Il D. lgs n. 446 del 1997, ha istituito l’imposta regionale sulle attività produttive esercitate nel territorio delle regioni; è un tributo di carattere reale e non deducibile, ai fini delle imposte sui redditi, che colpisce la ricchezza delle attività, nella fase di produzione. Presupposto, per la sua applicabilità, è l’esercizio abituale di un’attività diretta […]
Il D. lgs n. 446 del 1997, ha istituito l’imposta regionale sulle attività produttive esercitate nel territorio delle regioni; è un tributo di carattere reale e non deducibile, ai fini delle imposte sui redditi, che colpisce la ricchezza delle attività, nella fase di produzione. Presupposto, per la sua applicabilità, è l’esercizio abituale di un’attività diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi. L’attività esercitata dalle società e dagli enti, compresi gli organi e le amministrazioni dello Stato, costituisce in ogni caso presupposto di imposta. La normativa individua quali sono i soggetti passivi destinatari, tra i quali si annoverano: a. società ed enti; b. società in nome collettivo e in accomandita semplice e quelle ad esse equiparate, nonché le persone fisiche esercenti attività commerciali; c.persone fisiche, società semplici e quelle ad esse equiparate; d. produttori agricoli titolari di reddito agrario, ad esclusione dei soggetti in regime di esonero di iva; e.enti pubblici e privati. I soggetti indicati, pertanto, sono onerati a presentare la dichiarazione utilizzando il modello I.R.A.P., contenuto nel Modello Unico, approvato annualmente dall’Amministrazione Finanziaria con apposito provvedimento. L’imposta non si applica invece, ai fondi comuni di investimento, ai fondi pensione, ai gruppi economici di interesse europeo (GEIE). L’I.R.A.P. si applica sul valore della produzione netta derivante dall’attività esercitata nel territorio della regione. Se l’attività è esercitata nel territorio di più regioni si considera prodotto nel territorio di ciascuna regione il valore della produzione netta proporzionalmente corrispondente all’ammontare delle retribuzioni corrisposte al personale a qualunque titolo utilizzato, compresi i compensi corrisposti ai collaboratori coordinati e continuativi e gli utili erogati agli associati in partecipazione addetto, con continuità, a stabilimenti, cantieri, uffici o basi fisse, operanti per un periodo di tempo non inferiore a tre mesi nel territorio di ciascuna regione, ovvero per le banche, gli altri enti e società finanziarie, ad eccezione della Banca d’Italia e dell’Ufficio italiano cambi, le imprese di assicurazione e le imprese agricole proporzionalmente corrispondente, rispettivamente, ai depositi in denaro e in titoli, agli impieghi, ai premi raccolti presso gli uffici e all’estensione dei terreni, ubicati nel territorio di ciascuna regione. Si considera prodotto nella regione nel cui territorio il soggetto passivo e’ domiciliato il valore della produzione netta derivante dalle attività esercitate nel territorio di altre regioni senza l’impiego, per almeno tre mesi, di personale. E’ la normativa statale a stabilire le aliquote, (si ricorda che l’aliquota ordinaria è di 4,25%) in base al tipo di attività svolte, demandando alle singole Regioni il compito, di variazione, seppure entro il limite di un punto percentuale.
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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