Principale forma di raccolta di risparmio tra il pubblico, il deposito bancario, seppur non definito dalle norme codicistiche, è un contratto che trova disciplina negli artt.1834 e s.s. del codice civile, mediante il quale, si instaura un rapporto tra due soggetti ben definiti: il risparmiatore, depositante, e la banca depositaria. Analizzando le regole civilistiche ne […]
Principale forma di raccolta di risparmio tra il pubblico, il deposito bancario, seppur non definito dalle norme codicistiche, è un contratto che trova disciplina negli artt.1834 e s.s. del codice civile, mediante il quale, si instaura un rapporto tra due soggetti ben definiti: il risparmiatore, depositante, e la banca depositaria. Analizzando le regole civilistiche ne segue: Art. 1834 -Depositi di danaro-: “Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l’osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi. Salvo patto contrario, i versamenti e i prelevamenti si eseguono alla sede della banca presso la quale si e costituito il rapporto” Art. 1835 -Libretto di deposito a risparmio- :”Se la banca rilascia un libretto di deposito a risparmio, i versamenti e i prelevamenti si devono annotare sul libretto. Le annotazioni sul libretto, firmate dall’impiegato della banca che appare addetto al servizio, fanno piena prova nei rapporti tra banca e depositante. E’ nullo ogni patto contrario”. Art. 1836 -Legittimazione del possessore-: “Se il libretto di deposito è pagabile al portatore, la banca che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata, anche se questi non è il depositante. La stessa disposizione si applica nel caso in cui il libretto di deposito pagabile al portatore sia intestato al nome di una determinata persona o in altro modo contrassegnato. Sono salve le disposizioni delle leggi speciali”. Il deposito bancario, dunque è: 1)un contratto reale che si perfeziona con la “traditio rei”consegna alla banca della somma; 2)un contratto unilaterale in quanto ne derivano prestazioni a solo carico della banca, obbligata alla restituzione della somma ed alla corresponsione degli interessi; 3)un contratto di durata: poiché le prestazioni sono destinate a durare nel tempo; 4)un contratto gratuito: in quanto il depositante è nella disponibilità delle somme depositate, sulle quali la banca corrisponde anche un interesse. Da non tralasciare, l’analisi del cd:”deposito dei titoli in amministrazione”, mediante il quale,la banca che assume il deposito di titoli in amministrazione deve custodire i titoli, esigerne gli interessi o i dividendi, verificare i sorteggi per l’attribuzione di premi o per il rimborso di capitale, curare le riscossioni per conto del depositante, e in generale provvedere alla tutela dei diritti inerenti ai titoli. Le somme riscosse devono essere accreditate al depositante. Se per i titoli depositati si deve provvedere al versamento di decimi o si deve esercitare un diritto di opzione, la banca deve chiedere in tempo utile istruzioni al depositante e deve eseguirle, qualora abbia ricevuto i fondi all’uopo occorrenti. In mancanza d’istruzioni, i diritti di opzione devono essere venduti per conto del depositante a mezzo di un agente di cambio. Alla banca spetta un compenso nella misura stabilita dalla convenzione o dagli usi, nonché il rimborso delle spese necessarie da essa fatte. E’ nullo il patto col quale si esonera la banca dall’osservare, nell’amministrazione dei titoli, l’ordinaria diligenza.
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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