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Licenziamento collettivo per riduzione di personale, comparazione tra lavoratori

In tema di licenziamento collettivo per riduzione di personale, la comparazione tra lavoratori di professionalità equivalente addetti a diverse unità produttive deve tener conto non solo delle mansioni concretamente svolte in quel momento, ma anche della capacità professionale degli addetti ai settori da sopprimere, mettendo quindi a confronto tutti coloro che siano in grado di svolgere le mansioni proprie dei settori che sopravvivono, indipendentemente dal fatto che in concreto non le esercitino al momento del licenziamento collettivo.

Pubblicato il 31 August 2024 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

La Corte di appello di Roma aveva respinto il reclamo proposto da XXX Srl avverso la pronuncia del Tribunale della stessa sede che aveva dichiarato illegittimo il licenziamento intimato in data 2.10.2017 a YYY all’esito della procedura collettiva di mobilità iniziata il 17.1.2017 e ne aveva ordinato la reintegra nel posto di lavoro, con condanna dell’azienda al pagamento dell’indennizzo commisurato a dodici mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, otre alla regolarizzazione contributiva previdenziale e assistenziale.

La Corte territoriale aveva confermato la illegittimità del licenziamento in considerazione della non corretta applicazione dei criteri di scelta determinata dalla mancata comparazione della lavoratrice, che svolgeva da ultimo mansioni di“Retail Field Account” con altre posizioni fungibili come quella di “District Supervisor”; aveva, poi, sottolineato che la valutazione di fungibilità doveva essere compiuta con riguardo al complessivo bagaglio di esperienze e conoscenze acquisito dalla dipendente nel corso del rapporto di lavoro quale “Supervisor Direct Sales” e non solo con quelle ultime svolte; aveva, infine, ritenuto condivisibile la ricostruzione del primo giudice secondo cui, dall’esame di tutte le risultanze processuali, era emerso che alcuni dipendenti, con un minore punteggio e con mansioni fungibili (appunto quelle di “District Supervisor Area” e anche quelle di coloro che erano addetti al settore “Trade merchandising”, cui anche era stata assegnata in precedenza l’originaria ricorrente), non erano stati licenziati.

Avverso la decisione di secondo grado veniva proposto ricorso per cassazione.

In tema di licenziamento collettivo per riduzione di personale, la comparazione tra lavoratori di professionalità equivalente addetti a diverse unità produttive deve tener conto non solo delle mansioni concretamente svolte in quel momento, ma anche della capacità professionale degli addetti ai settori da sopprimere, mettendo quindi a confronto tutti coloro che siano in grado di svolgere le mansioni proprie dei settori che sopravvivono, indipendentemente dal fatto che in concreto non le esercitino al momento del licenziamento collettivo.

Ciò in quanto in quanto la fungibilità, nella comparazione dei lavoratori da licenziare, implica la necessità di ricostruzione del complessivo bagaglio di esperienza e conoscenza del lavoratore onde verificare la effettiva sussistenza di professionalità omogenee da mettere a confronto; la relativa esclusione non può, pertanto, essere ancorata solo all’esclusivo riferimento ai compiti svolti in concreto dalla lavoratrice, occorrendo una più complessiva valutazione della sua professionalità che tenga conto delle esperienze pregresse, della formazione, del bagaglio di conoscenze acquisito (Cass. n. 24882/2019).

Inoltre, è stato affermato, sempre in sede di legittimità, che ove la ristrutturazione della azienda interessi una specifica unità produttiva o un settore, la comparazione dei lavoratori per l’individuazione di coloro da avviare a mobilità può essere limitata al personale addetto a quella unità o a quel settore, salvo l’idoneità dei dipendenti del reparto, per il pregresso impiego in altri reparti della azienda, ad occupare le posizioni lavorative dei colleghi a questi ultimi addetti, spettando ai lavoratori l’onere della deduzione e della prova della fungibilità nelle diverse mansioni (Cass. n. 6296/2022).

Nel caso esaminato, secondo la suprema Corte, non vi è stata da parte della Corte territoriale alcuna violazione del principio dell’onere della prova, come denunciato dalla ricorrente, ma solo un esame delle risultanze istruttorie (non efficacemente ed adeguatamente contrastato dalla datrice di lavoro) da cui era emerso che il complessivo bagaglio di esperienze e conoscenze acquisito dalla lavoratrice nel corso del rapporto di lavoro era fungibile con quello di altri dipendenti non licenziati e aventi un punteggio minore e tale mancata comparazione si era tradotta nella non corretta applicazione dei criteri di scelta.

Il ricorso è stato, pertanto, rigettato.

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, ordinanza n. 18093 del 2 luglio 2024

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