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Diritto del Lavoro

Responsabilità professionale dell'avvocato

La sentenza chiarisce i principi in tema di responsabilità professionale dell’avvocato per omesso svolgimento di un’attività processuale nell’interesse del cliente, ribadendo che la relativa prova non può essere limitata alla dimostrazione della negligenza ma deve riguardare anche il danno e il nesso di causalità tra condotta del professionista e pregiudizio patito dal cliente. In particolare, deve essere accertato, secondo criteri probabilistici, che se il professionista avesse tenuto il comportamento doveroso, il risultato positivo auspicato dal cliente sarebbe stato conseguito.

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Riconoscimento della malattia professionale

La sentenza ribadisce il principio della responsabilità del datore di lavoro per la tutela della salute dei lavoratori, anche in caso di adeguamento successivo alle normative di sicurezza, qualora sussista un nesso causale tra attività lavorativa pregressa e patologia.

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Mancato superamento periodo di prova e nuova assunzione

Il mancato superamento del periodo di prova non costituisce causa ostativa alla partecipazione a un nuovo concorso pubblico e alla successiva assunzione a tempo indeterminato. Tale principio si applica anche nel caso in cui il dipendente sia stato precedentemente dispensato dal servizio per mancato superamento del periodo di prova, in quanto la dispensa non produce effetti preclusivi sulla possibilità di instaurare nuovi rapporti di lavoro con la Pubblica Amministrazione.

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Inammissibilità dell'appello - Notifica PEC

La sentenza conferma la validità della notifica di un atto effettuata tramite un indirizzo PEC istituzionale non presente nei pubblici elenchi, purché il dominio del mittente sia facilmente riconducibile all’ente e consenta al destinatario di identificarne la provenienza senza incertezze. Viene inoltre ribadito che l’onere della prova relativa alla ricezione di un atto ricade sul destinatario.

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Risarcimento danni per ritardata assunzione

La sentenza conferma il principio di diritto secondo cui il lavoratore danneggiato da un comportamento illegittimo della pubblica amministrazione ha l’onere di adottare comportamenti attivi per mitigare il danno, ma tali comportamenti non devono essere gravosi o comportare rischi o sacrifici eccessivi. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la docente non fosse tenuta a trasferirsi in altra provincia per ottenere supplenze che le avrebbero consentito di maturare i punteggi necessari per l’assunzione, in quanto ciò avrebbe comportato un sacrificio personale e familiare eccessivo.

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Riconoscimento servizio svolto con titolo di studio non valido

L’Amministrazione può effettuare controlli sulla veridicità delle dichiarazioni rese dagli aspiranti anche successivamente all’assunzione, purché tempestivamente. Il servizio prestato sulla base di un titolo di studio non posseduto è considerato servizio di fatto e non di diritto.

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Rigetto appello per inquadramento superiore

La prescrizione decennale decorre autonomamente per ogni giorno in cui si protrae la situazione che ha dato origine al diritto. L’onere della prova è a carico del lavoratore. Ai fini dell’inquadramento il giudice deve fare riferimento alle declaratorie contrattuali.

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Licenziamento per giusta causa e potere di rappresentanza

La sentenza affronta il tema del licenziamento per giusta causa, in particolare in relazione all’esercizio del potere di rappresentanza da parte del lavoratore e alla sussistenza di una situazione di emergenza. La Corte, analizzando le prove documentali e testimoniali, rileva come il comportamento del dipendente integri gli estremi della giusta causa, essendosi posto in essere un comportamento esorbitante rispetto alle mansioni assegnate, con grave lesione del vincolo fiduciario.

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Pensione di vecchiaia anticipata per invalidità

La sentenza chiarisce i requisiti per il diritto alla pensione di vecchiaia anticipata in caso di invalidità, ribadendo che l’elevazione dei limiti di età non si applica agli invalidi con una percentuale superiore all’80%, indipendentemente dalla capacità lavorativa. Inoltre, si chiarisce l’applicabilità del meccanismo delle ‘finestre’ previsto dal D.L. n. 78/2010 anche in caso di pensione di vecchiaia anticipata per invalidità.

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Inquadramento del lavoratore, riconoscimento livello CCNL Mobilità

La sentenza ribadisce che per il riconoscimento di un livello superiore è necessario che il lavoratore abbia svolto mansioni più complesse rispetto a quelle previste dal proprio inquadramento contrattuale, per un periodo di tempo significativo e con carattere di continuità.

