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Diritto Civile

Azione revocatoria ordinaria, prova della malafede dell'acquirente

La Corte d’appello ha confermato la sentenza di primo grado che rigettava un’azione revocatoria ordinaria. La Corte ha ritenuto che non ci fosse stata prova della malafede dell’acquirente e che ci fosse una sostanziale continuità tra il preliminare del 2014 e il contratto definitivo del 2018. Inoltre, la Corte ha ritenuto che non ci fossero prove sufficienti per dimostrare che l’acquirente fosse a conoscenza dello stato di insolvenza del venditore al momento della stipula del contratto preliminare.

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Garanzia vizi della cosa venduta, denuncia tempestiva e dettagliata

La sentenza affronta il tema della garanzia per i vizi della cosa venduta, confermando che grava sul compratore l’onere di provare l’esistenza dei vizi e che la denuncia degli stessi deve essere tempestiva e dettagliata. Inoltre, si evidenzia che il giudice non è vincolato alla richiesta di CTU e che la prova testimoniale deve vertere su fatti obiettivi.

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Nullità della rinuncia abdicativa di terreni

La sentenza affronta il tema dell’ammissibilità e dei limiti dell’istituto della rinuncia abdicativa della proprietà nel nostro ordinamento. Si evidenzia come tale istituto, non suscettibile di applicazione analogica, sia ammesso solo in casi tipici e non sia invocabile al solo fine di trasferire in capo all’ Erario i costi di gestione dei beni.

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Responsabilità per incendio in area camper

La sentenza ha stabilito che la responsabilità per i danni causati da un incendio, divampato in un’area camper privata, deve essere attribuita al proprietario del mezzo dal quale è scaturito l’incendio stesso, in quanto custode del mezzo e della bombola che stava utilizzando. La Corte ha escluso l’applicazione della disciplina sulla circolazione stradale, in quanto l’evento non è eziologicamente riconducibile alla circolazione del mezzo, ma all’utilizzo improprio di una bombola di gas durante la sosta. La responsabilità è stata affermata sulla base della regola del “più probabile che non”, propria del processo civile, in assenza di prova del nesso di causalità tra condotta ed evento dannoso “oltre ogni ragionevole dubbio”, richiesta in sede penale.

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Distinzione tra detenzione di immobile e occupazione senza titolo

La sentenza chiarisce la distinzione tra la detenzione di un immobile e l’occupazione senza titolo, chiarendo come la mera consegna delle chiavi non configuri automaticamente l’occupazione abusiva. Inoltre, si evidenzia l’importanza della prova del danno in caso di lavori di ristrutturazione non autorizzati, ribadendo che la perizia di parte non è sufficiente a dimostrarne l’esistenza e l’entità. Infine, si ribadisce il principio secondo cui la causale del bonifico bancario costituisce un elemento indiziario che, se supportato da altri elementi, può provare l’esistenza di un prestito.

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Condanna dei proprietari di un immobile per danni da esplosione

La sentenza in esame affronta il tema della responsabilità per danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.) in relazione ad un’esplosione verificatasi in un immobile. La Corte, pur non potendo attribuire efficacia extrapenale alla sentenza di proscioglimento emessa in sede penale, riconosce la sussistenza di gravi difformità e violazioni normative nell’impianto del gas, imputabili ai proprietari-locatori, che hanno determinato un incremento del rischio. Pertanto, pur non potendo escludere altre concause, la Corte ritiene che la responsabilità per i danni debba essere attribuita, anche a titolo di concorso, ai proprietari.

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Notifica PEC da indirizzo non presente nei registri pubblici

La sentenza conferma il principio secondo cui la notifica PEC è valida anche se l’indirizzo non è presente nei registri pubblici, purché il destinatario abbia avuto conoscenza legale dell’atto e la possibilità di difendersi.

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Inammissibilità dell'appello per difetto di specificità

La sentenza si focalizza sul principio di specificità dei motivi di appello, affermando che il generico dissenso rispetto alla decisione di primo grado non è sufficiente. L’appellante deve indicare con precisione le ragioni per cui ritiene errate le valutazioni del Tribunale, supportando le proprie argomentazioni con riferimenti a fattispecie giuridiche e prove concrete.

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Restituzione somme per contratto di mutuo

La Corte, in riforma della sentenza di primo grado, ha accertato la sussistenza di un contratto di mutuo tra le parti e ha condannato il debitore alla restituzione delle somme dovute, oltre interessi. La qualificazione del rapporto giuridico data dal giudice di merito vincola il giudizio in appello.

