L’assegnazione della casa familiare disposta in favore dell’altro coniuge in occasione della separazione, sia giudiziale (ex art. 6, comma sesto, della legge n. 898 del 1970, quale sostituito dall’art.
L’assegnazione della casa familiare disposta in favore dell’altro coniuge in occasione della separazione, sia giudiziale (ex art. 155, quarto comma, c.c.) sia consensuale, come pure in sede di divorzio (ex art. 6, comma sesto, della legge n. 898 del 1970, quale sostituito dall’art. 11 della legge n. 74 del 1987), è opponibile, ancorché non trascritta, al terzo acquirente in data successiva per nove anni dalla data dell’assegnazione, ovvero anche oltre i nove anni qualora il titolo sia stato in precedenza trascritto, onde il suddetto terzo acquirente è tenuto, negli stessi limiti di durata di tale opponibilità, a rispettare il godimento del coniuge del suo dante causa, nell’identico contenuto e nell’identico regime giuridico propri dell’assegnazione, alla stregua di un vincolo di destinazione collegato all’interesse dei figli.
Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza n. 24321 del 22 novembre 2007
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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