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Codice Civile
Codice Penale

Giurisprudenza Civile

Mancata stipula del definitivo di compravendita

In tema di esecuzione specifica dell’obbligo di concludere un contratto preliminare di compravendita immobiliare, il giudice non può disporre il trasferimento coattivo della proprietà in assenza della dichiarazione degli estremi della concessione edilizia o degli altri titoli abilitanti previsti dalla legge.

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Patto di prelazione e contratto preliminare

E’ ben noto che durante le trattative, in vista della stipulazione di un contratto che, definitivamente, regoli i rapporti tra le parti in ordine ad un determinato affare (si tratti ad es. 2932 c. c. Tirando le fila di tutto quanto precede, le figure negoziali bilaterali prima descritte hanno indubbiamente effetti obbligatori, compreso il patto di prelazione volontaria; ma non tutte determinano l’obbligo di “addivenire, entro un preciso termine, alla stipula del contratto”, perché ciò vale solo per il contratto preliminare.

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Responsabilità medica, mancanza di nesso causale

La sentenza conferma il principio giuridico per cui il paziente, in caso di presunta responsabilità medica, ha l’onere di provare il nesso di causalità tra la condotta del sanitario e l’evento dannoso. In mancanza di tale prova, la domanda di risarcimento non può essere accolta.

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Responsabilità Solidale del Cessionario

La sentenza affronta il tema della responsabilità solidale del cessionario per i debiti del cedente in caso di cessione di azienda. La Corte, pur riconoscendo il principio generale secondo cui il cessionario risponde solo per i debiti risultanti dalle scritture contabili, fa prevalere il principio della responsabilità solidale in presenza di elementi che evidenziano una identità sostanziale tra cedente e cessionario, al fine di evitare comportamenti elusivi volti a sottrarre garanzie ai creditori.

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Conferma revoca decreto ingiuntivo per avvenuto pagamento

La sentenza analizza il tema dell’eccezione di pagamento nei confronti di un decreto ingiuntivo, valutando le prove documentali presentate dalle parti per determinare l’avvenuto pagamento di una fattura. Si sottolinea l’importanza dell’imputazione dei pagamenti e si applica il principio generale secondo cui, in mancanza di una prova certa sulla causale, i pagamenti vanno imputati alle fatture più risalenti. Infine si ribadisce la non debenza di interessi su crediti ritenuti insussistenti.

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Risoluzione di un preliminare di compravendita con comodato

In caso di risoluzione di un preliminare di compravendita che prevedeva il comodato dell’immobile, il comodato si considera risolto retroattivamente. La parte che ha goduto dell’immobile deve corrispondere un indennizzo, quantificabile in base al canone di locazione di mercato, per il periodo di illegittima detenzione.

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Sanzione per lavoro nero, sussistenza del rapporto di lavoro subordinato

La sentenza affronta il tema del lavoro nero, analizzando gli elementi distintivi del rapporto di lavoro subordinato rispetto al volontariato. La Corte ribadisce che la qualificazione del rapporto va effettuata in base alla reale natura della prestazione, valutando l’esistenza di un vincolo di subordinazione e di eterodirezione. Inoltre, la sentenza si sofferma sulla quantificazione della sanzione amministrativa, sottolineando la necessità di applicare il principio di proporzionalità alla luce della gravità dell’infrazione e delle circostanze specifiche.

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Obbligo contributivo socio amministratore e collaboratori familiari

La sentenza chiarisce i requisiti per l’iscrizione alla gestione assicurativa degli esercenti attività commerciali, in particolare per i soci amministratori e i loro collaboratori familiari. Viene sottolineato il requisito della partecipazione personale al lavoro aziendale con carattere di abitualità e prevalenza, distinguendo tra mera prestazione lavorativa e attività commerciale. L’onere della prova di tale requisito incombe sull’ente impositore.

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Querela di falso su procure alle liti

La sentenza affronta il tema della querela di falso in relazione alle procure alle liti e al valore probatorio della consulenza tecnica grafologica. La Corte ha ribadito che la legittimazione passiva sussiste solo nei confronti del soggetto che intende avvalersi del documento in giudizio. Inoltre, ha evidenziato come la CTU, pur essendo uno strumento utile, non fornisca conclusioni assolutamente certe, soprattutto in presenza di un quadro contraddittorio. La Corte ha quindi concluso che, in mancanza di elementi probatori univoci, non è possibile accogliere la domanda di accertamento di falsità.

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Rigetto appello e appello incidentale in materia di contratti bancari

La sentenza riguarda una controversia bancaria incentrata su interessi ultralegali, anatocismo e segnalazioni alla Centrale Rischi. La Corte d’Appello ha ribadito la necessità della prova documentale per la ripetizione dell’indebito in caso di carenza di estratti conto. Inoltre, ha ribadito la nullità della capitalizzazione trimestrale degli interessi in assenza di specifica pattuizione successiva alla delibera CICR del 2000, evidenziando che la sostituzione del regime di capitalizzazione costituisce un peggioramento delle condizioni contrattuali. Infine, la Corte ha chiarito che la segnalazione come “rischi a revoca” non costituisce di per sé un pregiudizio e necessita di specifica prova del danno subito.

