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Codice Civile
Codice Penale

Diritto Fallimentare

Amministratore giudiziario, fallimento, reclamo

L’amministratore giudiziario, in sede di sequestro assunto ai sensi dell’art.

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Gestione del patrimonio sociale, amministratore giudiziario

Non può non rilevarsi che la gestione del patrimonio sociale finalizzata alla sua conservazione in vista del conclusivo provvedimento ablativo interferisce con la finalità della procedura concorsuale e legittima perciò ex se, l’amministratore giudiziario, cui il giudice della misura cautelare ha demandato quel compito, ad agire in giudizio al fine di garantire le finalità sottese all’adozione della misura, al pari di ogni altro interessato, ed anzi a maggior ragione.

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Amministratore giudiziario, fallimento, legittimazione

L’ontologica difformità tra le indicate funzioni demandabili all’amministratore giudiziario – custodia e conservazione ovvero amministrazione e gestione – impone, in logica conseguenza, di verificarne la legittimazione sostanziale e processuale in concreto, in correlazione all’espletamento della funzione che, nella gamma delle competenze del suo ufficio, esso intende svolgere. Il corollario comporta che, spettando all’amministratore della società la legittimazione – jure proprio – a resistere alla richiesta di fallimento e quindi a reclamare la successiva sentenza, l’amministratore giudiziario, nell’esercizio di quella stessa funzione, ha veste sostanziale e processuale che lo legittima ad assumere analoga iniziativa.

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Fallimento, custode dei beni sequestrati, funzione

La funzione demandata al custode dei beni sequestrati ex art. 316-317 c. p. p. è sottesa alla mera conservazione dei beni sequestrati, e pertanto, non confligge con l’apertura del fallimento che, pur determinando lo spossessamento della gestione di quei beni, non determina sottrazione alla garanzia patrimoniale, in vista della quale è emessa la misura cautelare.

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Concessionario per la riscossione, ammissione al passivo

Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza n. 4861 del 5 marzo 2010

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Fallimento, ammissione al passivo dei crediti IRAP

Di tutti i crediti individuati dall’art. 2752 c.c. vanno inclusi anche i crediti IRAP, tanto è vero che con la modifica intervenuta con l’art. 39, comma 2, del d.l. n. 159 del 2007, convertito in legge n. 22 del 2007, il legislatore ha riconosciuto anche per detta imposta il privilegio generale sui mobili, così implicitamente […]

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Fallimento del socio illimitatamente responsabile

L’esistenza del rapporto sociale, anche al fine della dichiarazione di fallimento del socio illimitatamente responsabile a norma dell’art. 147 della legge fallimentare, può risultare da indici rilevatori quali le fideiussioni e i finanziamenti in favore dell’imprenditore, allorquando essi, ancorché riguardanti il solo momento esecutivo dei rapporti obbligatori della società, siano, per la loro sistematicità e […]

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Litisconsorzio necessario, opposizione fallimento

I creditori istanti per il fallimento di società di persone o imprenditore individuale, assumono la posizione di litisconsorti necessari nel giudizio di opposizione alla dichiarazione di fallimento proposto dal socio illimitatamente responsabile, cui sia stato esteso il fallimento della società di persone o il fallimento del socio, ritenuto inizialmente imprenditore individuale. Cassazione Civile, Sezione Prima, […]

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Azione esercitata nei confronti degli amministratori

L’azione esercitata dai commissari liquidatori di un’impresa in amministrazione straordinaria nei confronti degli amministratori e dei sindaci ex art. 146, 2° e 3° comma, legge fallimentare, ha natura contrattuale e carattere unitario ed inscindibile, risultando frutto della confluenza in un unico rimedio delle due diverse azioni di cui agli art.

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Soddisfacimento di un singolo creditore fallimentare

Il soddisfacimento di un singolo creditore fallimentare con mezzi di pagamento rivenienti da un patrimonio diverso da quello del fallito non comporta alcun depauperamento dell’attivo fallimentare

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Responsabilità per i danni derivanti dalla dichiarazione di fallimento

La responsabilità per i danni derivanti dalla dichiarazione di fallimento configura una particolare applicazione, al processo fallimentare, dell’istituto della responsabilità aggravata di cui all’art. 96 c. p. c. , postuli che la parte istante abbia quanto meno assolto l’onere di allegare gli elementi di fatto, desumibili dagli atti di causa, necessari ad identificarne concretamente l’esistenza ed idonei a consentire al giudice la relativa liquidazione, anche se equitativa.

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Istanza di fallimento, condanna alle spese del creditore istante

La pronuncia della condanna del creditore istante al pagamento delle spese e del compenso del curatore, ai sensi dell’art. 147, T. U. 115/2002, non presuppone l’effettiva condanna del creditore al risarcimento dei danni, ma soltanto l’accertamento del titolo della responsabilità, vale a dire che questi abbia chiesto la dichiarazione di fallimento con colpa.

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