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Codice Civile
Codice Penale

Giurisprudenza Civile

Inammissibilità dell'appello in opposizione agli atti esecutivi

Un’opposizione a un atto esecutivo, anche se qualificata erroneamente come opposizione all’esecuzione, deve essere impugnata con ricorso per cassazione e non con appello. La Corte d’Appello rileva l’inammissibilità dell’appello e condanna l’appellante al pagamento delle spese processuali.

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Cessione del credito successiva al decreto ingiuntivo

La sentenza conferma la validità della cessione del credito e stabilisce che il debitore non può opporsi al pagamento al cessionario anche se la cessione è successiva al decreto ingiuntivo. Il giudice d’appello deve valutare nel merito la sussistenza del diritto del creditore anche se il debitore è contumace in appello.

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Prescrizione del credito e interruzione per riconoscimento debito

La sentenza conferma i principi giuridici relativi alla prescrizione del credito, all’interruzione della stessa per riconoscimento del debito e alla quantificazione del compenso professionale. Viene altresì ribadita l’inammissibilità in sede civile della contestazione di falsità di documenti, di competenza del giudice penale.

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Eccezione di inammissibilità della prova testimoniale

La sentenza chiarisce la distinzione tra prestazioni professionali a supporto del direttore dei lavori e quelle che danno diritto a compensi in percentuale sull’opera. Viene inoltre ribadito il principio di diritto secondo cui l’eccezione di inammissibilità della prova testimoniale deve essere sollevata tempestivamente.

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Contratti di fornitura di prodotti agricoli, forma scritta

In tema di contratti di fornitura di prodotti agricoli, la forma scritta è obbligatoria solo per i contratti stipulati dopo una certa data, con sanzioni amministrative per la sua mancanza. La prova dell’accordo, anche verbale, e della pattuizione di una penale in caso di inadempimento grava sull’attore.

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Responsabilità del Sindaco e diritto di regresso dello Stato

La sentenza chiarisce la distinzione tra attività materiale e istituzionale del Sindaco, affermando che l’omesso esercizio di potestà pubblica, seppur non formalizzato in un provvedimento, costituisce condotta istituzionale. Di conseguenza, sussiste la responsabilità diretta ex art. 2043 c.c. e il diritto di regresso dello Stato ex art. 2055 c.c., da graduarsi in base alle responsabilità delle parti.

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Quantificazione del compenso in caso di revoca del mandato

Il giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo implica la valutazione completa del rapporto controverso. La quantificazione del compenso in caso di revoca del mandato va determinata in base alla normativa vigente al momento della revoca stessa. L’onere della prova del nesso di causalità tra la presunta negligenza del legale e il danno subito dal cliente grava sul cliente stesso.

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Risarcimento del danno da occupazione senza titolo

Il diritto al risarcimento del danno da occupazione abusiva di un immobile richiede la prova concreta della perdita di godimento del bene, non essendo sufficiente la mera detenzione senza titolo. L’onere della prova grava sul proprietario che lamenta il danno.

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Buoni postali serie Q/P, tassi decennali

In caso di emissione di una nuova serie di buoni postali con utilizzo dei supporti cartacei della serie precedente e apposizione di timbri indicanti la nuova serie e i nuovi tassi (questi ultimi non sovrapponendosi integralmente alla stampa preesistente), il possessore del titolo non può pretendere, per l’ultimo decennio, gli interessi previsti per la vecchia serie. L’imperfezione materiale nell’apposizione del timbro non vale come manifestazione di volontà negoziale e non determina un errore sulla dichiarazione.

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Presupposti azione revocatoria e compromissione del patrimonio

La sentenza definisce i presupposti dell’azione revocatoria ordinaria, evidenziando come l’eventus damni non richieda la totale compromissione del patrimonio del debitore, ma la sua riduzione o modifica tale da rendere incerto o difficoltoso il soddisfacimento del credito. Viene inoltre analizzato l’istituto della responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c., ribadendo che la sua applicazione presuppone la mala fede o la colpa grave della parte soccombente, ravvisabili nell’abuso dello strumento processuale.

