N. R.G. 423/2023
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
TRIBUNALE ORDINARIO DI ANCONA
Giudice del Lavoro Il Tribunale di Ancona, in persona del Giudice del Lavoro NOME COGNOME viste le note depositate ai sensi dell’art.127 ter cpc, ha pronunciato e pubblicato la seguente
SENTENZA _N._623_2024_- N._R.G._00000423_2023 DEL_11_11_2024 PUBBLICATA_IL_11_11_2024
nella causa iscritta al n. 423/23 RG Lav. tra rappresentato dall’avv. NOMERAGIONE_SOCIALE COGNOME rappresentato dall’avv. NOMECOGNOME COGNOME
OGGETTO: malattia professionale
RAGIONI DELLA DECISIONE 1. All’esito di relazione puntuale, esauriente e correttamente impostata – (alla quale per ogni più dettagliato aspetto si fa qui rinvio) – il CTU dor.ssa riconosciuto la natura professionale delle denunciate patologie, valutando il danno biologico nella complessiva misura del 14%.
2.
In particolare il CTU, visitato il ricorrente, debitamente considerate (come da quesito) le condizioni lavorative descritte in ricorso e non contestate, esaminati gli atti e la documentazione disponibile:
• ha riscontrato dalla documentazione in atti che il ricorrente è affetto da a) spondiloartrosi del rachide lombare con piccole ernie intraspongiose;
spondilolisi bilaterale di L5 con pseudo-artrosi associata a spondilolistesi anteriore di L5 su S1; plurime protrusioni discali (L2-L3 con interessamento foraminale marginale bilaterale e lieve compressione sul sacco durale;
L3-L4 con interessamento foraminale bilaterale e modesta compressione sul sacco durale, compresso anche postero-lateralmente da ispessimento dei legamenti gialli e dadeformazione artrosica delle faccette articolari;
L4-L5 con interessamento foraminale marginale bilaterale e modesta compressione prevalente mediana sul sacco durale;
L5-S1 con coinvolgimento foraminale maggiore a sinistra); dismorfismo dell’arco posteriore di L5 asimmetrico;
aumento del tessuto adiposo epidurale posteriore e lateralmente a destra, e all’interno del canale sacrale posteriormente e bilateralmente.
b) sofferenza radicolopatica subacuto-cronica in territorio L5-S1 bilateralmente, con indici di axonotmesi in atto c) diffusa riduzione di spessore degli spazi discali dorsali con protrusione discale D7-D8 posteriore mediana co appoggio meningo-mielico;
piccola ernia intraspongiosa della limitante somatica superiore del soma di D12 d) modesta deviazione a sinistra della colonna cervicale medio-prossimale e scoliosi destro-convessa al passaggio cervico-dorsale;
rotazione assiale dei corpi vertebrali più marcata ai livelli C2-C3 e C3-C4 con corrispondente asimmetria della muscolatura paravertebrale posteriore;
appianamento della lordosi con tendenza all’inversione medio-distale;
spondilodiscoartrosi con osteofiti marginali e coinvolgimento bilaterale dei forami di coniugazione irregolarmente ristretti; plurime protrusioni discali con compressione sul sacco durale:
a livello C3-C4 a barra irregolare con maggiore impronta circoscritta mediana;
C4-C5;
C5-C6 con coinvolgimento para-foraminale;
C6-C7;
e) sofferenza radicolopatia sub-acuto cronica a livello del territorio di (C4)-C5, C5C6, C6-(C7) a sinistra, con modesti indici di axonotmesi in atto, prevalenti su C5C6 episodi recrudescenti e in peggioramento nel tempo di cervicobrachialgia bilaterale, maggiore a sinistra e scarsamente responsiva ai farmaci analgesici, con deficit motorio, per il trattamento dei quali fu posta indicazione ad intervento chirurgico.
• ha ricordato che attività lavorative svolte a bordo di mezzi di trasporto o di movimentazione (quali ruspe, pale meccaniche, trattori, macchine agricole, autobus, carrelli elevatori, camion…) espongono il corpo a vibrazioni o impatti, che possono risultare nocivi per i soggetti esposti;
in altre parole, la guida degli autobus rappresenta una sorgente di rischio di esposizione a vibrazioni del corpo intero.
