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Codice Civile
Codice Penale

Giurisprudenza Civile

Impignorabilità del credito e legittimazione passiva

La sentenza afferma che la notifica a mezzo PEC da un indirizzo istituzionale, seppur non presente nei pubblici elenchi, è valida se consente al destinatario di comprendere provenienza e oggetto dell’atto. Inoltre, nelle opposizioni esecutive relative alla riscossione dei crediti a mezzo ruolo, l’Agente della riscossione è l’unico legittimato passivo. Infine, l’impignorabilità dei crediti deve essere espressamente prevista dalla legge.

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Polizza fideiussoria e contratto autonomo di garanzia

La sentenza ha stabilito che la notifica del decreto ingiuntivo, sebbene affetta da vizi, ha raggiunto il suo scopo. Il disconoscimento di documenti contrattuali è risultato infondato in quanto gli stessi sono stati riconosciuti in un altro giudizio. La polizza fideiussoria è stata qualificata come contratto autonomo di garanzia, rendendo così inapplicabile l’eccezione di decadenza ex art. 1957 c.c., in quanto il garante non può opporre eccezioni riguardanti il rapporto principale, salvo l’exceptio doli. Infine, il pagamento del garante, essendo stato effettuato in adempimento di un’obbligazione valida, ha fatto sorgere il suo diritto al rimborso.

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Accertamento del credito in un contratto di appalto

In un caso di appalto, il committente ha contestato la presenza di vizi e ritardi nell’esecuzione dell’opera. Il giudice, dopo aver verificato le prove fornite, ha riconosciuto la sussistenza di alcuni vizi imputabili all’appaltatore, riducendo il credito dello stesso. La sentenza affronta il tema dell’accettazione dell’opera, della denuncia dei vizi e del rispetto dei termini contrattuali.

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Obblighi di informazione, contratti fuori dai locali commerciali

Il Tribunale ha confermato la validità di un contratto di manutenzione stipulato fuori dai locali commerciali, pur rilevando l’inadempimento dell’obbligo di consegnare una copia del contratto al consumatore. La sentenza ha chiarito che tale inadempimento non determina automaticamente la nullità del contratto, ma può comportare altre conseguenze, come l’estensione del termine per l’esercizio del diritto di recesso. Inoltre, il Tribunale ha ribadito che la prova del dolo contrattuale, come la falsa dichiarazione di ricevere una semplice ricevuta anziché un contratto, incombe sulla parte che ne deduce l’esistenza.

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Responsabilità medica per errore diagnostico e tardivo trattamento

La sentenza afferma la responsabilità della struttura sanitaria e del medico per i danni subiti da un paziente a causa di un errore diagnostico e del ritardo nel trattamento. Viene riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni jure hereditatis agli eredi del paziente deceduto e il risarcimento del danno da lesione del rapporto parentale al coniuge e ai figli. La decisione si basa sul principio della compensatio lucri cum damno e sull’orientamento giurisprudenziale in tema di danno da premorienza, con particolare attenzione al criterio della proporzionalità nella liquidazione del danno.

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Diniego di sospensione della vendita esecutiva per prezzo ingiusto

Il Tribunale ha ribadito che il ‘giusto prezzo’ in una vendita esecutiva non coincide necessariamente con il valore di mercato, ma si riferisce a un prezzo formatosi in assenza di irregolarità procedurali o interferenze illecite. La mera differenza tra il prezzo di aggiudicazione e una valutazione di parte non costituisce di per sé un’ingiustizia tale da giustificare la sospensione della vendita.

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Risoluzione del contratto per inadempimento e risarcimento danno

In caso di inadempimento contrattuale, il creditore che agisce per la risoluzione e il risarcimento del danno deve solo provare la fonte del suo diritto e la scadenza del termine, mentre il debitore deve provare l’adempimento. La testimonianza de relato ex parte ha valore probatorio nullo. Il CTU può essere utilizzato per quantificare il danno.

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Contratto di fideiussione stipulato da un consumatore

In tema di fideiussioni stipulate dai consumatori, la clausola che prevede la deroga al termine di decadenza di cui all’art. 1957 c.c. è nulla se non è stata oggetto di specifica trattativa. La nullità della clausola comporta la reviviscenza del termine di decadenza di sei mesi, entro il quale il creditore avrebbe dovuto agire nei confronti del debitore principale per evitare l’estinzione della garanzia.

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Rimborso costi per estinzione anticipata di un finanziamento

La sentenza chiarisce il diritto del consumatore al rimborso di tutti i costi del credito in caso di estinzione anticipata del finanziamento, compresi quelli non direttamente legati alla durata del contratto. Viene inoltre analizzato il collegamento negoziale tra finanziamento e polizze assicurative accessorie, stabilendo la responsabilità del finanziatore nella restituzione della parte di premio non goduta, salva la rivalsa nei confronti dell’assicuratore.

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Responsabilità 231 e cancellazione della società dal registro delle imprese

Il Tribunale di Milano, con sentenza dell’8 settembre 2020, aveva condannato XXX per i reati di turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente oltre che per corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e i responsabili amministrativi della società YYY Srl in liquidazione (e della ZZZ S. p. a) alla pena pecuniaria di Euro 50. 150 c. p. La questione dell’equiparazione tra società cancellata e morte del reo, con relativa cessazione di ogni rapporto processuale dipendente dall’illecito derivante dal delitto presupposto, ha visto negli anni svilupparsi un ricco dibattito giurisprudenziale e dottrinale con due diverse posizioni.