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Deleghe e responsabilità del consiglio di amministrazione

Nelle società di capitali, gli obblighi a carico del datore di lavoro gravano indistintamente su tutti i componenti del consiglio di amministrazione, salvo il caso di delega, validamente conferita, della posizione di garanzia. Il consiglio di amministrazione, stanti, nel caso di delega gestoria, il dovere di vigilanza sull’andamento della gestione e il potere sostitutivo finalizzato all’esercizio della facoltà d’intervento in funzione sostitutiva, e, nel caso di delega di funzioni, il dovere di vigilanza, è gravato dall’obbligo inerente la gestione del rischio essendo il titolare del fascio di poteri in grado di incidere su esso perché su esso influente tramite l’adottata politica aziendale.

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Mutatio libelli, immutabilità della domanda nel corso del giudizio

La sentenza ribadisce il principio di immutabilità della domanda nel corso del giudizio, sancendo che non è ammessa la proposizione di domande nuove in appello.

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La contestazione dell'aumento dei prezzi deve essere tempestiva

Il giudice, in un caso di fornitura di beni, ha stabilito che la contestazione dell’aumento dei prezzi deve essere tempestiva e che l’accettazione tacita dell’opera limita le contestazioni sui vizi. Tuttavia, ha riconosciuto il diritto alla compensazione dei crediti.

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Risoluzione di diritto di transazione per inadempimento

La sentenza afferma il principio per cui, in presenza di una clausola risolutiva espressa, il mancato o ritardato pagamento determina la risoluzione di diritto del contratto. Si evidenzia inoltre come il diritto di avvalersi della clausola risolutiva, in quanto accessorio al credito, si trasferisca al cessionario.

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Risoluzione del contratto di subappalto per inadempimento

La sentenza afferma la legittimità della risoluzione di un contratto di subappalto a seguito di inadempimenti contrattuali, sottolineando come la presenza di una clausola risolutiva espressa renda irrilevante la valutazione sulla gravità dell’inadempimento stesso.

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Responsabilità appaltatore per vizi dell'opera

Il caso riguarda la responsabilità dell’appaltatore per vizi occulti dell’opera. La prescrizione e la decadenza sono da escludere in virtù di specifiche comunicazioni tra le parti. La Cassazione ha stabilito che il riconoscimento dei vizi da parte dell’appaltatore, pur senza riconoscimento di responsabilità, esonera il committente dalla denuncia formale.

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Responsabilità per danni da insidia stradale

La sentenza affronta la responsabilità per custodia (art. 2051 c.c.) in caso di insidia stradale per omessa manutenzione, in combinato disposto con l’art. 1227 c.c. in tema di concorso di colpa. Rileva anche l’onere probatorio del custode e del danneggiato.

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Impianti di telecomunicazioni, canoni di occupazione

La sentenza chiarisce l’interpretazione dell’art. 93 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche in materia di oneri per l’occupazione di beni pubblici da parte degli operatori di telecomunicazioni. Stabilisce l’illegittimità della pretesa di canoni superiori a quelli previsti dalla normativa per le occupazioni successive alla sua entrata in vigore, anche in presenza di contratti pregressi.

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Cessione del credito e carenza di legittimazione passiva

La cessione del credito non implica il subentro del cessionario nei rapporti contrattuali tra cedente e debitore. Ne consegue che il cessionario non può essere chiamato a rispondere di eventuali vizi del contratto originario.

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Mancato addebito di responsabilità per caduta da scale

Il Tribunale ha rigettato la richiesta di risarcimento danni perché, pur in assenza del corrimano, l’evento dannoso (caduta) è stato causato dall’inciampo dell’attrice nel proprio carrello della spesa, escludendo il nesso causale tra la cosa in custodia e il danno.

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