Così come sancito dalle Sezioni Unite, superando l’originario indirizzo restrittivo della giurisprudenza, gli eredi sono legittimati alla proposizione della domanda di equo indennizzo per l’eccessiva durata del processo instaurato dal loro dante causa prima dell’entrata in vigore della legge n. 89 del 2001 in base alla considerazione che il fatto costitutivo del diritto all’indennizzo attribuito dalla legge nazionale coincide con la violazione dell’art.
Così come sancito dalle Sezioni Unite, superando l’originario indirizzo restrittivo della giurisprudenza, gli eredi sono legittimati alla proposizione della domanda di equo indennizzo per l’eccessiva durata del processo instaurato dal loro dante causa prima dell’entrata in vigore della legge n. 89 del 2001 in base alla considerazione che il fatto costitutivo del diritto all’indennizzo attribuito dalla legge nazionale coincide con la violazione dell’art. 6 della Convenzione per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, norma di immediata rilevanza nel diritto interno (SS.UU. 23 dicembre 2005, n. 28507).
Di conseguenza va riconosciuto agli eredi, pro quota, l’equo indennizzo che sarebbe stato liquidato al loro dante causa per l’eccessiva durata del processo da lui promosso sino alla data della sua morte, al quale va aggiunto l’indennizzo eventualmente spettante per intero a ciascuno degli eredi per la eccessiva durata della fase del processo successiva alla sua riassunzione.
Cassazione Civile, Prima Sezione, Sentenza n. 23939 del 9 novembre 2006
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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