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Nullità del contratto di mutuo fondiario

La Corte d’Appello ha stabilito che il superamento del limite di finanziabilità nel contratto di mutuo fondiario non determina la nullità del contratto stesso, ma può configurare una responsabilità della banca. Inoltre, in caso di cessione di credito, l’onere di provare la riconducibilità del credito ceduto all’operazione di cessione spetta al cessionario. È stata altresì affermata l’ammissibilità della rinnovazione del precetto, purché non vengano richiesti importi già inclusi in intimazioni precedenti. Infine, è stata riconosciuta la legittimazione ad intervenire nel giudizio di opposizione a precetto da parte della banca cedente, in caso di contestazione sulla validità del contratto di mutuo sottostante.

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Produzione di documentazione comprovante versamenti contributivi

La sentenza conferma il principio secondo cui il giudice non può supplire alle carenze probatorie delle parti, neanche attraverso l’ammissione di una consulenza tecnica d’ufficio. Le parti hanno l’onere di provare le proprie ragioni e non possono rimettere l’accertamento dei fatti al consulente. Nel caso di mancata produzione di documentazione essenziale, il giudice non può che rigettare la domanda.

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Verifica della corrispondenza tra codice IBAN e nome del beneficiario

depositato il 13 giugno 2013 e notificato il 18 luglio 2013, il Fallimento XXX chiedeva all’adito Tribunale di Brescia la condanna della Banca, allora in bonis, al pagamento, in suo favore, anche a titolo di risarcimento del danno, di Euro 40. La Banca, pertanto, avrebbe dovuto comunicare all’odierno controricorrente i dati del soggetto, diverso dal vero beneficiario, che aveva incassato la somma in conseguenza dell’esecuzione dell’ordine di pagamento, così da permettere al primo di agire per il recupero dell’importo versato nei confronti dell’accipiens.

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Prescrizione contributiva e rateazione del debito

La sentenza chiarisce che la presentazione di un’istanza di rateazione del debito contributivo, pur interrompendo la prescrizione per tutte le cartelle incluse nel piano, non produce gli stessi effetti per i successivi versamenti rateali. Questi ultimi, infatti, avranno valore interruttivo solo per le cartelle a cui sono stati espressamente imputati dal contribuente.

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Conferma del decreto ingiuntivo per fideiussione

La sentenza chiarisce che la prova della fideiussione può essere fornita anche tramite testimonianza e presunzioni, qualora non siano richiesti specifici formalismi. Inoltre, l’onere di richiesta di autorizzazione preventiva al fideiussore, previsto dall’art. 1956 c.c., non sussiste quando il fideiussore è anche legale rappresentante della società debitrice principale.

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Prescrizione contributi previdenziali e atti interruttivi

La Corte ha stabilito che la prescrizione dei contributi previdenziali è da ritenersi quinquennale, salvo il caso in cui siano intervenuti atti interruttivi della prescrizione prima dell’entrata in vigore della legge 335/1995. In tal caso, la prescrizione rimane decennale. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che l’atto di pignoramento notificato prima del 17/08/1995 avesse interrotto la prescrizione, ma che questa fosse successivamente maturata per decorso del termine decennale.

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Revoca del Reddito di Cittadinanza per Mancata Convivenza

La sentenza ribadisce il principio secondo cui la revoca del Reddito di Cittadinanza è legittima qualora l’amministrazione erogante accerti la non veridicità delle dichiarazioni rese dall’istante. In particolare, la mancata convivenza con il coniuge separato, pur dichiarato come membro del nucleo familiare, comporta la perdita del requisito per il riconoscimento del beneficio.

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Mancata integrazione del contraddittorio nel giudizio di primo grado

In tema di opposizione a cartella esattoriale, la mancata integrazione del contraddittorio nei confronti di un litisconsorte necessario, seppur causa di nullità della sentenza, non può essere eccepita dalla parte che, essendo destinataria dell’ordine di integrazione del contraddittorio da parte del giudice e non avendovi ottemperato, non può trarne vantaggio. Nel caso di specie, la società di cartolarizzazione dei crediti non deve essere necessariamente chiamata in giudizio, non avendo la cessione dei crediti contributivi riguardato le annualità oggetto di contestazione.

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Trasferimento immobiliare post fallimento e cancellazione oneri

La sentenza chiarisce che il trasferimento di un immobile a seguito di sentenza ex art. 2932 c.c., a differenza della vendita fallimentare disciplinata dall’art. 108 l.f., non produce l’effetto purgativo dei gravami ipotecari. Il giudice, pertanto, non può disporre la cancellazione di ipoteche senza il consenso del creditore ipotecario, in quanto ciò lederebbe i diritti di quest’ultimo. La sentenza sottolinea l’importanza della tutela dei creditori ipotecari e la distinzione tra vendita fallimentare e trasferimento coattivo in esecuzione di un preliminare.

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Responsabilità per caduta da motociclo e difetto di manutenzione stradale

La sentenza in oggetto affronta il tema della responsabilità per danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.) e della responsabilità extracontrattuale (art. 2043 c.c.) in relazione ad un sinistro stradale. Nello specifico, la Corte ha stabilito che il danneggiato, pur in presenza di un’anomalia nella sede stradale (nella specie, una buca), non ha diritto al risarcimento dei danni subiti se, con l’ordinaria diligenza, avrebbe potuto evitare l’evento dannoso. In tali casi, infatti, il comportamento colposo del danneggiato interrompe il nesso di causalità tra la cosa in custodia e il danno, configurando un caso fortuito. La Corte ha altresì ribadito il principio secondo cui, in caso di intervento adesivo dipendente, le spese legali vanno compensate qualora l’intervento sia stato proposto senza far valere un diritto autonomo.

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