• ha specificato che l’esposizione occupazionale ad elevati livelli di vibrazioni trasmesse a tutto il corpo da macchine e/o veicoli industriali, agricoli, di trasporto pubblico o militari è associata ad un aumentato rischio di insorgenza di disturbi e lesioni a carico del rachide lombare.
In alcuni studi è stato anche segnalato che l’esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero può causare alterazioni del distretto cervico-brachiale, dell’apparato gastroenterico, del sistema venoso periferico, dell’apparato riproduttivo femminile, ed infine del sistema cocleovestibolare;
• ha riferito che indagini epidemiologiche dimostrano in termini statistici significativi la relazione causale tra esposizione professionale a vibrazioni trasmesse a tutto il corpo e patologia del rachide lombare, mentre l’associazione tra vibrazioni e lesioni ad altri organi o apparati non è stata ancora adeguatamente documentata;
• ha rilevato che resta comunque indubitabile che lombalgie e lombosciatalgie, alterazioni degenerative della colonna vertebrale (spondiloartrosi, spondilosi, osteocondrosi intervertebrale), discopatie e ernie discali lombari e lombosacrali sono patologie direttamente correlabili alle vibrazioni nei conducenti di veicoli industriali e di mezzi di trasporto.
• ha spiegato che l’insorgenza di tali patologie aumenta con l’aumentare della durata e dell’intensità dell’esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero, evidenziando che studi di biodinamica hanno evidenziato fondamentalmente due possibili meccanismi attraverso i quali le vibrazioni possono indurre lesioni all’apparato muscolo–scheletrico del rachide:
sovraccarico meccanico dovuto a fenomeni di risonanza della colonna vertebrale nell’intervallo di frequenza delle vibrazioni tra 3 e 10 Hz, con conseguente danno strutturale a carico dei corpi vertebrali, dischi e articolazioni intervertebrali, ed eccessiva risposta contrattile dei muscoli paravertebrali causata da intenso stimolo vibratorio, con conseguenti fenomeni di strain e affaticamento muscolare;
• ha osservato che, se è vero che l’associazione tra vibrazioni e lesioni al rachide cervicale non è stata ancora adeguatamente documentata (a differenza del distretto lombare), la fisica insegna, con il fenomeno della risonanza, che quando un sistema oscillante forzato viene sottoposto a sollecitazione periodica di frequenza pari all’oscillazione propria del sistema stesso, si ha un effetto di progressiva amplificazione dell’oscillazione stessa, e pertanto, nel caso di specie, se l riconosce la sussistenza del nesso causale tra il rischio lavorativo e la malattia denunciata a carico del tratto lombare, non si comprende il motivo per cui possa escludere il distretto cervicale, anatomicamente indissociabile dal lombare; ed anzi paradossalmente esposto a vibrazioni amplificate rispetto al distretto sottostante.
• ha spiegato che la colonna cervicale è composta da 7 vertebre cervicali, avvolte dal legamento nucale e dal legamento longitudinale interiore, che uniscono i singoli segmenti vertebrali, ed è circondata da un apparato muscolare che sostiene e muove in coordinazione ed armonia la colonna e la testa, e fa da leva per certi movimenti di spalle e braccia, con risultato d’insieme di garantire la stabilità statica del capo e ed il meccanismo di controllo della dinamica del movimento;
e che nella guida, tale risultato è influenzato anche da fattori esterni, quali appunto le vibrazioni e sollecitazioni del mezzo o del manto stradale, che determinano un maggior lavoro muscolare e pertanto un maggior impegno del conducente, al fine di mantenere la stabilità dinamica necessaria per una guida corretta;
• ha aggiunto che oltre al microtraumatismo vibratorio, il tratto cervicale del rachide di un conducente professionale, è esposto a numerosi fattori ergonomici e biomeccanici quali posture incongrue, movimenti ripetitivi di rotazione bilaterale, sovraccarico articolare e sforzo muscolare continuativo nel mantenimento protratto di postura in asse.
• ha quindi ritenuto sussistente il nesso causale tra il rischio lavorativo del ricorrente e la malattia denunciata a carico del tratto cervicale.
