Ascritto nella categoria dei diritti reali di godimento su cosa altrui, è considerato, da un punto di vista quantitativo un diritto minore rispetto all’usufrutto ed uso, anch’essi diritti reali di godimento su cosa altrui. Trova disciplina all’art. 1022 c.c. ai sensi del quale: “Chiunque ha il diritto di abitazione di una casa, può abitarla limitatamente […]
Ascritto nella categoria dei diritti reali di godimento su cosa altrui, è considerato, da un punto di vista quantitativo un diritto minore rispetto all’usufrutto ed uso, anch’essi diritti reali di godimento su cosa altrui. Trova disciplina all’art. 1022 c.c. ai sensi del quale: “Chiunque ha il diritto di abitazione di una casa, può abitarla limitatamente ai bisogni suoi e della sua famiglia”; da ciò ne deriva una sua applicazione alquanto circoscritta, rispetto non solo all’usufrutto ma anche all’uso. Da una interpretazione della disciplina codicistica ne deriva altresì che è escluso concedere il diritto di abitazione ad altri o dare la casa gravata in locazione. Oggetto esclusivo del diritto in esame è la casa, nonché tutto ciò che concorre ad integrarla, sottoforma di accessorio o pertinenza: garage,balconi, giardini ecc. Essendo un diritto di natura reale, può essere costituito per contratto, il quale necessita ad substantiam la forma scritta di atto pubblico o scrittura privata, per usucapione oppure per testamento. Una analisi specifica e distinta merita in relazione al diritto di abitazione spettante al coniuge superstite sulla casa adibita a residenza familiare; infatti nella ipotesi considerata, ci si trova di fronte ad un legato costituito ex lege (per effetto di legge), ed il diritto si acquista automaticamente, senza bisogno di alcuna accettazione, al momento dell’apertura della successione ereditaria e dura finchè egli rimane in vita. Va sottolineato che, nel caso di immobile in comproprietà con comprovata indivisibilità dello stesso e, con la conseguente ipotesi che l’immobile venga assegnato ad altro condividente, al coniuge superstite, spetta in virtù del principio di conversione del diritto di abitazione un equivalente monetario. Altra ipotesi che merita senza dubbio un’analisi a parte è quella relativa all’assegnazione della casa coniugale a seguito di separazione dei coniugi. Per effetto delle modifiche introdotte dalla L. 8 febbraio 2006, n. 54, affido condiviso, al coniuge affidatario, nonchè assegnatario della casa familiare, non è riconosciuto un diritto di abitazione di natura reale, bensì un diritto personale di godimento disposto ad esclusivo interesse dalla proledata in affidamento.
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?
Prenota un appuntamento.
La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.
Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.
Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.
Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.