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Codice Civile
Codice Penale

Mancato pagamento stipendi: datore condannato

Il Giudice del Lavoro ha accolto il ricorso di un lavoratore che lamentava il mancato pagamento delle retribuzioni. Il datore di lavoro, rimasto contumace, è stato condannato al pagamento delle somme dovute, oltre agli interessi legali e alla rivalutazione monetaria. La sentenza ribadisce il principio secondo cui grava sul datore di lavoro l’onere di provare l’avvenuto pagamento.

Pubblicato il 30 September 2024 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

TRIBUNALE DI BERGAMO

Sez. monocratica del lavoro

SENTENZA_TRIBUNALE_DI_BERGAMO N._1027_2024_- N._R.G._00001101_2024 DEL_26_09_2024 PUBBLICATA_IL_26_09_2024

VERBALE EX ART. 429 C.P.C. UDIENZA DEL 26 settembre 2024

il Giudice, dott.ssa NOME COGNOME nella causa iscritta al N. 1101/24 R.G. e promossa da (Avv. NOME COGNOME CONTRO contumace

Sono comparsi:
l’avv. COGNOME per ricorrente, personalmente presente.
Il Giudice, verificata la regolarità della notifica, dichiara la contumacia della parte convenuta.
L’avv. COGNOME riporta ricorso, insistendo per l’accoglimento delle conclusioni ivi rassegnate.

Repubblica Italiana Il Giudice del lavoro del Tribunale di Bergamo, visto l’art. 429 c.p.c., viste le conclusioni della parte, nonché i motivi a nel nome del popolo italiano PARTE RICORRENTE:
per l’accoglimento del ricorso;
PARTE RESISTENTE:
contumace;

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Con ricorso regolarmente notificato conveniva in giudizio, dinanzi al Tribunale di Bergamo in funzione di giudice del lavoro, la per sentirla condannare al pagamento della somma di € 192.857,43, oltre ad interessi legali e rivalutazione monetaria.

A fondamento di tale pretesa la ricorrente, premesso di essere stata dipendente della convenuta dall’1.1.1983 al 18.11.2021 come impiegata di 1° livello CCNL commercio, esponeva di aver rassegnato le dimissioni per giusta causa a seguito del mancato pagamento delle retribuzioni maturate da gennaio 2019 (oltre ratei alle competenze di fine rapporto ed all’indennità sostitutiva del preavviso).

Rassegnava le sopra indicate conclusioni.

La società convenuta, benchè ritualmente citata, non costituita viene documenti, viene decisa con sentenza all’esito del procedimento di trattazione scritta di cui all’art. 127 ter c.p.c.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Il ricorso è fondato.

Secondo quanto risulta dalla documentazione in atti, la ricorrente ha lavorato per la convenuta dall’1.1.1983 al 18.11.2021 come impiegata di 1° livello CCNL commercio a seguito del mancato pagamento delle retribuzioni maturate da gennaio 2019 (v. doc. 1-3 fasc. ricorrente).
parte ricorrente provato sussistenza dei fatti che costituiscono il fondamento della domanda fatta valere in giudizio mediante la produzione di parte delle buste paga, documenti attestanti il periodo lavorativo, l’inquadramento e la retribuzione percepita.

L’istante ha, quindi, dimostrato l’esecuzione della prestazione dedotta mentre la datrice di lavoro, che non si è costituita in giudizio e non ha contestato l’efficacia e la rilevanza dei fatti posti a base della pretesa attrice, nè ha dedotto e dimostrato l’esistenza di eventuali altri fatti impeditivi, modificativi o estintivi del diritto fatto valere e, perciò, non ha In proposito occorre infatti ricordare che nell’azione di adempimento, come quella in esame, “il creditore è tenuto a provare soltanto l’esistenza del titolo, ma non l’inadempienza dell’obbligato, dovendo essere quest’ultimo provare aver adempiuto” (cass. Civ. sez. 3 n. 7027/01).

Anzi, il comportamento processuale della datrice di lavoro, di rinuncia alla difesa e di disinteresse per la causa, ha dimostrato la mancanza di validi motivi che giustificassero l’inadempimento valutato unitamente agli altri elementi di prova secondo il principio stabilito dall’art. 116 c.p.c., ne conforta la condanna al pagamento della somma richiesta, pari ad € 192.857,43 (di cui 89.595,39 per TFR), oltre all’indennità sostitutiva del preavviso, pari 10.111,24, tutto oltre interessi legali e rivalutazione monetaria dalle singole scadenze al saldo. conteggio relativo alle competenze rivendicate risulta correttamente eseguito, anche alla luce di quanto risultante dalla documentazione prodotta.

La domanda può dunque essere accolta.
spese seguono soccombenza liquidano come in dispositivo.

Il Tribunale di Bergamo, in composizione monocratica ed in funzione di giudice del lavoro, definitivamente pronunciando sulla causa n. 1101/2024 R.G. 1) condanna la in persona del legale rappresentante pro tempore, al pagamento, nei confronti di della somma € 192.857,43 (di cui € 89.595,39 per TFR), oltre alla somma di € 10.111,24, entrambe oltre interessi legali rivalutazione monetaria dalle singole scadenze al saldo;
2) condanna persona del legale rappresentante pro tempore, al pagamento, nei confronti di delle spese processuali, liquidate in complessivi € 3.800,00 per compensi professionali, oltre iva, cpa e rimborso spese generali come per legge, con distrazione favore del procuratore antistatario.
Bergamo, 26 settembre 2024 Il Giudice del Lavoro Dott.ssa NOME COGNOME

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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