Cassazione Civile, Sezione Terza, Sentenza n. 3340 dell’11 febbraio 2009
Quando un articolo di giornale relativo a cronaca giudiziaria è strutturato in termini tali da ingenerare l’impressione che un soggetto sia stato rinviato a giudizio per un reato, mentre è stato rinviato a giudizio per un altro reato, il solo fatto che il reato di cui si è ingenerata l’attribuzione sia punito con pena edittale meno grave di quello per cui sia avvenuto il rinvio a giudizio non basta ad escludere la configurabilità della diffamazione, quando l’articolo sia destinato, come nel caso del quotidiano, ad un pubblico di lettori generalista, che, dunque, non abbia necessariamente esperienza giuridica.
Ad escludere eventualmente il carattere diffamatorio dell’articolo, infatti, non può essere sufficiente l’essere il delitto attribuito meno grave di quello oggetto del rinvio, posto che la percezione di tale minore gravità, secondo il criterio della pena edittale, è possibile solo da parte degli addetti ai lavori, ma occorre che l’attribuzione sia percepita come meno grave dal comune lettore, che non conosce nemmeno che cosa si intenda per pena edittale e non necessariamente percepisce il disvalore di un fatto di reato piuttosto che di un altro sulla base della pena con cui è punito.
Cassazione Civile, Sezione Terza, Sentenza n. 3340 dell’11 febbraio 2009
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?
Prenota un appuntamento.
La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.
Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.
Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.
Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.