152 del Codice in materia di protezione dei dati personali (d. lgs. 25 c. p. c. (limitatamente alle controversie instaurate contro il Garante in relazione ai provvedimenti da questo emessi o alla loro mancata adozione).
La disposizione dell’art. 152 del Codice in materia di protezione dei dati personali (d.lgs. 196 ed 2003) stabilisce, a favore del tribunale del luogo ove risiede il titolare del trattamento dei dati stessi, una competenza funzionale ed inderogabile per tutte le controversie che riguardano, comunque, l’applicazione delle disposizioni del codice medesimo, comprese quelli inerenti ai provvedimenti del Garante o alla loro mancata adozione; competenza che, in quanto tale, impedisce il ricorso al cumolo soggettivo delle cause proposte contro più persone, consentito dall’art. 33 c.p.c., e prevale sul foro della pubblica amministrazione stabilito dall’art. 25 c.p.c. (limitatamente alle controversie instaurate contro il Garante in relazione ai provvedimenti da questo emessi o alla loro mancata adozione).
Ne consegue, nel caso in cui il provvedimento del Garante concerne più soggetti titolari del trattamento e l’interessato intenda impugnare il provvedimento e contemporaneamente convenire in giudizio i titolari per il risarcimento del danno, le cause devono essere separatamente proposte innanzi al giudice nel cui territorio ha sede ciascuno dei predetti titolari, il quale ha competenza a giudicare anche nella controversi inerente il provvedimento (o la mancata adozione del provvedimento) del garante, per la parte, in quest’ultimo caso, concernente il titolare convenuto in giudizio.
Cassazione Civile, Sezione Terza, Ordinanza n. 23280 dell’8 novembre 2007
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?
Prenota un appuntamento.
La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.
Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.
Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.
Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.