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Cessione di azienda, successione in tutti i contratti

Il conferimento di un’azienda o di un ramo di essa ad una società rientra nella più ampia e generale figura della cessione di azienda, realizzando il trasferimento e quindi la successione a titolo particolare della stessa (Cass. Ne discende l’applicazione della disciplina conseguente posta dagli articoli 2557 e seguenti c. c. e, nello specifico, dell’articolo 2558 c. c. , in forza del quale, se non pattuito diversamente, il cessionario subentra nei contratti stipulati per l’esercizio dell’azienda non aventi carattere personale.

Pubblicato il 13 November 2022 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Il conferimento di un’azienda o di un ramo di essa ad una società rientra nella più ampia e generale figura della cessione di azienda, realizzando il trasferimento e quindi la successione a titolo particolare della stessa (Cass. n. 20415 del 2018; Cass. n. 8644 del 2009).

Ne discende l’applicazione della disciplina conseguente posta dagli articoli 2557 e seguenti c.c. e, nello specifico, dell’articolo 2558 c.c., in forza del quale, se non pattuito diversamente, il cessionario subentra nei contratti stipulati per l’esercizio dell’azienda non aventi carattere personale.

In particolare, si è precisato che la cessione di azienda prevede la successione del cessionario di azienda in tutti i contratti stipulati dal cedente per l’esercizio della stessa, con la sola espressa eccezione di quelli aventi carattere personale, di quelli aventi ad oggetto prestazioni già concluse o esaurite e di quelli rispetto ai quali le parti abbiano, con espressa pattuizione, escluso che si verifichi l’effetto successorio, e che tale effetto si produce di diritto, ipso iure, con riguardo a tutti i rapporti contrattuali inerenti l’azienda ceduta, come effetto naturale della fattispecie traslativa d’azienda.

A differenza della ipotesi generale della cessione del contratto ex articolo 1406 c.c., la cessione di azienda prescinde del tutto dalla volontà, espressa o tacita, delle parti stipulanti e neppure richiede, per il suo perfezionamento, il consenso del contraente ceduto.

Il che evidentemente risponde all’intenzione del legislatore di realizzare, con tale meccanismo, l’interesse di carattere generale di favorire la circolazione di complessi aziendali completi ed efficienti.

Interesse che rischierebbe di rimanere frustrato se si ritenesse necessaria, ai fini del prodursi del fenomeno successorio, un’accettazione espressa dei contratti e delle pattuizioni per la cui validità è richiesta la forma scritta (Cass. n. 15 del 2020; Cass. n. 7652 del 2007).

Né in tale ipotesi appare configurabile, in capo al cedente, il mantenimento della titolarità di una situazione giuridica, come invece previsto, per i debiti relativi all’azienda ceduta, dall’articolo 2660 c.c., avendo la Suprema Corte, anche in tal caso, chiarito che tale ultima disposizione trova applicazione quando si tratti di debiti in sé soli considerati, e non anche quando, viceversa, essi si ricolleghino a posizioni contrattuali non ancora definite, in cui il cessionario sia subentrato a norma del precedente articolo 2558, dal momento che in tale fattispecie la responsabilità si inserisce nell’ambito della più generale sorte del contratto (Cass. n. 8055 del 2018; Cass. n. 8539 del 2018; Cass. n. 11318 del 2004).

Corte di Cassazione, Sezione Seconda Civile, Sentenza n. 30296 del 14 ottobre 2022

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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