E’ stato, infatti, precisato che unica possibile forma di liquidazione, per ogni danno che sia privo, come il danno morale, delle caratteristiche della patrimonialità, è quella equitativa, sicché la ragione del ricorso a tale criterio è insita nella natura stessa del relativo pregiudizio e nella funzione del risarcimento realizzato con una somma di denaro, che non è reintegratrice di una diminuzione patrimoniale, ma compensativa di un pregiudizio non economico.
La liquidazione del danno morale conseguente alla lesione dell’onore o della reputazione, allo stesso modo di quanto è previsto per ogni altro risarcimento del danno per fatto illecito, è rimessa alla valutazione equitativa del giudice e sfugge necessariamente ad una precisa valutazione analitica, restando essa affidata al criterio equitativo, non sindacabile in sede di legittimità, ove il giudice del merito abbia dato conto dei criteri adottati e la valutazione medesima risulti congruente al caso e non sia, per difetto o per eccesso, palesemente sproporzionata.
E’ stato, infatti, precisato che unica possibile forma di liquidazione, per ogni danno che sia privo, come il danno morale, delle caratteristiche della patrimonialità, è quella equitativa, sicché la ragione del ricorso a tale criterio è insita nella natura stessa del relativo pregiudizio e nella funzione del risarcimento realizzato con una somma di denaro, che non è reintegratrice di una diminuzione patrimoniale, ma compensativa di un pregiudizio non economico.
Cassazione Civile, Sezione Terza, Sentenza n. 25171 del 3 dicembre 2007
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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