Giuridicamente la proprietà è un diritto reale, che permette al titolare di un bene, sia esso mobile che immobile, il proprietario, appunto, di godere e di disporre degli stessi, in modo pieno ed esclusivo, entro limiti e con l’osservanza degli obblighi previsti dalla legge. Nel linguaggio corrente, il termine “proprietà” designa anche l’oggetto del diritto […]
Giuridicamente la proprietà è un diritto reale, che permette al titolare di un bene, sia esso mobile che immobile, il proprietario, appunto, di godere e di disporre degli stessi, in modo pieno ed esclusivo, entro limiti e con l’osservanza degli obblighi previsti dalla legge. Nel linguaggio corrente, il termine “proprietà” designa anche l’oggetto del diritto di proprietà. Il nostro ordinamento, mette a disposizione del proprietario una serie di azioni tali da difendere il suo diritto contro altrui turbative, esse si chiamano azioni petitorie e sono: ·l’azione di rivendicazione; ·l’azione negatoria; ·l’azione di regolamento dei confini; ·l’azione di apposizione dei termini. 1) “Azione di rivendicazione” art. 948 c.c.: “il proprietario può rivendicare la cosa da chiunque la possiede o detiene e può proseguire l’esercizio dell’azione anche se costui, dopo la domanda, ha cessato, per fatto proprio, di possedere o detenere la cosa. In tal caso il convenuto è obbligato a ricuperarla per l’attore a proprie spese, o, in mancanza, a corrispondergliene il valore, oltre a risarcirgli il danno. Il proprietario, se consegue direttamente dal nuovo possessore o detentore la restituzione della cosa, è tenuto a restituire al precedente possessore o detentore la somma ricevuta in luogo di essa. L’azione di rivendicazione non si prescrive, salvi gli effetti dell’acquisto della proprietà da parte di altri per usucapione”. 2) “Azione negatoria” art.949 c.c.: “il proprietario può agire per far dichiarare l’inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa, quando ha motivato di temerne pregiudizio. Se sussistono anche turbative o molestie, il proprietario può anche chiedere che se ne ordini la cessazione, oltre la condanna al risarcimento del danno”. 3) “Azione di regolamento dei confini” art. 950 c.c. “quando il confine tra due fondi è incerto, ciascuno dei proprietari può chiedere che sia stabilito giudizialmente. Ogni mezzo di prova è ammesso. In mancanza di altri elementi, il giudice si attiene al confine delineato dalle mappe catastali”. 4) “Azione per opposizione di termini” art. 951 c.c. ”se i termini tra fondi contigui mancano o sono diventati irriconoscibili, ciascuno dei proprietari ha diritto di chiedere che essi siano apposti o ristabiliti a spese comuni”.
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?
Prenota un appuntamento.
La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.
Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.
Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.
Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.