• ha rilevato, in replica alle osservazioni del CT resistente:
che anche la regione occipitale (e di riflesso il rachide cervicale) è a diretto contatto con il poggiatesta e subisce, quindi, il medesimo meccanismo di trasmissione della vibrazione.
che pur a fronte dell’effetto ammortizzante del disco intervertebrale, l’effetto fisico del fenomeno della risonanza non può non essere tenuto in considerazione;
che la frequenza che raggiunge l’organo o il tessuto interessato, rappresenta la frequenza effettiva di arrivo, dopo che ha subito i fenomeni di smorzamento incontrati durante il suo percorso attraverso i vari tessuti biologici, e per questo motivo è difficilmente quantificabile con precisione quando il segnale arriva da lontano, ma indubbiamente la vibrazione viene trasmessa;
che si tratta di leggi fisiche, più che di normative internazionali validate e accreditate, senza inoltre dimenticare che, oltre al sovraccarico meccanico dovuto ai fenomeni di risonanza, può essere chiamata in causa anche l’eccessiva risposta contrattile dei muscoli paravertebrali causata dallo stimolo vibratorio, con conseguente affaticamento muscolare il quale, reiterato nel tempo, conduce a quadro degenerativo loco-regionale.
che è lo stesso Decreto Legislativo 81/2008 ad affermare che l’esposizione a vibrazioni con frequenze sovrapponibili alla frequenza di risonanza del corpo umano (4-8 Hz) può amplificare la risposta muscolare del distretto collo– spalla;
che alcuni studi epidemiologici hanno evidenziato un’aumentata occorrenza di disturbi cervico-brachiali nei conducenti id automezzi, essendo diversi i fattori ergonomici sospettati di essere all’origine di questi disturbi, quali i movimenti di rotazione e torsione del capo, i movimenti ripetitivi del sistema mano-braccio-spalla per azionare i comandi dei veicoli, e l’esposizione a vibrazioni meccaniche;
che pur affermandosi che “tuttavia i pochi studi epidemiologici sinora condotti hanno dimostrato una associazione non conclusiva tra esposizione a vibrazioni e disturbi cervico-brachiali”, non si può negare tout-cour l’insorgenza della patologia degenerativa a carico del distretto cervicale nei conducenti professionali;
che il corpo umano non vibra come una massa unica con una sola frequenza naturale:
gli organi e ogni struttura del corpo umano hanno ciascuno la propria frequenza di risonanza e ciò, nelle emissioni ad alta ampiezza, provoca un’amplificazione o una attenuazione indipendente delle vibrazioni di input da parte di ogni elemento del corpo secondo la propria frequenza:
vibrazioni comprese tra i 2,5 – 5 Hz generano forti risonanze nelle vertebre del collo e nella zona lombare con amplificazione fino al 240%;
vibrazioni tra i 4 – 6 Hz generano risonanza nel tronco con amplificazione fino al 200%;
vibrazioni tra i 20 – 30 Hz generano la risonanza maggiore tra la testa e le spalle con amplificazione fino al 350%;
che quindi vibrazioni quindi con range di frequenza compreso tra i 0,5 e 30 Hz hanno effetti significativi sul corpo umano;
che gli effetti delle vibrazioni meccaniche sul corpo umano vengono divisi in tre gruppi:
a) Effetti delle vibrazioni con frequenze molto basse (1-2 Hz), che provocano la cinetosi, ossia il mal dei trasporti (mal di mare, mal d’auto).
b) Effetti delle vibrazioni di bassa frequenza (2-20Hz), causate da superfici, impianti e macchinari sul corpo umano:
si ha in generale una distorsione delle normali risposte biologiche e psicofisiologiche agli stimoli meccanici, quali alterazioni osteoarticolari, per esempio nei conducenti di veicoli pesanti, disturbi cardiocircolatori, ed affezioni all’apparato digerente.
c) Effetti delle vibrazioni di frequenza medio-elevata (200-1000 Hz), provocata da utensili elettrici o pneumatici.
