Nell’azione di disconoscimento di paternità, l’indagine sul DNA può essere espletata nel corso del giudizio. In conclusione, è sempre indispensabile il preventivo consenso dell’interessato, al fine effettuare un test genetico ai fini dell’attivazione di una eventuale azione di disconoscimento in sede giudiziaria, sempre che il diritto sia di rango almeno pari a quello dell’interessato e i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento.
Il trattamento dei dati genetici, destinato a orientare la successiva scelta verso un’azione di disconoscimento di paternità, mediante l’accertamento preventivo della consanguineità, oltre a non avere alcuna finalità sanitaria, non è neanche astrattamente riconducibile all’esercizio in sede giudiziale di un diritto della personalità di rango quanto meno pari a quello del contro-interessato, in quanto non può essere equiparata una valutazione di opportunità ante causam, diretta a verificare la probabilità di successo in una futura azione di disconoscimento di paternità, con la necessaria utilizzazione di alcuni dati come strumenti indispensabili per ottenere tutela giurisdizionale.
Nell’azione di disconoscimento di paternità, l’indagine sul DNA può essere espletata nel corso del giudizio.
L’eventuale rifiuto ingiustificato dell’interessato a sottoporvisi può costituire un comportamento processuale d’indubbio rilievo probatorio, valutabile ex art. 116 c.p.c., che, tuttavia, non esclude, così come il positivo svolgimento di un’indagine peritale, anche l’accertamento relativo agli altri fatti costitutivi stabiliti nell’art. 235 c.c. .
In conclusione, è sempre indispensabile il preventivo consenso dell’interessato, al fine effettuare un test genetico ai fini dell’attivazione di una eventuale azione di disconoscimento in sede giudiziaria, sempre che il diritto sia di rango almeno pari a quello dell’interessato e i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento.
Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza 13 settembre 2013 n. 21014
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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