro, gli obblighi di prevenzione in capo al committente le opere non si esauriscono negli accordi contrattuali assunti con l’appaltatore, posto che la normativa vigente impone ai datori di lavoro di cooperare all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro incidenti sull’attività lavorativa oggetto dell’appalto. Va anche ribadito, che il committente è titolare di una autonoma posizione di garanzia e può essere chiamato a rispondere dell’infortunio subito dal lavoratore qualora l’evento si colleghi causalmente ad una sua colpevole omissione, specie nel caso in cui la mancata adozione o l’inadeguatezza delle misure precauzionali sia immediatamente percepibile senza particolari indagini (cfr.

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Previsione della risoluzione del patto di non concorrenza

La previsione della risoluzione del patto di non concorrenza rimessa all’arbitrio del datore di lavoro concreta una clausola nulla per contrasto con norme imperative. Detta compressione, appunto ai sensi dell’articolo 2125 c. c. , non poteva avvenire senza l’obbligo di un corrispettivo da parte del datore: corrispettivo che, nella specie, finerebbe per essere escluso ove al datore stesso venisse concesso di liberarsi ex post dal vincolo (cfr.

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Garanzie concesse dallo Stato in favore di privati

Nel caso in cui sia una precisa disposizione di legge a prevedere una garanzia in favore di privati ed a carico di un ente pubblico, non possono trovare applicazione i canoni ermeneutici ordinari per la qualificazione del rapporto negoziale, ma occorre valutare se la previsione sia chiara od univoca in un senso, anziché in altro, soprattutto ai fini della precisa identificazione delle caratteristiche e dei presupposti della garanzia prestata.

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Restituzione della caparra dall'altra parte contrattuale

La caparra confirmatoria ha natura composita – consistendo in una somma di denaro o in una quantità di cose fungibili – e funzione eclettica – in quanto è volta a garantire l’esecuzione del contratto, venendo incamerata in caso di inadempimento della controparte (sotto tale profilo avvicinandosi alla cauzione). Anche dopo aver proposto la domanda di risarcimento, e fino al passaggio in giudicato della relativa sentenza, la parte non inadempiente può decidere di esercitare il recesso, in tal caso peraltro implicitamente rinunziando al risarcimento integrale e tornando ad accontentarsi della somma convenzionalmente predeterminata al riguardo.

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Appropriazione di pregi, vanto di un imprenditore

1 marzo 1986, n. 1310) che gli atti di appropriazione di pregi si distinguono dagli atti di confusione, in quanto l’illecito sviamento della clientela da essi causato si realizza non a seguito della confusione di identità tra prodotti od attività di imprese distinte, bensì esclusivamente ingenerando nel pubblico la convinzione che un prodotto od un’impresa abbiano le stesse qualità e pregi di quella concorrente. Né rileva se, la persona fisica, la cui prestazione d’opera aveva in concreto contribuito alla realizzazione delle passate campagne pubblicitarie per un dato numero di clienti, avrebbe per il futuro esplicato tali attività nell’ambito dell’organizzazione imprenditoriale del nuovo soggetto, imputato dell’atto di concorrenza sleale: invero, appunto, ciò sarebbe avvenuto per il futuro, onde l’informazione decettiva ed appropriativa permane.

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Interessi illegittimamente addebitati dalla banca

Ciò non esclude, ovviamente, la facoltà del correntista di agire in giudizio, anche in pendenza del rapporto, per far dichiarare la nullità del titolo in base al quale ha avuto luogo l’addebito, in modo tale da ottenere la rettifica in suo favore delle risultanze del conto, con l’accertamento, nel caso in cui quest’ultimo sia assistito da un’apertura di credito, dell’esistenza di una maggiore disponibilità in suo favore (cfr. In assenza di tali condizioni, la rimessa non produce l’effetto di soddisfare il diritto della banca alla restituzione delle somme accreditate, ma solo di riespandere la misura della disponibilita’ nuovamente utilizzabile dal correntista, con la conseguenza che un pagamento può ritenersi configurabile soltanto alla cessazione del rapporto, quando la banca abbia ottenuto dal cliente il versamento del saldo finale, comprendente interessi non dovuti (cfr.

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Legittimazione del curatore nei confronti della banca

In caso di fallimento, risulta proponibile l’azione risarcitoria del curatore nei confronti delle banche per l’imprudente concessione del finanziamento. E, tuttavia, la situazione muta, ove si prospetti un’azione a vantaggio di tutti i creditori indistintamente, perché recuperatoria in favore dell’intero ceto creditorio di quanto sia andato perduto, a causa dell’indebito finanziamento, del patrimonio sociale, atteso che il fallimento persegue, appunto, l’obiettivo del miglior soddisfacimento dei creditori nel rispetto della par condicio.

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Tutela della lavoratrice madre, divieto di licenziamento

Il quadro normativo, al cui interno va collocata la concreta fattispecie in esame, va riferito, essenzialmente, al Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, articolo 54, decreto contenente il “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma della L. 8 marzo 2000, n. 53, articolo 15”. Per effetto di tale modifica, il testo dell’articolo 54, comma 4, seconda parte, è divenuto il seguente: “La lavoratrice non può altresì essere collocata in mobilità a seguito di licenziamento collettivo ai sensi della L. 23 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni, salva l’ipotesi di collocamento in mobilità a seguito della cessazione dell’attività dell’azienda di cui al comma 3, lettera b)”.