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Addizionali provinciali all'accisa sull'energia elettrica

Il Tribunale accoglie la domanda di un utente per la ripetizione di importi indebitamente versati al fornitore di energia elettrica a titolo di rivalsa per addizionali provinciali all’accisa, dichiarate incompatibili con la normativa comunitaria. Viene riconosciuto il diritto dell’utente alla restituzione delle somme, pur non essendo parte diretta del rapporto tributario. Il Tribunale ribadisce la distinzione tra il rapporto tributario tra fornitore ed Erario e quello civilistico tra fornitore e utente, affermando la giurisdizione del giudice ordinario sulla domanda di ripetizione dell’indebito.

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Indebita percezione indennità di mobilità

Il giudice ha stabilito che la ricostituzione di un rapporto di lavoro subordinato entro 24 mesi dalla percezione dell’indennità di mobilità comporta la restituzione di quanto percepito, fatta eccezione per le ritenute fiscali non percepite dal lavoratore.

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Interessi nei compensi per prestazioni professionali forensi

In tema di compensi per prestazioni professionali forensi, gli interessi legali vanno calcolati dalla messa in mora del debitore, che coincide con la domanda giudiziale o la richiesta stragiudiziale di pagamento. La mora non è esclusa anche se la liquidazione giudiziale è inferiore alla richiesta del creditore.

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Revoca di decreto ingiuntivo per fornitura di energia elettrica

In tema di opposizione a decreto ingiuntivo per fornitura di energia elettrica, il giudice ha chiarito che la rilevazione dei consumi mediante contatore è assistita da una mera presunzione semplice di veridicità, che il fornitore può provare dimostrando il corretto funzionamento del contatore. Inoltre, il corrispettivo CMOR, indennizzo riconosciuto ai fornitori di energia per recuperare i crediti non riscossi per morosità, è dovuto solo se il nuovo fornitore dimostra il rispetto della procedura prevista dalle delibere dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas. Infine, il giudice ha disposto la compensazione parziale delle spese legali in base al principio di soccombenza.

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Apertura della Liquidazione Controllata e Trattenute Stipendiali

Il Tribunale, pronunciandosi su un’istanza di Liquidazione Controllata, ha stabilito che le trattenute stipendiali, derivanti da pignoramenti presso terzi o cessioni del quinto, devono cessare dopo l’apertura della procedura, in virtù del principio di par condicio creditorum. La sentenza chiarisce che tali crediti futuri sono assoggettati alla procedura concorsuale, garantendo un’equa ripartizione tra i creditori.

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Concorrenza sleale e vizi di bilancio

La sentenza affronta il tema della concorrenza sleale per violazione di norme imperative, stabilendo che non ogni violazione integra tale fattispecie. Affinché si configuri la concorrenza sleale, è necessario che la violazione abbia come finalità l’acquisizione di un vantaggio concorrenziale. Inoltre, la sentenza analizza l’impatto dei vizi di bilancio sulla concorrenza, concludendo che tali vizi non sono di per sé atti concorrenziali e che non possono considerarsi strumentali all’acquisizione di vantaggi concorrenziali se non sono finalizzati a tale scopo.

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Apertura della liquidazione giudiziale di una società

La sentenza afferma che la dichiarazione di apertura della liquidazione giudiziale può essere pronunciata quando ricorrono i presupposti di cui all’art. 121 CCI, ovvero quando la società si trova in stato di insolvenza e non ha la liquidità sufficiente per onorare i propri debiti.

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Liquidazione Controllata e Sospensione delle Procedure Esecutive

La sentenza afferma il principio della par condicio creditorum nelle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento. Viene chiarito che le procedure esecutive individuali, come le cessioni del quinto dello stipendio o i pignoramenti presso terzi, devono cessare dopo l’apertura della procedura concorsuale. Inoltre si chiarisce che la durata della procedura deve essere commisurata alla possibilità di soddisfare i creditori ma comunque non può superare il termine per l’esdebitazione del debitore.

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Pianificazione urbanistica e risarcimento del danno

La sentenza conferma il principio di diritto secondo cui la valutazione della legittimità dell’attività di pianificazione urbanistica, come l’adozione o meno di un POC, rientra nella discrezionalità politico-amministrativa degli enti locali. Di conseguenza, la domanda di risarcimento danni per mancata adozione di un POC, essendo fondata sulla contestazione dell’esercizio di tale potere discrezionale, rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo.

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Occupazione di Immobili senza Contratto

Il Tribunale ha confermato la validità di un decreto ingiuntivo emesso per ottenere il pagamento di canoni di locazione, sebbene non fosse stato stipulato un contratto formale tra le parti. La decisione si è basata sul principio che la mancanza di un contratto scritto non esclude l’esistenza di un accordo tacito, desumibile dal comportamento concludente delle parti, come l’occupazione prolungata dell’immobile e il pagamento di canoni periodici. La sentenza evidenzia l’importanza della prova del rapporto contrattuale e del principio di buona fede nei rapporti tra le parti.

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