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Codice Civile
Codice Penale

Diritto Fallimentare

Apertura della liquidazione controllata del patrimonio del debitore

La sentenza riguarda l’apertura della liquidazione controllata del patrimonio di un debitore, procedura prevista per chi si trova in stato di sovraindebitamento. Il Tribunale, verificati i presupposti di legge, ha nominato un liquidatore, stabilito la somma che il debitore può trattenere per il proprio sostentamento e le modalità di pagamento dei creditori.

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Accertamento di Società di Fatto e Liquidazione Giudiziale

La sentenza affronta il tema della società di fatto e dell’estensione della liquidazione giudiziale. Il Tribunale, sulla base degli elementi probatori presentati, ha accertato l’esistenza di una società di fatto tra due società, evidenziando la comunione di intenti e la commistione patrimoniale. Di conseguenza, ha disposto l’estensione della liquidazione giudiziale ai soci illimitatamente responsabili di entrambe le società.

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Apertura della liquidazione giudiziale per stato di insolvenza

Il Tribunale ha dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale di una società a responsabilità limitata, accertando lo stato di insolvenza. La sentenza si basa sulla presenza di inadempimenti, sul mancato pagamento dei debiti, sulla mancata presentazione dei bilanci e sull’irreperibilità della società.

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Inammissibilità della domanda di ammissione al passivo

Il Tribunale ha ribadito il principio per cui nel giudizio di opposizione allo stato passivo non è consentito introdurre nuove domande rispetto a quelle originariamente proposte nell’istanza di insinuazione al passivo. Inoltre, ha ribadito che grava sul creditore l’onere di provare l’esistenza e l’ammontare del proprio credito, non essendo sufficiente la mera allegazione dello stesso.

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Apertura della liquidazione giudiziale per stato di insolvenza

La sentenza afferma la competenza territoriale del Tribunale in base al luogo di effettiva attività dell’impresa e non alla semplice sede legale. Viene dichiarata l’apertura della liquidazione giudiziale di una società a responsabilità limitata, riconoscendo lo stato di insolvenza a seguito di inadempimenti e mancato pagamento dei debiti, incapacità di far fronte alle obbligazioni e mancata presentazione dei bilanci.

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Liquidazione controllata e stato di insolvenza

La sentenza afferma che per l’apertura della liquidazione controllata è necessario che il creditore ricorrente dimostri la propria legittimazione, che sussista la competenza territoriale del Tribunale adito e che il debitore sia stato posto in condizione di difendersi. Inoltre, il debito complessivo del debitore deve superare la soglia prevista dalla legge e deve sussistere lo stato di insolvenza, che si configura come incapacità di far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni. La rateizzazione di debiti iscritti a ruolo non esclude la qualifica di debito scaduto.

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Apertura della liquidazione giudiziale di una società

La sentenza affronta il tema dell’iniziativa per la dichiarazione di apertura della liquidazione giudiziale, la verifica dei presupposti di procedibilità, l’accertamento dello stato di insolvenza e la nomina degli organi della procedura.

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Liquidazione Controllata e Sospensione delle Procedure Esecutive

La sentenza afferma il principio della par condicio creditorum nelle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento. Viene chiarito che le procedure esecutive individuali, come le cessioni del quinto dello stipendio o i pignoramenti presso terzi, devono cessare dopo l’apertura della procedura concorsuale. Inoltre si chiarisce che la durata della procedura deve essere commisurata alla possibilità di soddisfare i creditori ma comunque non può superare il termine per l’esdebitazione del debitore.

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Concordato preventivo in continuità e facoltà di cram down

Il Tribunale ha analizzato i requisiti per l’omologa forzosa di un concordato preventivo in continuità aziendale in presenza del voto negativo di alcune classi di creditori. In particolare, ha verificato il rispetto della regola della absolute priority rule e l’applicazione del principio di non discriminazione tra classi di creditori di pari grado. Inoltre, ha approfondito il tema dei poteri del Tribunale di disporre la riduzione e l’aumento del capitale sociale in sede di omologazione del concordato, in deroga ai principi di diritto societario.

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Trasferimento immobiliare post fallimento e cancellazione oneri

La sentenza chiarisce che il trasferimento di un immobile a seguito di sentenza ex art. 2932 c.c., a differenza della vendita fallimentare disciplinata dall’art. 108 l.f., non produce l’effetto purgativo dei gravami ipotecari. Il giudice, pertanto, non può disporre la cancellazione di ipoteche senza il consenso del creditore ipotecario, in quanto ciò lederebbe i diritti di quest’ultimo. La sentenza sottolinea l’importanza della tutela dei creditori ipotecari e la distinzione tra vendita fallimentare e trasferimento coattivo in esecuzione di un preliminare.

