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Breve definizione giuridica di “contratto atipico”

I contratti atipici, anche definiti contratti innominati, trovano disciplina con espresso riferimento alla volontà negoziale riammessa alle parti e, si differenziano da quelli tipici, in quanto, definiti dalla legge. Nella maggior parte dei casi sono del tutto differenti dai modelli contrattuali preesistenti in diritto, (si pensi alle moderne tipologie contrattuali leasing, catering, factoring, franchising) anche […]

Pubblicato il 18 October 2007 in Diritto Civile

I contratti atipici, anche definiti contratti innominati, trovano disciplina con espresso riferimento alla volontà negoziale riammessa alle parti e, si differenziano da quelli tipici, in quanto, definiti dalla legge. Nella maggior parte dei casi sono del tutto differenti dai modelli contrattuali preesistenti in diritto, (si pensi alle moderne tipologie contrattuali leasing, catering, factoring, franchising) anche se non si esclude che possono presentare elementi tipizzati di diversi contratti. Tale forma tipologica contrattuale trova esplicito riferimento nell’art.1322 c.c. ai sensi del quale: ”le parti possono liberamente determinare il contenuto del contratto nei limiti imposti dalla legge. Le parti possono anche concludere contratti che non appartengono ai tipi aventi una disciplina particolare, purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico.” Dalla interpretazione della suddetta regola, ne deriva una loro ammissione, e riconoscimento da parte dell’ordinamento giuridico, purchè leciti e non contra leges. Seppur chiara espressione dell’autonomia contrattuale, che la legge riconosce alle parti negoziali, i contratti atipici, devono soddisfare i requisiti essenziali del contratto, quali forma, causa, oggetto e soggetto, a pena di nullità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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