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Codice Civile
Codice Penale

Costo delle riparazioni superiore al valore di mercato del veicolo

Danno da circolazione dei veicoli, costo delle riparazioni superiore al valore di mercato del veicolo.

Pubblicato il 09 July 2022 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE DI LATINA
Sezione Seconda

in persona del dr., in funzione di giudice unico, ha pronunciato la seguente

SENTENZA n. 1427/2022 pubblicata il 01/07/2022

nella causa civile in grado d’appello iscritta al numero 463 del ruolo generale degli affari contenziosi dell’anno 2020, vertente

TRA

XXX srl rappresentata e difesa dall’ avv., giusta delega in atti;

PARTE APPELLANTE

E

YYY spa, rappresentata e difesa dagli avv. , giusta delega in atti;

PARTE APPELLATA

ZZZ e KKK;

Parti appellate contumaci

OGGETTO: appello contro sentenza del giudice di pace di Latina n. 917/2019 pubblicata in data 4.09.2019

CONCLUSIONI

All’udienza di precisazione delle conclusioni del 7.04.2022 i procuratori delle parti costituite hanno concluso come da verbale.

MOTIVI DELLA DECISIONE

L’ appello è infondato e non può trovare accoglimento per le seguenti ragioni.

Sull’ ammissibilità dell’ appello ai sensi dell’ art 342 cpc si osserva quanto segue.

Ai fini della specificità dei motivi d’appello richiesta dall’art. 342 c.p.c., l’esposizione delle ragioni di fatto e di diritto, invocate a sostegno del gravame, possono sostanziarsi anche nella prospettazione delle medesime ragioni addotte nel giudizio di primo grado, purchè ciò determini una critica adeguata e specifica della decisione impugnata e consenta al giudice del gravame di percepire con certezza il contenuto delle censure, in riferimento alle statuizioni adottate dal primo giudice ( Cass. civ. n 2814/2016).

Va poi osservato che in materia di appello, affinché un capo di sentenza possa ritenersi validamente impugnato, è necessario che l’atto di gravame esponga compiute argomentazioni che, contrapponendosi alla motivazione della sentenza impugnata, mirino ad incrinarne il fondamento logico-giuridico; tanto presuppone che sia trascritta o riportata con precisione la pertinente parte motiva della sentenza di primo grado, il cui contenuto costituisce l’imprescindibile termine di riferimento per la verifica in concreto del paradigma delineato dagli artt. 342 e 343 c.p.c. e, in particolare, per apprezzare la specificità delle censure articolate ( Cass, civ. n 3194/2019).

Nel caso in esame, l’ atto di appello rispetta i suddetti requisiti essendo trascritte le parti della sentenza oggetto di gravame di cui si chiede la riforma, con una esaustiva ricostruzione logico-giuridica della ragioni in fatto ed in diritto poste alla base della riforma e con specifica indicazione delle dedotte violazioni di legge in cui sarebbe incorso il giudice di prime cure, motivi attinenti ad una dedotta non corretta valutazione del danno subito e dello scomputo delle somme ricevute in acconto, tenuto conto della violazione del principio del risarcimento integrale del danno.

Venendo in medias res anche per il principio della ragione più liquida, va osservato come il motivo di gravame concernente l’ errata liquidazione del danno per equivalente piuttosto che in forma specifica così come richiesto, non è fondato per le seguenti ragioni.

Costituisce ius receptum il principio secondo cui in materia di risarcimento del danno da circolazione dei veicoli, la domanda di risarcimento del danno subito, quando abbia ad oggetto la somma necessaria per effettuare la riparazione, deve considerarsi come richiesta di risarcimento in forma specifica, con conseguente potere del giudice, ai sensi dell’art. 2058, comma 2, c.c., di non accoglierla e di condannare il danneggiante al risarcimento per equivalente, ossia alla corresponsione di una somma pari alla differenza di valore del bene prima e dopo la lesione, allorquando il costo delle riparazioni SUPERI NOTEVOLMENTE il valore di mercato del veicolo” (Cassazione Civile n. 11662/2014).