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Intestazione immobile al coniuge e donazione indiretta

L’intestazione di un bene a un solo coniuge, a fronte del pagamento di una parte del prezzo da parte dell’altro coniuge, può configurare una donazione indiretta se sussiste l’animus donandi, inteso come volontà di arricchire il donatario senza corrispettivo. In tal caso, l’onere di provare l’assenza di spirito di liberalità incombe al coniuge che ha effettuato il pagamento.

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Procacciatore d'affari, prescrizione e onere della prova

La sentenza conferma il principio secondo cui il diritto alla provvigione del procacciatore d’affari è soggetto a prescrizione quinquennale. Inoltre, l’attività di mediazione, se svolta in modo professionale e continuativo, richiede l’iscrizione al ruolo, pena l’insussistenza del diritto alla provvigione.

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Appalto opere secondo le direttive del committente

La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado che aveva rigettato sia l’opposizione a decreto ingiuntivo che la domanda riconvenzionale in un caso di appalto caratterizzato da opere difformi rispetto al progetto. La Corte ha ritenuto che, essendo l’appalto a corpo ed essendo state accertate difformità riconducibili ad errori di progettazione, l’appaltatore non fosse responsabile, avendo eseguito le opere secondo le direttive del committente.

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Divisione ereditaria e prelevamenti tra coeredi

La sentenza chiarisce la normativa in tema di divisione ereditaria, con particolare riguardo ai diritti e agli obblighi dei coeredi in relazione ai beni comuni, compresi i frutti civili. Viene inoltre analizzato il meccanismo dei prelevamenti e delle imputazioni, nonché la rilevanza della domanda di rendiconto nel giudizio divisionale.

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Risoluzione del contratto di appalto per gravi difetti

La Corte ha confermato la sentenza di primo grado che aveva risolto il contratto di appalto per gravi difetti di realizzazione, condannando l’appaltatore al risarcimento del danno. La Corte ha ribadito che in caso di vizi che rendano la cosa inidonea all’uso o ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore, il committente può richiedere la risoluzione del contratto, oltre al risarcimento del danno.

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Riconoscimento indennizzo per talidomide

La sentenza ribadisce che la prova del nesso causale tra l’assunzione di talidomide da parte della madre durante la gravidanza e le malformazioni del figlio deve essere rigorosa. Si precisa inoltre che la conoscenza ai fini della prescrizione non si presume ma deve essere effettiva e riconducibile ad una diagnosi medica.

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Servitù di passaggio e distanze legali tra edifici

La sentenza conferma i principi in materia di servitù di passaggio e distanze legali tra edifici, condannando la modifica della conformazione dei luoghi che ha comportato una diminuzione della larghezza e un aumento della pendenza del passaggio, e l’apertura di una veduta a distanza inferiore a quella legale.

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Restituzione retta per ricovero in RSA

La sentenza afferma il principio per cui le prestazioni socio-sanitarie, caratterizzate da particolare rilevanza terapeutica e intensità della componente sanitaria, sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Nel caso in cui le prestazioni di natura sanitaria non possano essere eseguite se non congiuntamente all’attività di natura socioassistenziale, prevale la natura sanitaria del servizio.

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Responsabilità ridotta per concorso di colpa in incidente stradale

La sentenza chiarisce che in tema di incidenti stradali la presunzione di pari responsabilità per la causazione del sinistro, prevista dall’art. 2054 c.c., si applica anche quando non si è verificato uno scontro tra i veicoli, ma sussista un effettivo contributo causale. Si precisa che tale presunzione può essere superata solo fornendo una prova liberatoria. Viene inoltre analizzato il corretto calcolo della detrazione di un acconto corrisposto prima della liquidazione definitiva del danno da risarcimento.

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Violazione del principio di divieto di nova in appello

La sentenza verte su un appello dichiarato inammissibile. La Corte ha ritenuto che l’appellante non avesse fornito prove sufficienti a supportare le proprie affermazioni in merito al trasferimento del credito risarcitorio e che avesse introdotto nuovi fatti in appello, violando il principio di divieto di nova in appello.

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Rimozione cavidotto su proprietà privata in assenza di servitù

La sentenza ribadisce il principio per cui l’apposizione di un cavo interrato su proprietà altrui, in assenza di servitù o di altro titolo che la giustifichi, costituisce violazione del diritto di proprietà e comporta la condanna alla rimozione e al ripristino dello stato dei luoghi. L’onere della prova del titolo spetta al soggetto che ha realizzato l’opera. La sussistenza del danno da mancata utilizzazione del bene va, invece, specificamente provata.

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