LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto di Famiglia

Affidamento esclusivo, trasferimento di un genitore all'estero

Il Tribunale può disporre la modifica delle condizioni di affidamento dei figli minori in caso di significativi cambiamenti nelle condizioni dei genitori. In particolare, il trasferimento di un genitore all’estero, che renda difficile il suo coinvolgimento nella vita del figlio e la sua partecipazione alle decisioni genitoriali, può costituire un valido motivo per l’affidamento esclusivo all’altro genitore.

Continua »
Affidamento congiunto con residenza presso il padre

Il provvedimento in esame affronta la delicata questione dell’affidamento di un minore in un contesto familiare conflittuale. Il Tribunale, dopo attenta valutazione delle evidenze emerse nel corso del procedimento, compresa una consulenza tecnica d’ufficio, opta per l’affidamento congiunto con collocazione prevalente presso il padre, garantendo il diritto di visita della madre e sottolineando l’importanza di una comunicazione sana ed efficace tra i genitori nell’interesse del minore. Il provvedimento evidenzia la centralità del superiore interesse del minore, la rilevanza della sua volontà in relazione all’età e al grado di maturità, nonché la necessità di tutelarlo da dinamiche conflittuali dannose per il suo benessere psico-fisico. Viene inoltre ribadito il dovere dei genitori di collaborare per garantire la bigenitorialità, ricorrendo a strumenti come la mediazione familiare.

Continua »
Responsabilità professionale, stima errata di immobili in eredità

La sentenza affronta il tema della responsabilità professionale di un consulente tecnico chiamato a stimare il valore di immobili in un contesto ereditario. Il Tribunale ha rigettato la domanda risarcitoria ritenendo che l’attrice non abbia dimostrato il nesso causale tra la presunta errata valutazione dei beni da parte del consulente e i danni economici subiti. In particolare, il Tribunale ha evidenziato che la decisione dell’attrice di agire in giudizio e di concludere un accordo transattivo si basava su una complessa serie di fattori, non riconducibili unicamente alla stima del consulente. Inoltre, il Tribunale ha rilevato che l’attrice, pur essendo a conoscenza della differenza di valutazione tra la perizia del consulente e quella del CTU, non aveva assunto una posizione coerente, avendo inizialmente chiamato a rispondere entrambi i professionisti.

Continua »
Attribuzione del cognome del figlio nato fuori dal matrimonio

262 c. c. , in tema di figlio nato fuori dal matrimonio, dispone che: Il figlio assume il cognome del genitore che per primo lo ha riconosciuto. La valutazione, ampiamente discrezionale, attiene al giudizio di merito, ma, nel caso in esame, la Corte di appello si era astenuta da qualsiasi valutazione ed ha applicato impropriamente il criterio automatico previsto per il caso del figlio riconosciuto alla nascita da entrambi i genitori non coniugati, in assenza di differente accordo, come formulato dalla Corte Costituzionale.

Continua »
Contratto di comodato e assegnazione della casa coniugale

Il contratto di comodato di immobile ad uso abitativo, stipulato con la previsione di un termine di durata, si rinnova tacitamente ove la disdetta non venga comunicata nei termini. L’assegnazione della casa coniugale, disposta a seguito di separazione, non determina la cessazione del contratto di comodato, ma ne comporta la continuazione in capo al coniuge assegnatario.

Continua »
Assegnazione della casa familiare, collegamento stabile dei figli

L’assegnazione della casa familiare si estende anche a mobili ed arredi, essendo indissolubilmente legata alla collocazione dei figli minori o maggiorenni non autosufficienti, i quali hanno diritto di conservare l’habitat domestico nel quale sono nati o cresciuti, composto delle mura e degli arredi. 155, comma 4, c. c. , ricomprende, per la finalità sopraindicate, non il solo immobile, ma anche i mobili, gli arredi, gli elettrodomestici ed i servizi, con l’eccezione dei beni strettamente personali che soddisfano esigenze peculiari dell’altro ex coniuge (Cass. ,

Continua »
Breve durata del matrimonio e assegno di mantenimento

Con riferimento al tema del mantenimento del coniuge ed ai recenti approdi giurisprudenziali riguardanti, tra l’altro l’assegno di mantenimento, è possibile richiamare quanto, su questi aspetti, ricordato, in motivazione, dalla pronuncia resa da Cass. n. 20638/2004), ciò in quanto “La durata del matrimonio ed il contributo apportato da un coniuge alla formazione del patrimonio dell’altro coniuge sono elementi valutabili al fine di stabilire l’importo dell’assegno di mantenimento. ” (

Continua »
Congedo straordinario per assistenza al genitore disabile

La sentenza afferma il principio per cui il diritto al congedo straordinario per assistenza a un familiare disabile può essere riconosciuto anche se la convivenza con il soggetto bisognoso di cure è successiva alla richiesta, purché tale convivenza sia stata preordinata e finalizzata a fornire l’assistenza necessaria.

Continua »
Restituzione somme da parte di ex convivente

La sentenza affronta il tema delle attribuzioni patrimoniali tra ex conviventi, stabilendo che esse possono configurarsi come adempimento di un’obbligazione naturale se proporzionate alle condizioni economiche delle parti. In assenza di prova di un titolo giuridico che giustifichi la restituzione (come un contratto di mutuo), prevale il principio di solidarietà familiare, escludendo la ripetibilità di quanto versato.

Continua »
Domanda di arricchimento senza causa tra ex conviventi

In tema di convivenza more uxorio, l’acquisto di un immobile con denaro proveniente da uno solo dei conviventi, in assenza di prova di un animus donandi, può configurare un arricchimento senza causa se l’entità dell’esborso eccede i limiti di proporzionalità e adeguatezza rispetto alle condizioni economico-patrimoniali delle parti.

