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Dichiarazione di addebito della separazione

Dichiarazione di addebito della separazione, implica la prova che l’irreversibile crisi coniugale sia ricollegabile in via esclusiva al comportamento volontariamente e consapevolmente contrario ai doveri nascenti dal matrimonio di uno o entrambi i coniugi, ovverosia che sussista un nesso di causalità tra i comportamenti addebitati ed il determinarsi dell’intollerabilità dell’ulteriore convivenza.

Pubblicato il 21 August 2023 in Diritto di Famiglia, Giurisprudenza Civile

La dichiarazione di addebito della separazione implica la prova che l’irreversibile crisi coniugale sia ricollegabile in via esclusiva al comportamento volontariamente e consapevolmente contrario ai doveri nascenti dal matrimonio di uno o entrambi i coniugi, ovverosia che sussista un nesso di causalità tra i comportamenti addebitati ed il determinarsi dell’intollerabilità dell’ulteriore convivenza.

Cosicché, in caso di mancato raggiungimento della prova in relazione al fatto che il comportamento contrario ai predetti doveri tenuto da uno dei coniugi, o da entrambi, sia stato la causa efficiente del fallimento della convivenza, legittimamente viene pronunciata la separazione senza addebito (si veda in questi termini, Cass. 40795/2021).

Il giudice di merito, tuttavia, laddove intenda sostenere che una determinata condotta, che di per varrebbe a integrare una violazione dei doveri conseguenti al matrimonio, non sia idonea a giustificare l’addebito della separazione ai sensi dell’articolo 151 c.c., essendo non la causa del fallimento dell’unione matrimoniale ma la conseguenza di una situazione di crisi già irrimediabilmente in atto, deve fondare una simile constatazione su una compiuta descrizione della situazione di vita invalsa fra i coniugi in epoca precedente al verificarsi della condotta di cui intende sminuire il valore eziologico.

Ciò onde dar conto dei termini e dell’epoca in cui il rapporto matrimoniale aveva avuto la sua deriva.

Nel caso esaminato, la Corte di merito, al fine di sostenere che l’allegata violazione dei doveri coniugali fosse la conseguenza di una rottura dell’unione matrimoniale già avvenuta e non la causa del fallimento della stessa, ha inteso valorizzare una situazione di reciproca sostanziale autonomia di vita, testimoniata dal fatto che i due coniugi dormivano separati, ma non ha spiegato se una simile situazione risalisse ad epoca antecedente al momento in cui le condotte denunciate si verificarono.

Ne discende che la negazione dell’esistenza di un nesso di causalità tra i comportamenti lamentati ed il determinarsi dell’intollerabilità dell’ulteriore convivenza è rimasta affidata alla constatazione di una situazione di fatto priva di sicura collocazione temporale in un’epoca idonea a giustificare la ravvisata esclusione del nesso di causalità.

Corte di Cassazione, Sezione Prima Civile, Ordinanza n. 19502 del 10 luglio 2023

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