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Diritto al reddito di cittadinanza dopo revoca illegittima

Il principio cardine della sentenza risiede nell’affermazione che, in caso di revoca illegittima del reddito di cittadinanza, il beneficiario conserva il diritto a percepire la prestazione per i mesi successivi alla revoca stessa, fino al termine previsto dalla legge, a partire dalla data di presentazione di una nuova domanda.

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Esonero contributivo lavoratrici madri con contratto a termine

La sentenza affronta la questione dell’esonero contributivo previsto per le lavoratrici madri, analizzando la normativa italiana alla luce del diritto europeo e del principio di non discriminazione. Viene ribadita l’importanza dell’interpretazione conforme e l’applicazione estensiva dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato.

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Illegittimità esclusione da graduatorie supplenze

Il tribunale ha stabilito che l’esclusione di un candidato da successive assegnazioni di supplenze, in caso di mancata assegnazione al primo turno per mancanza di sedi disponibili tra quelle indicate nelle preferenze, è illegittima se basata su una interpretazione errata dell’ordinanza ministeriale che disciplina la procedura.

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Aspettativa e vincolo quinquennale

In materia di pubblico impiego privatizzato, l’articolo 35, comma 5-bis, del D.Lgs. n. 165/2001, che impone ai vincitori di concorso di permanere nella sede di prima destinazione per almeno un quinquennio, non trova applicazione nell’ipotesi di aspettativa ex articolo 23-bis dello stesso decreto, in quanto norma non imperativa. La ratio dell’articolo 35, comma 5-bis, è quella di garantire la copertura dei posti vacanti per i quali è stato espletato un concorso pubblico, mentre l’aspettativa di cui all’articolo 23-bis non pregiudica tale esigenza, in quanto sospende il rapporto di lavoro solo temporaneamente.

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Rigettato ricorso per lavoro subordinato non provato

Il giudice ha rigettato il ricorso di un lavoratore che chiedeva il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato perché non ha fornito prove sufficienti a dimostrare l’esistenza del rapporto. Il lavoratore si è contraddetto nelle sue dichiarazioni e non ha prodotto testimoni a sostegno delle sue affermazioni.

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Ricorso contro sanzione disciplinare

La sentenza conferma la legittimità del potere organizzativo del datore di lavoro in materia di orario di lavoro e sanzioni disciplinari, purché esercitate nei limiti previsti dai contratti collettivi.

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Illegittimità del licenziamento per mancato scontrino

Nel caso di un dipendente addetto alla ristorazione su treni, l’omissione dell’emissione di uno scontrino e il trattenimento di una somma di denaro, pur costituendo un’azione grave e contraria ai doveri del lavoratore, non giustificano automaticamente il licenziamento. Il giudice, nel valutare la legittimità del licenziamento, deve valutare la proporzionalità tra la condotta contestata e la sanzione irrogata, tenendo conto della gravità del fatto, delle sue conseguenze e dell’intensità dell’elemento intenzionale.

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Il Giudicato e i contributi previdenziali

Il principio di diritto affermato stabilisce che l’accertamento giurisdizionale sull’illegittimità di una trattenuta contributiva, basata su una specifica delibera, per un determinato periodo, fa stato anche per periodi successivi se la trattenuta deriva dalla medesima delibera dichiarata illegittima.

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Controlli tecnologici posti in essere dal datore di lavoro

In tema di cd. sistemi difensivi, sono consentiti i controlli anche tecnologici posti in essere dal datore di lavoro finalizzati alla tutela di beni estranei al rapporto di lavoro o ad evitare comportamenti illeciti, in presenza di un fondato sospetto circa la commissione di un illecito, sempre che il controllo riguardi dati acquisiti successivamente all’insorgere del sospetto.

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Illegittimità di licenziamento per attività extralavorativa

La sentenza ribadisce il principio di diritto secondo cui il controllo datoriale tramite investigatore privato durante la malattia è illegittimo se non supportato da un fondato sospetto di attività fraudolenta. Viene inoltre ribadito che il licenziamento rappresenta una extrema ratio e che l’onere della prova della giusta causa spetta al datore di lavoro.

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