Continua »
Restituzione di somme tra ex conviventi

La sentenza in esame affronta il tema della ripetibilità di somme tra ex conviventi more uxorio. La Corte d’Appello ha ribadito il principio per cui, in assenza di prova di un’espressa pattuizione, le reciproche dazioni in denaro o in lavoro durante la convivenza si presumono effettuate in adempimento di un’obbligazione naturale ex art. 2034 c.c., non suscettibile di ripetizione. La Corte ha inoltre escluso la configurabilità di un indebito arricchimento, non essendo emersa una sproporzione evidente tra le contribuzioni degli ex conviventi rispetto alle loro possibilità economiche.

Continua »
Donazione indiretta e convivenza more uxorio

In tema di liberalità, la convivenza more uxorio, pur di durata significativa, non è sufficiente a dimostrare l’intento donativo. L’animus donandi deve essere provato in concreto, anche tramite presunzioni gravi, precise e concordanti. In assenza, si applica il principio dell’equa ripartizione delle spese in base alle quote di comproprietà.

Continua »
Divisione contribuzione al mutuo dopo la convivenza more uxorio

La sentenza definisce i criteri di ripartizione dei beni e degli oneri finanziari al termine di una convivenza more uxorio. La Corte esamina la validità della domanda di restituzione di parte del corrispettivo della vendita di un immobile cointestato e analizza le eccezioni di donazione indiretta e adempimento di un’obbligazione naturale relative al pagamento di un mutuo da parte di uno solo dei conviventi.

Continua »
Arricchimento senza causa e convivenza more uxorio

In caso di convivenza more uxorio, la presunzione di gratuità delle prestazioni effettuate non si applica quando i contributi di uno dei conviventi eccedono i limiti di proporzionalità e adeguatezza. Nel caso di specie, la Corte d’Appello ha confermato la condanna alla restituzione di una somma di denaro versata da uno dei conviventi per l’acquisto di un immobile intestato solo all’altro convivente, in quanto tale somma è stata ritenuta sproporzionata rispetto alle condizioni economiche della coppia.

Continua »
Mancato riconoscimento di un prestito durante la convivenza

La sentenza conferma il principio secondo cui, in caso di prestiti tra ex conviventi, l’onere della prova circa l’esistenza e la natura del prestito grava sulla parte che ne richiede la restituzione. La mancata contestazione specifica da parte del debitore non è sufficiente a provare il credito, soprattutto se il contesto familiare suggerisce la possibilità di contribuzioni spontanee alle esigenze comuni.

Continua »
Restituzione somme e arricchimento senza causa tra ex conviventi

In tema di convivenza more uxorio, il convivente che abbia sostenuto spese per l’acquisto e la ristrutturazione di un immobile di proprietà esclusiva dell’altro convivente può agire per ottenere la restituzione delle somme erogate. In assenza di un contratto di mutuo, trova applicazione l’azione di arricchimento senza causa ex art. 2041 c.c.. Il divieto di nova in appello, ex art. 345 c.p.c., si applica anche alle mere contestazioni di fatto non sollevate in primo grado. La mancata indicazione della causale nei bonifici bancari non consente di imputare il pagamento ad un debito specifico, in presenza di altri rapporti debitori tra le parti (art. 1193 c.c.).

Continua »
Azione di arricchimento senza causa tra ex conviventi

La sentenza in esame affronta la tematica dell’arricchimento senza causa tra ex conviventi, chiarendo che l’onere di provare gli esborsi sostenuti in favore del convivente grava sull’attore. La Corte ribadisce che la simulazione del prezzo di vendita di un immobile non può essere provata per presunzioni e che, in assenza di prove concrete, non è possibile riconoscere l’indennizzo per le opere extra-capitolato. Inoltre, viene analizzata la possibilità di ricorrere al giuramento suppletorio ed estimatorio, concludendo che tali strumenti probatori non sono utilizzabili in assenza di una solida base probatoria a sostegno delle pretese dell’attore.

Continua »
Restituzione di denaro a seguito di convivenza more uxorio

La sentenza chiarisce la distinzione tra adempimenti dovuti in costanza di convivenza e la ripetibilità di somme prestate. Vengono analizzati i concetti di obbligazione naturale, arricchimento senza causa e la rilevanza della causale nei bonifici. Si sottolinea l’importanza della prova in merito alla sussistenza del vincolo di convivenza e della mancata contestazione tempestiva come elemento probatorio. Si ribadisce che la coabitazione e la contribuzione alle spese familiari non sono elementi sufficienti a provare la convivenza in caso di contestazione. Si precisa che la compensazione delle spese legali in caso di soccombenza reciproca non deve essere necessariamente proporzionale al valore delle domande accolte.

Continua »
Immobile in comproprietà e revoca assegnazione casa familiare

La sentenza chiarisce che il genitore non assegnatario della casa familiare non può pretendere un’indennità di occupazione per la quota di proprietà dell’immobile occupato dal figlio convivente con l’altro genitore. L’indennità è invece dovuta dal genitore che continua ad occupare l’immobile dopo la revoca dell’assegnazione. La sentenza specifica inoltre che il rimborso delle spese straordinarie va ripartito tra i comproprietari, tenendo conto dell’eventuale fruizione di detrazioni fiscali.

Continua »
Configurabilità dell'arricchimento senza causa tra ex coniugi

La Corte d’Appello ha stabilito che i pagamenti effettuati da un ex coniuge durante il matrimonio, in assenza di prova di sproporzione rispetto alle proprie condizioni economiche, non costituiscono arricchimento senza causa, ma rientrano negli obblighi di solidarietà previsti dall’art. 143 c.c.. Pertanto, tali somme non sono soggette a ripetizione.

Continua »