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Revocabilità del pagamento del terzo pignorato

Il pagamento coattivo del terzo pignorato, eseguito durante il periodo sospetto antecedente la dichiarazione di fallimento del debitore, è revocabile in quanto pregiudica la par condicio creditorum. Il creditore procedente è considerato a conoscenza dello stato di difficoltà del debitore, avendo avviato l’esecuzione forzata, e il pagamento integrale ricevuto compromette la ripartizione equa tra i creditori.

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Fondo di garanzia per la previdenza complementare

La sentenza chiarisce che per accedere al Fondo di garanzia per la previdenza complementare, il lavoratore deve aver insinuato al passivo fallimentare il proprio credito, che in origine di natura retributiva, assume natura previdenziale solo a seguito del versamento al Fondo. In caso di fallimento del datore di lavoro, il lavoratore, è legittimato ad insinuarsi al passivo per ottenere la soddisfazione del proprio credito in via privilegiata, subentrando il Fondo di garanzia, in caso di pagamento, nei diritti del lavoratore.

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Reclamo avverso sentenza di apertura di liquidazione giudiziale

La sentenza analizza la legittimità dell’apertura di una liquidazione giudiziale contestata in merito alla riduzione dei termini a difesa e alle modalità di notifica. La Corte, confermando il provvedimento impugnato, ha ritenuto legittima l’abbreviazione dei termini in ragione dell’imminente scadenza del termine annuale dalla cancellazione della società dal registro delle imprese. Inoltre, la Corte ha ritenuto legittima la notifica a mezzo deposito presso la casa comunale in ragione dell’accertata irreperibilità del destinatario presso la sede legale.

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Bancarotta impropria da false comunicazioni sociali

Bancarotta impropria da false comunicazioni sociali, avere occultato nei bilanci le perdite derivanti da plurime condotte depauperative, perdite che, ove annotate per quello che erano – e non dietro le mentite spoglie di operazioni apparentemente regolari – avrebbero disvelato la criticità della situazione economico-patrimoniale della società ed avrebbero determinato l’esigenza di assumere i provvedimenti consequenziali per la ricapitalizzazione della stessa. A tale riguardo, può affermarsi che la giurisprudenza della Suprema Corte, negli ultimi anni si è attestata su un’esegesi particolarmente rigorosa quanto alla responsabilità dell’amministratore senza delega e, in particolare, ai criteri in base ai quali ritenerlo consapevole e, quindi, responsabile di attività predatorie ai danni della società amministrata, commesse dall’amministratore munito di delega.

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Bancarotta fraudolenta documentale, scomparsa dei libri contabili

La Corte di Appello di Torino confermava la sentenza con cui il tribunale di Torino, in data 13. In una serie di recenti e condivisibili arresti si è, inoltre, precisato, che, in tema di bancarotta fraudolenta documentale, l’occultamento delle scritture contabili, per la cui sussistenza e necessario il dolo specifico di recare pregiudizio ai creditori, consistendo nella fisica sottrazione delle stesse alla disponibilità degli organi fallimentari, anche sotto forma della loro omessa tenuta, costituisce una fattispecie autonoma ed alternativa – in seno all’art.

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Curatore, non adesione alla domanda formulata dal creditore

La contestazione sussiste in tutte le ipotesi in cui il curatore non esprima una integrale adesione alla domanda formulata dal creditore.

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Concordato con continuità aziendale

Il requisito della continuità aziendale, per l’ammissione della proposta alla relativa procedura concorsuale di soluzione della crisi di impresa, richiede che l’azienda, in relazione alla quale si propone ai creditori la “prosecuzione” dell’attività per ricavarne reddittività, sia comunque “in esercizio”, al momento della proposta di concordato, non rilevando invece come cause ostative all’ammissione della proposta al predetto concordato la modificazione di una parte dell’attività produttiva ovvero la diminuzione del numero dei dipendenti.

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Concordato preventivo per differire il fallimento

La domanda di concordato preventivo presentata dal debitore non per regolare la crisi dell’impresa attraverso un accordo con i suoi creditori, ma con il palese scopo di differire la dichiarazione di fallimento, è inammissibile in quanto integra gli estremi di un abuso del processo.

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Contribuente dichiarato fallito e atto impositivo

XXX proponeva ricorso per la cassazione della sentenza n. 2361/16 con la quale la Commissione Tributaria Regionale della Campania, a conferma della prima decisione, aveva ritenuto inammissibile il ricorso da lui proposto contro due avvisi di accertamento con i quali l’Agenzia delle Entrate aveva disconosciuto costi non documentati e recuperato l’Iva con riguardo ad altrettanti periodi di imposta. Tanto più alla luce della soluzione che si è indicata in ordine al presupposto della legittimazione sostitutiva del fallito in ambito tributario (inerzia semplice), si ritiene che debba essere preferita questa seconda interpretazione, del resto già argomentabile da Cass.

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Liquidazione coatta amministrativa, improcedibilità

Liquidazione coatta amministrativa, apertura della procedura concorsuale si verifica l’improcedibilità del giudizio.

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