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Assegno vitalizio mensile, vittime del dovere

Ammontare dell’assegno vitalizio mensile previsto in favore delle vittime del dovere e dei soggetti ad esse equiparati.

Pubblicato il 04 November 2022 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale di XXXXX, Sezione Lavoro, in persona della Dott.ssa , ha pronunciato la seguente

SENTENZA n. 336/2022 pubblicata il 27/10/2022

nella causa iscritta al n. 1234 RG degli Affari Contenziosi Lavoro dell’anno 2020 e vertente

TRA

XXXXX XXXXX, elettivamente domiciliato in

RICORRENTE

E

XXXXXXXXXXXXXXX, rappresentato e difeso ex lege dall’Avvocatura Generale dello Stato, presso i cui uffici in XXXXX,

RESISTENTE

FATTO E DIRITTO

Con ricorso depositato il 31 agosto 2020 XXXXX XXXXX, premesso che con sentenza n. 54 del 2019 il Tribunale di XXXXX aveva accertato il suo diritto all’assegno vitalizio ex art.2 L.407/98, lamentava che il MINISTERO DELLA DIFESA aveva provveduto al pagamento limitandolo però erroneamente all’importo di euro 258,23 oltre perequazione automatica di cui all’art.11 del D.L. 30.12.1992 n°503, invece di erogarlo nell’importo integrale di euro 500,00 (oltre le stesse perequazioni), ossia nell’importo a cui tale assegno era stato elevato dall’art. 4 comma 238 legge 350/2004. Pertanto, chiedeva al Tribunale, previa disapplicazione in parte qua del decreto del Ministero Difesa n°552/2019, di rideterminare l’assegno vitalizio ex art. 2 l. 407/98 di pertinenza del ricorrente nell’importo mensile di euro 500,00 oltre perequazione ex lege, con condanna dell’amministrazione della Difesa alla riliquidazione in tali termini, detratto quanto già pagato.

Il MINISTERO DELLA DIFESA si costituiva in giudizio, contestando l’avversa pretesa.

La causa, istruita documentalmente, previa concessione di un termine per il deposito di note difensive, veniva decisa all’udienza odierna come da dispositivo.

Sulla questione è sufficiente richiamare il principio di diritto affermato dalla S.C. a sezioni unite, secondo cui “L’ammontare dell’assegno vitalizio mensile previsto in favore delle vittime del dovere e dei soggetti ad esse equiparati è uguale a quello dell’analogo assegno attribuibile alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, essendo la legislazione primaria in materia permeata da un simile intento perequativo ed essendo tale conclusione l’unica conforme al principio di razionalità –equità d cui all’art. 3 della Costituzione, come risulta dal “diritto vivente” rappresentato dalla costante giurisprudenza amministrativa ed ordinaria” (Cassazione civile sez. un., 27/03/2017, n.7761) nonché le più recenti pronunce della S.C. che hanno dato continuità a tale orientamento (tra le tante v. Cassazione civile sez. lav., 30/05/2022, n.17438; Cassazione civile sez. lav., 05/04/2022 n.11015).

Il Tribunale non ravvede, dunque, motivo per discostarsi dal predetto principio, in quanto espresso dalla Cassazione nell’esercizio della sua funzione nomofilattica, senza che rilevi in senso contrario l’orientamento, di segno opposto, espresso dal Consiglio di Stato (da ultimo cfr. Consiglio di Stato sez. II, 08/02/2022, n.874).

Deve, pertanto, essere dichiarato il diritto del ricorrente a percepire l’assegno vitalizio ex art. 2 l. 407/98 sulla scorta della sentenza n. 54 del 2019 nella misura uguale a quella dell’analogo assegno attribuibile alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata ed il Ministero resistente va condannato a provvedere al relativo pagamento (detratto quanto già corrisposto).

Quanto alle spese di lite ritiene il Giudice che sussistano giustificati motivi per la compensazione alla luce dell’oggettiva incertezza discendente dal persistente contrato giurisprudenziale tra Consiglio di Stato e Corte di Cassazione.

PQM

Ogni altra istanza disattesa, dichiara il diritto del ricorrente a percepire l’assegno vitalizio ex art. 2 l. 407/98 sulla scorta della sentenza n. 54 del 2019 nella misura uguale a quella dell’analogo assegno attribuibile alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata e condanna il Ministero resistente a provvedere al relativo pagamento, detratto quanto già corrisposto.

Spese compensate.

XXXXX, 27.10.2022

Il Giudice Dott.ssa

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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