La ratio del suddetto predetto principio è che il risarcimento non possa comunque creare a favore del danneggiato una situazione migliore rispetto a quella in cui si sarebbe trovato in assenza del sinistro, immettendo nel suo patrimonio un valore economico maggiore della differenza patrimoniale negativa indotta dallo stesso. Ciò per via della regola della compensatio lucri cum damno, per la quale dalla pretesa quantitativa del danno vanno detratti gli eventuali vantaggi che il fatto dannoso abbia procurato al danneggiato come conseguenza diretta ed immediata. Quindi, da un lato, il danneggiato non deve realizzare una locupletazione per effetto del danno subito, dall’altro, la liquidazione del danno non deve essere necessariamente contenuta nei limiti di valore del bene danneggiato, ma deve avere per oggetto l’intero pregiudizio subito dal soggetto leso poiché , il risarcimento è diretto alla completa restituito in integrum del patrimonio del danneggiato. Ciò vuol dire che il giudice, laddove la riparazione del pregiudizio subito vada oltre la ricostruzione della situazione anteriore e produca un vantaggio economico al danneggiato, dovrà tenerne conto riducendo corrispondentemente la misura del risarcimento.

Nella fattispecie, la CTU espletata nel corso del primo grado di giudizio ha accertato che l’ entità del prezzo delle riparazioni necessarie per il ripristino dell’ autovettura era pari ad € 10.295,54 a fronte di un valore commerciale del mezzo ante sinistro di € 6500,00.

In ragione di tale notevole differenza, correttamente, il giudice di prime cure ha ritenuto antieconomica la riparazione liquidando il danno in forma per equivalente.

Relativamente alla quantificazione dei costi di noleggio, determinati dal giudice di pace in € 600,00, anche in tal caso, ad avviso di questo giudicante, corretta ed immune da censure è la suddetta quantificazione atteso che l’ ausiliario del giudice ha indicato in 14 gg la durata del fermo tecnico dell’ autovettura per l’ esecuzione delle riparazioni, con la conseguenza che atteso che il prezzo medio per il noleggio di una Chevrolet Matiz per tempi superiori alla settimana è di circa 40/50 € giornalieri, se ne evince la congruità dell’ importo liquidato.

Ciò anche alla luce della natura unilaterale della fattura prodotta ed allegata in relazione agli asseriti costi di noleggio, in quanto proveniente dall’ attrice che avrebbe emesso la relativa fattura.

Alla luce di quanto sopra si rileva come il giudice di prima cure non sia incorso in alcun errore di calcolo nella determinazione dell’ importo dovuto dalla Compagnia convenuta, detratti gli acconti già corrisposti.

Ne consegue, quale logico corrollario la corretta liquidazione delle spese di causa, regolate secondo il principio della soccombenza, tenuto conto dell’ accoglimento solo parziale della domanda, in relazione ad un importo significativamente minore rispetto al petitum.

Ne consegue il rigetto dell’ appello.

Le spese di causa liquidate come da dispositivo, seguono la soccombenza e sono a carico di parte appellante.

In ragione del rigetto integrale del gravame si dà atto che ai sensi dell’ art. 13 comma 1 quater DPR 115 del 30 maggio 2002 come modificato dalla legge n.228 del 2012, ricorrono i presupposti per il versamento da parte dell’ appellante, dell’ ulteriore importo per contributo unificato, pari a quello dovuto per l’appello principale.

PER QUESTI MOTIVI

Il giudice unico del Tribunale di Latina , nella persona del dott., definitivamente pronunciando sull’ appello proposto da XXX srl nei confronti della YYY e ZZZ e KKK;

1.- Rigetta l’appello;

2.-Condanna l’ appellante al pagamento delle spese processuali del presente grado che si liquidano in € 1400,00 per competenze oltre accessori di legge in favore della YYY spa;

Ai sensi dell’ art. 13 comma 1 quater DPR 115 del 30 maggio 2002 come modificato dalla legge n.228 del 2012, ricorrono i presupposti per il versamento da parte dell’ appellante, dell’ ulteriore importo per contributo unificato, pari a quello dovuto per l’appello principale.

Così deciso in Latina il giorno 29 Giugno 2022

Il Giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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