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Esimente, scritti o espressioni a contenuto offensivo

598 c. p. allorché gli scritti o le espressioni a contenuto offensivo siano inviati non solo a coloro che ne debbono essere i destinatari nell’ambito del processo, ma anche ad altre persone, che nel processo non possono e non debbono avere alcuna parte. Cassazione Civile, Sezione Terza, Sentenza n. 25171 del 3 dicembre 2007

Pubblicato il 02 April 2009 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Non sussiste l’esimente di cui all’art. 598 c.p. allorché gli scritti o le espressioni a contenuto offensivo siano inviati non solo a coloro che ne debbono essere i destinatari nell’ambito del processo, ma anche ad altre persone, che nel processo non possono e non debbono avere alcuna parte.

In tale ipotesi, infatti, mentre non può ritenersi sussistente la condizione richiesta dalla stessa lettera della legge, che, riferita agli scritti presentati ed ai discorsi pronunciati dinanzi all’autorità giudiziaria, intende evidentemente riferirsi ad atti destinati ad essere utilizzati unicamente all’interno del processo, deve, d’altro lato, rilevarsi che viene a mancare, in relazione all’ulteriore diffusione, il fondamento stesso dell’esimente e cioè la necessità degli interessati di difendersi e di tutelare le proprie ragioni.

Cassazione Civile, Sezione Terza, Sentenza n. 25171 del 3 dicembre 2007

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato
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