Pertanto, la decisione della Corte di merito è stata ritenuta conforme ai precedenti di legittimità perché frutto della valutazione dell’interesse della minore, tenuto conto del disagio, che la richiesta le ha indotto, tale da comportare il suo rifiuto, e della complessa situazione relazionale esistente con il padre, ancora in evoluzione.
L’opposizione del primo genitore non è ostativo all’attribuzione del cognome del secondo genitore in aggiunta a quello del primo ed è ammissibile l’attribuzione del cognome del secondo genitore, sulla scorta di un accertamento in concreto dell’interesse del minore nelle vicende che lo riguardano, con particolare riferimento agli effetti del provvedimento richiesto in relazione all’esigenza di un suo sviluppo armonico, dal punto di vista psicologico, affettivo, educativo e sociale, purché non arrechi pregiudizio al minore in ragione della cattiva reputazione del secondo e purché non sia lesiva della identità personale del figlio, ove questa si sia già definitivamente consolidata, con l’uso del solo primo cognome, nella trama dei rapporti personali e sociali (Cass. n. 772/2020; Cass. n. 8762/2023).
La Corte di Appello, sulla scorta della nota del Servizio sociale coinvolto nella verifica della relazione genitoriale paterna, ha valutato il concreto interesse della minore e ha affermato che era in corso un’opera di sostegno e di accompagnamento del Servizio nella frequentazione della minore con il padre, rimarcando che, nonostante l’impegno paterno, la minore aveva assunto e mantenuto una posizione di rifiuto riguardo all’aggiunta del cognome, e ne ha tratto il convincimento conclusivo secondo cui l’accoglimento della richiesta sarebbe apparsa come una forzatura agli occhi della minore che “a fatica, cerca di ricostruire il rapporto con il padre”.
Pertanto, la decisione della Corte di merito è stata ritenuta conforme ai precedenti di legittimità perché frutto della valutazione dell’interesse della minore, tenuto conto del disagio, che la richiesta le ha indotto, tale da comportare il suo rifiuto, e della complessa situazione relazionale esistente con il padre, ancora in evoluzione.
Corte di Cassazione, Sezione Prima Civile, Ordinanza n. 30404 del 2 novembre 2023
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?
Prenota un appuntamento.
La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.
Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.
Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.
Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.