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Attribuzione patrimoniale, convivente more uxorio

Nel caso esaminato, il ricorrente esponeva di aver citato, dinanzi al Tribunale di Udine, la sua ex compagna convivente, per ottenerne la condanna al pagamento di Euro 92042,01 o della diversa minor somma corrispondente a quanto pagato per eseguire una serie di lavori ed opere nell’immobile di sua proprietà. La conclusione della sentenza impugnata è coerente con l’affermazione della giurisprudenza della Suprema Corte, secondo la quale un’attribuzione patrimoniale a favore del convivente more uxorio può configurarsi come adempimento di un’obbligazione naturale allorché la prestazione risulti adeguata alle circostanze e proporzionata all’entità del patrimonio e alle condizioni sociali del solvens (Cass.

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Accesso abusivo a sistema informatico, ragioni estranee

Nel caso esaminato dalla Corte, è stato accertato che l’imputato, abusando della password e della matricola meccanografica a lui assegnate in qualità di militare della Guardia di Finanza, accedeva alle banche dati della Guardia di Finanza (Anagrafe Tributaria, ACI), ma senza alcuna autorizzazione, e senza che ricorresse alcuna ragione di servizio, in quanto, non essendo egli assegnato a funzioni operative, non era legittimato ad accedere ad alcuna banca dati. Invero, la sentenza Savarese ha affermato la rilevanza penale della condotta abusiva ai casi di sviamento del potere, in cui l’accesso avvenga ad opera di chi, pur abilitato e pur non violando le prescrizioni formali, si introduca nel sistema informatico per ragioni estranee a quelle per le quali gli è attribuita la facoltà.

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Permesso ai sensi della Legge 104 del 1992

Il predetto diritto non può essere riconosciuto a più di un lavoratore dipendente per l’assistenza alla stessa persona con handicap in situazione di gravità. . (. . . ). “. Tanto meno la norma consente di utilizzare il permesso per esigenze diverse da quelle proprie della funzione cui la norma è preordinata: il beneficio comporta un sacrificio organizzativo per il datore di lavoro, giustificabile solo in presenza di esigenze riconosciute dal legislatore (e dalla coscienza sociale) come meritevoli di superiore tutela.

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Acquisto di immobile di non recente costruzione

In caso di vendita di un bene appartenente ad un edificio condominiale di costruzione molto risalente nel tempo, i difetti materiali conseguenti al concreto ed accertato stato di vetustà ovvero alla risalenza nel tempo delle tecniche costruttive utilizzate, non integrano un vizio rilevante ai fini previsti dall’articolo 1490 c. c. . Nel caso in esame, la corte d’appello aveva incontestatamente accertato non solo che la venditrice non aveva dato alcuna assicurazione circa l’inesistenza dei difetti poi riscontrati, ma anzi che la medesima aveva reso edotto l’acquirente della effettuazione di alcuni interventi sull’immobile per ovviare al problema dell’umidità.

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Appaltatore, è tenuto a controllare la bontà del progetto

Si osserva come non sia discutibile che nell’obbligazione principale dell’appaltatore sia compresa, dal punto di vista contenutistico, ogni attività finalizzata a raggiungere lo scopo del contratto. Poiché la prestazione dell’appaltatore si risolve nell’adempimento di un’obbligazione di risultato, egli è tenuto ad assolvere ai propri obblighi osservando i criteri generali della tecnica relativi al particolare lavoro affidatogli, rispondendo per le imperfezioni o i vizi dell’opera, di cui deve garantire l’assenza.

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Società inattiva, non può determinare effetti estintivi e successori

La società inattiva, ma non cancellata dal registro delle imprese, che si ha nella situazione in cui la società, per quanto esistente, non è operativa sotto il profilo gestionale, non può determinare gli effetti estintivi e successori considerati con la cancellazione dal registro delle imprese, recte con la iscrizione della cessazione della società nel registro delle imprese. Nelle società di persone, in effetti, è l’atto di cancellazione dal registro delle imprese a provocare il medesimo effetto estintivo definito per le società di capitali nell’articolo 2495 c. c. , posto che, nell’ipotesi di semplice inattività, l’organizzazione sociale è in grado di sopravvivere, entro determinati limiti temporali, anche ai suoi soci, ex articolo 2272 n. 4 c. c. (v. anche Cass. ,

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Improvvisa richiesta di pagamento, abuso del diritto

Il giudice d’appello ha considerato la “inerzia” del creditore, per il periodo dal 2004 al 2011, come adempimento dell’obbligo di buona fede contrattuale nel senso di tutela dell’interesse della controparte a non vedersi colpita da una pretesa divenuta, nel frattempo, esorbitante. La sua rilevanza si esplica nell’imporre, a ciascuna delle parti del rapporto obbligatorio, il dovere di agire in modo da preservare gli interessi dell’altra, a prescindere dall’esistenza di specifici obblighi contrattuali o di quanto espressamente stabilito da singole norme di legge (Sez.

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La matrice di un assegno costituisce una mera annotazione

Per provare il pagamento non è sufficiente la produzione della matrice di un assegno, ma è necessaria anche la prova dell’incasso da parte del creditore. La matrice di un assegno costituisce una mera annotazione da parte del debitore, che, in assenza del titolo, e della prova dell’incasso, non ha alcuna rilevanza ai fini della prova del pagamento.

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Omissione di deposito del bilancio in fase di liquidazione

6 aprile 2018, n. 8582, richiamando analoga conclusione di Cass. 25 ottobre 2016, n. 21517, ha affermato che dalla mancata presentazione per oltre tre anni consecutivi del bilancio annuale, da cui consegue la cancellazione d’ufficio, non emerge un’inequivoca volontà abdicativa della posizione attiva da parte della società.

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