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Giurisprudenza Civile

Responsabilità amministratore per mala gestio

La sentenza afferma il principio di responsabilità degli amministratori per i danni derivanti da una gestione non oculata del patrimonio sociale. In particolare, si evidenzia l’obbligo di provare il danno e il nesso di causalità tra questo e la condotta inadempiente.

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Responsabilità per cose in custodia e quantificazione interessi

La sentenza conferma il principio di responsabilità oggettiva ex art. 2051 c.c. per danni derivanti da cose in custodia, anche in assenza di colpa del custode. Viene inoltre chiarito il criterio di calcolo degli interessi in caso di ritardato adempimento, ribadendo che nelle obbligazioni di valore vanno applicati gli interessi legali e non quelli commerciali.

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Riconoscimento della malattia professionale

La sentenza ribadisce il principio della responsabilità del datore di lavoro per la tutela della salute dei lavoratori, anche in caso di adeguamento successivo alle normative di sicurezza, qualora sussista un nesso causale tra attività lavorativa pregressa e patologia.

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Vizi della cosa venduta, confermata la sentenza vizi di fornitura cavi

La Corte ha stabilito che il vizio di motivazione della sentenza sussiste solo quando c’è un mancato esame di punti decisivi della controversia o un insanabile contrasto tra le argomentazioni. L’adesione del Giudice alle conclusioni della CTU, se congrue e prive di vizi logici, non rappresenta vizio di motivazione.

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Cessione del credito in blocco: oneri probatori

In tema di cessione di crediti in blocco, la prova della titolarità del credito da parte del cessionario non può basarsi sulla mera produzione dell’avviso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ex art. 58 TUB, neppure se avvenuta su iniziativa della parte cedente, ma richiede la produzione del contratto di cessione. La notificazione ex art. 58 TUB ha infatti il solo effetto di esentare il cessionario dalla notifica al debitore ceduto, ma non costituisce prova dell’avvenuta cessione. In presenza di contestazione, il cessionario ha l’onere di dimostrare documentalmente l’inclusione del credito oggetto di causa nel portafoglio ceduto in blocco, al fine di fornire la prova della propria legittimazione ad agire.

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Indebito arricchimento bonifico non autorizzato da conto cointestato

La sentenza in questione affronta il tema dell’arricchimento ingiustificato derivante da un bonifico non autorizzato, effettuato da un conto cointestato a una società terza. La Corte, pur non potendo accertare l’esistenza di un accordo specifico tra le parti, ha ritenuto che la mancanza di prova in merito alla sussistenza di un debito della ricorrente nei confronti della società beneficiaria del bonifico, renda l’operazione priva di giusta causa e quindi sanzionabile.

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Mediazione immobiliare: quando la provvigione è dovuta?

La sentenza analizza la questione della debenza della provvigione in caso di risoluzione consensuale di un contratto preliminare di compravendita immobiliare. Si stabilisce che, sebbene il contratto sia risolto, la provvigione è dovuta all’agente immobiliare se il diritto non è stato espressamente contestato e se l’accordo non è nullo per difetti di forma non eccepiti.

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Risarcimento danni per una caduta in un hotel

La sentenza ribadisce i principi in tema di onere della prova nel caso di responsabilità per danni da cose in custodia ex art. 2051 c.c., e in tema di divieto di nuove domande in appello.

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Sanzioni Consob per omessa vigilanza

La sentenza afferma la responsabilità degli organi di controllo societari nell’assicurare la corretta rappresentazione delle pratiche di governance. L’omessa comunicazione al mercato di prassi difformi dal codice di autodisciplina, pur in assenza di danno, configura un illecito sanzionabile.

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Stato di ebbrezza in incidente stradale mortale

La Corte d’Appello ha confermato il principio per cui la violazione del codice della strada non costituisce automaticamente nesso di causa con l’evento dannoso. In tema di risarcimento del danno da perdita del rapporto parentale, la durata della vita del superstite è elemento rilevante per la liquidazione.

