La confessione, ex art. 2730 c.c., è per definizione, la dichiarazione che una parte fa della verità di fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli all’altra parte. Non è da considerarsi efficace se non proviene da persona capace di disporre del diritto, a cui i fatti confessati si riferiscono, ma, qualora sia resa da un rappresentante, […]
La confessione, ex art. 2730 c.c., è per definizione, la dichiarazione che una parte fa della verità di fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli all’altra parte. Non è da considerarsi efficace se non proviene da persona capace di disporre del diritto, a cui i fatti confessati si riferiscono, ma, qualora sia resa da un rappresentante, è efficace solo se fatta entro i limiti e nei modi in cui questi vincola il rappresentato. Non può essere revocata se non si prova che è stata determinata da errore di fatto o da violenza. La confessione si distingue in due diverse tipologie: giudiziale e stragiudiziale. Per effetto dell’art. 2733 c.c. è giudiziale la confessione resa in giudizio; forma piena prova contro colui che l’ha fatta, purché non verta su fatti relativi a diritti non disponibili. In caso di litisconsorzio necessario, partecipazione necessaria al processo civile di una pluralità di soggetti, la confessione resa da alcuni soltanto dei litisconsorti è liberamente apprezzata dal giudice. Quando alla dichiarazione indicata ex art. 2733 c.c. si accompagna quella di altri fatti o circostanze tendenti a infirmare l’efficacia del fatto confessato ovvero a modificarne o a estinguerne gli effetti, le dichiarazioni fanno piena prova nella loro integrità se l’altra parte non contesta la verità dei fatti o delle circostanze aggiunte. In caso di contestazione, e rimesso al giudice di apprezzare, secondo le circostanze, l’efficacia probatoria delle dichiarazioni. La confessione stragiudiziale, invece è quella fatta alla parte o a chi la rappresenta, ed ha la stessa efficacia probatoria di quella giudiziale. Se è fatta a un terzo o se è contenuta in un testamento, e liberamente apprezzata dal giudice. La confessione stragiudiziale non può provarsi per testimoni, se verte su un oggetto per il quale la prova testimoniale non è ammessa dalla legge.
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?
Prenota un appuntamento.
La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.
Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.
Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.
Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.