che per poter valutare l’effetto sull’uomo bisogna considerare la durata dell’esposizione, l‘area di contatto con la vibrazione, la frequenza di risonanza dei tessuti coinvolti, il fattore ergonomico (la posizione posturale), la condizione psicologica e i fattori ambientali, e quindi bisogna quindi, oltre alla direzione di propagazione (le sollecitazioni possono avvenire, infatti, sia in senso verticale che orizzontale, in modo lineare o rotatorio, continuo o discontinuo), il punto di applicazione della vibrazione; che per tale motivo le vibrazioni possono essere distinte in:
✓ WBV – whole body vibrations:
vibrazioni trasmesse al corpo intero;
✓ HAV – hand-arm vibrations:
vibrazioni trasmesse al sistema manobraccio;
✓ LV – Local vibrations:
vibrazioni che coinvolgono solo una parte del corpo o che nel caso di specie si tratta, come giustamente affermato dal CTP, di o che le WBV sono vibrazioni a bassa e media frequenza indotte direttamente (durante un allenamento vibratorio) o indirettamente (per via di strumenti o mezzi di trasporto), che possono produrre effetti fisiologici di vario genere;
o che la ha attratto ed attrae l’attenzione della ricerca clinica fondamentalmente in quanto spesso causa di patologie, in particolare in ambito lavorativo;
o che essa in genere parte dalle mani o dai piedi per poi propagarsi a tutto il corpo, e che la prolungata esposizione a tale tipo di stimolo meccanico è associata ad una elevata occorrenza di disturbi e patologie a carico degli apparati vascolare, neurologico e muscoloscheletrico;
o che la WBV esplica i suoi effetti dannosi in ordine crescente per gravità sulle articolazioni del ginocchio e del gomito, dell’anca e della spalla, sulla colonna vertebrale;
o che ragione di ciò è la deformazione che il segnale subisce nella propagazione a distanza attraverso i tessuti e il suo avvicinarsi alla frequenza di risonanza delle articolazioni;
o che l’avvicinamento alla frequenza di risonanza implica l’amplificazione dell’energia meccanica e il conseguente rapido ed esteso instaurarsi del danno.
• ha replicato alle osservazioni articolate dalla difesa convenuta nelle note della difesa convenuta del 22/2/24, indicando le fonti delle porprie affermazioni secondo cui “l’esposizione a vibrazioni con frequenze sovrapponibili alla frequenza di risonanza del corpo umano (4-8 Hz) può amplificare la risposta muscolare del distretto collo-spalla” e “Alcuni studi epidemiologici hanno evidenziato un’aumentata occorrenza di disturbi cervico-brachiali nei conducenti di automezzi.
Diversi fattori ergonomici sono sospettati di essere all’origine di questi disturbi, quali i movimenti di rotazione e torsione del capo, i movimenti ripetitivi del sistema mano-braccio-spalla per azionare i comandi dei veicoli, e l’esposizione a vibrazioni meccaniche”;
ha quantificato il danno biologico nella misura del 14% •
ha confermato pertanto le citate conclusioni, senza suscitare nessun successivo, specifico e fondato rilievo delle parti:
osservando, quanto al contenuto delle note dell’Istituto del 24/6/24, che il CTU da un lato ha riferito come la compromissione cervicale da un lato risulta oggettivamente documentata da esami strumentali in atti in atti (RMN rachide cervico-dorsale del 26.01.19, Referto EMG-ENG arti superiori del 27.05.22, RMN rachide cervicale del 06.06.22:
oltre alle visite specialistiche), e dall’altro ha diffusamente spiegato i motivi per cui essa si debba considerare legata all’attività lavorativa da un rapporto causale in termini di seria probabilità.
3. Per tutto quanto sopra la causa viene decisa come nel seguente dispositivo, che dispone in ordine alle spese secondo la soccombenza.
Il Giudice, definitivamente pronunciando, ogni altra domanda, istanza ed eccezione disattesa, CONDANNA l ad corrispondere al ricorrente l’indennizzo di cui all’art.13 D. L.vo 38/00 con riferimento ad un danno biologico pari al 14%, con decorrenza, interessi e rivalutazione come per legge.
CONDANNA inoltre l al pagamento delle spese di lite in favore del procuratore antistatario ricorrente, che liquida in complessivi € 49,00 per spese ed €1.600,00 per compenso professionale, oltre accessori di legge, e al pagamento delle spese di CTU.
Ancona, 11/11/2024 Il Giudice del Lavoro NOME COGNOME
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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