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Disciplina della “subfornitura” nelle attività produttive

Ne sono esclusi dalla definizione quelle tipologie contrattuali aventi ad oggetto la fornitura di materie prime, di servizi di pubblica utilità e di beni strumentali non riconducibili ad attrezzature. Qualora nel corso dell’esecuzione del rapporto, su richiesta del committente, si rilevano significative modifiche e varianti, che comportino comunque incrementi dei costi, il subfornitore avrà diritto ad un adeguamento del prezzo anche se non esplicitamente previsto dal contratto.

Pubblicato il 26 March 2007 in Diritto Civile

Il settore in esame trova regolamentazione nella legge 18 Giugno 1998, n. 192 che definisce la subfornitura quel contratto con il quale un imprenditore, il subfornitore, si impegna a effettuare per conto di una impresa committente, lavorazioni su prodotti semilavorati o su materie prime forniti dalla committente medesima, forniture di prodotti o servizi destinati ad essere incorporati o comunque ad essere utilizzati nell’ambito dell’attività economica del committente, produzione di beni complessi, in conformità a progetti esecutivi, conoscenze tecniche e tecnologiche, modelli o prototipi forniti dall’impresa committente. Ne sono esclusi dalla definizione quelle tipologie contrattuali aventi ad oggetto la fornitura di materie prime, di servizi di pubblica utilità e di beni strumentali non riconducibili ad attrezzature. Il fenomeno ha assunto una sua tipica identità, da un punto di vista prettamente economico, tanto da essere inteso come “fase di integrazione del procedimento industriale”. Il rapporto di subfornitura si instaura con un contratto, che deve essere stipulato in forma scritta a pena di nullità; tale requisito si ritiene soddisfatto anche mediante mezzi telematici..Tuttavia, in caso di nullità accertate, il subfornitore ha comunque diritto al pagamento delle prestazioni già effettuate e, al risarcimento delle spese sostenute in buona fede ai fini dell’esecuzione del contrattuale. Il prezzo dei beni o servizi oggetto del contratto deve essere determinato o determinabile in modo chiaro e preciso, tale da non ingenerare incertezze nell’interpretazione dell’entità delle reciproche prestazioni e nell’esecuzione del contratto e, nello stesso devono essere specificati: i requisiti del bene o del servizio richiesti dal committente, il prezzo pattuito, i termini e le modalità di consegna, di collaudo e di pagamento. I termini di pagamento dei subfornitori sono di 60 gg, decorrenti dal momento della consegna del bene o, momento della comunicazione dell’avvenuta esecuzione della prestazione. In caso di mancato rispetto del termine di pagamento, il committente deve al subfornitore, senza bisogno di costituzione in mora, interessi corrispondenti al tasso ufficiale di sconto maggiorato di cinque punti percentuali, salva la pattuizione tra le parti di interessi moratori in misura superiore e salva la prova del danno ulteriore. Ove il ritardo nel pagamento ecceda i trenta giorni dal termine convenuto, il committente incorre, inoltre, in una penale pari al 5 per cento dell’importo in relazione al quale non ha rispettato i termini. In ogni caso la mancata corresponsione del prezzo entro i termini pattuiti il committente è legittimato all’ottenimento di ingiunzione di pagamento provvisoriamente esecutiva. Qualora nel corso dell’esecuzione del rapporto, su richiesta del committente, si rilevano significative modifiche e varianti, che comportino comunque incrementi dei costi, il subfornitore avrà diritto ad un adeguamento del prezzo anche se non esplicitamente previsto dal contratto. La legge fa espresso divieto di interposizione, nel senso che il subfornitore, senza l’autorizzazione del committente, non può affidare in subfornitura il lavoro ad altri per una quota superiore al 50 per cento del valore della fornitura, salvo che le parti nel contratto non abbiano indicato una misura maggiore; pertanto in caso di stipulati accordi con altri, gli stessi sono da considerarsi nulli. In capo al subfornitore, si evincono specifiche responsabilità, infatti è tenuto a garantire il corretto funzionamento della parte o dell’assemblaggio da lui prodotti o del servizio fornito secondo le prescrizioni contrattuali e a regola d’arte. Eventuali contestazioni in merito all’esecuzionedebbono essere sollevate dal committente entro i termini stabiliti nel contratto che non potranno tuttavia derogare ai più generali termini di legge. Sono nulle le clausole vessatorie apportate in contratto che attribuiscono al committente di modificare unilateralmente il contratto; che sanciscono patti che esonerano il subfornitore da responsabilità relative ai materiali o, in caso di inesattezza della prestazione di fornitura di beni e servizi, che attribuiscono ad una delle parti la facoltà di recesso senza congruo preavviso e, quelli con cui il subfornitore disponga, a favore del committente e senza congruo corrispettivo, di diritti di privativa industriale o intellettuale Il committente conserva la proprietà industriale in ordine ai progetti e alle prescrizioni di carattere tecnico da lui comunicati al fornitore e sopporta i rischi ad essi relativi. Il fornitore è tenuto alla riservatezza e risponde della corretta esecuzione di quanto richiesto, sopportando i relativi rischi. In merito la legge interviene anche nel vietare situazioni di dipendenza economica relativa all’approfittamento di una situazione di dominio che il committente potrebbe vantare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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