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Responsabilità contrattuale dell'avvocato

La sentenza ribadisce il dovere di diligenza e di informazione dell’avvocato nell’esecuzione dell’incarico professionale, anche nel caso in cui l’incarico non abbia esito positivo. In particolare, l’avvocato ha il dovere di informare il cliente dell’eventuale fallimento del debitore e di consigliarlo sulle possibili iniziative da intraprendere.

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Fattura commerciale annotata nelle scritture contabili

La sentenza analizza il tema della competenza territoriale in relazione al foro del contratto. Inoltre, si evidenzia come la fattura commerciale, se annotata nelle scritture contabili, possa costituire piena prova dell’esistenza del credito.

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Somministrazione, Interruzione forniture e congruità del preavviso

La sentenza chiarisce i requisiti del contratto di somministrazione e la necessità di un preavviso congruo in caso di recesso, con particolare riguardo alla valutazione dei danni da mancato guadagno.

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Sospensione dell'esecuzione di una sentenza

L’ordinanza chiarisce la possibilità di sospendere l’esecuzione di una sentenza in caso di impugnazione, se vi siano fondati motivi per ritenere l’impugnazione fondata o se vi sia il rischio di un pregiudizio grave e irreparabile per la parte che subirebbe l’esecuzione. Nel caso di specie la Corte ha ritenuto che non sussistessero tali condizioni.

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Fideiussione e solidarietà passiva nel contratto di finanziamento

La sentenza chiarisce la distinzione tra la qualifica di fideiussore e quella di coobbligato, distinguendo tra natura dell’obbligazione e fonte della stessa. Viene ribadita l’importanza dell’articolo 1957 c.c. in tema di fideiussione e il principio di accessorietà della garanzia fideiussoria rispetto all’obbligazione principale.

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Amministratore di una società di capitali e incompatibilità

Sussiste l’assoluta incompatibilità tra la qualità di lavoratore dipendente di una società di capitali e la carica di presidenza del consiglio di amministrazione o di amministratore unico della stessa, in quanto il cumulo nella stessa persona dei poteri di rappresentanza dell’ente sociale, di direzione, di controllo e di disciplina rende impossibile quella diversificazione delle parti del rapporto di lavoro e delle relative distinte attribuzioni che è necessaria perché sia riscontrabile l’essenziale ed indefettibile elemento della subordinazione, con conseguente indeducibilità dal reddito della società del relativo costo da lavoro dipendente.

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Qualificazione del contratto come contratto d'opera e non d'appalto

La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado che aveva rigettato le domande di risoluzione contrattuale e risarcimento danni per inadempimento. È stato ritenuto che il committente non avesse provato i vizi e le difformità dell’opera, agendo in violazione della buona fede. Inoltre, è stata ritenuta corretta la qualificazione del contratto come contratto d’opera e non d’appalto, confermando l’accoglimento dell’eccezione di prescrizione.

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Risoluzione contratto d'appalto per grave inadempimento

La sentenza conferma il principio secondo cui la fornitura di un macchinario privo delle necessarie certificazioni di sicurezza e non conforme alla Direttiva Macchine costituisce grave inadempimento contrattuale, giustificando la risoluzione del contratto d’appalto e il risarcimento del danno.

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Mancato superamento periodo di prova e nuova assunzione

Il mancato superamento del periodo di prova non costituisce causa ostativa alla partecipazione a un nuovo concorso pubblico e alla successiva assunzione a tempo indeterminato. Tale principio si applica anche nel caso in cui il dipendente sia stato precedentemente dispensato dal servizio per mancato superamento del periodo di prova, in quanto la dispensa non produce effetti preclusivi sulla possibilità di instaurare nuovi rapporti di lavoro con la Pubblica Amministrazione.

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Inammissibilità dell'appello - Notifica PEC

La sentenza conferma la validità della notifica di un atto effettuata tramite un indirizzo PEC istituzionale non presente nei pubblici elenchi, purché il dominio del mittente sia facilmente riconducibile all’ente e consenta al destinatario di identificarne la provenienza senza incertezze. Viene inoltre ribadito che l’onere della prova relativa alla ricezione di un atto ricade sul destinatario.

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