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Codice Civile
Codice Penale

Giurisprudenza Civile

Rinuncia tacita al canone di locazione e modifica del contratto

La sentenza in esame affronta il tema della rinuncia tacita ad un diritto e della sua rilevanza nell’ambito della modifica delle condizioni contrattuali, con particolare riferimento al contratto di locazione. La Corte ha affermato che la prolungata accettazione, da parte del locatore, di un canone ridotto rispetto a quello pattuito, unitamente ad altri elementi indiziari, può configurare una rinuncia tacita al diritto di pretendere il canone integrale. Tale comportamento concludente, integrato da ulteriori circostanze, come il pagamento della tassa di registro calcolata sul canone ridotto e la dichiarazione fiscale del reddito corrispondente, può comportare la modifica dell’accordo originario.

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Nullità clausole interessi mutuo e usurarietà

La sentenza affronta il tema del calcolo degli interessi nei mutui con ammortamento “alla francese” e della verifica del superamento del tasso soglia. La Corte ha ribadito che il metodo di calcolo “alla francese” non integra di per sé un’ipotesi di capitalizzazione degli interessi e che la pretesa usurarietà va valutata confrontando i tassi applicati con i tassi soglia fissati dal MEF, non con piani di ammortamento basati su regimi finanziari differenti. Inoltre, la commissione di estinzione anticipata non può essere sommata agli interessi moratori ai fini della verifica di usurarietà.

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Responsabilità dell'amministratore di società

La sentenza conferma la responsabilità degli amministratori di società per i danni causati da scelte gestionali irragionevoli, come il pagamento di compensi professionali eccessivi senza adeguata verifica e l’autodeterminazione di un compenso personale sproporzionato rispetto ai risultati ottenuti e alla situazione economica della società.

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Natura di erede o legatario e donazione indiretta

La sentenza chiarisce la distinzione tra erede e legatario in base all’intenzione del testatore di attribuire una quota del patrimonio o beni specifici. Inoltre, si precisa che la cointestazione di un conto corrente non configura automaticamente una donazione indiretta, richiedendo la prova dell’animus donandi.

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Partecipazione agli utili per la collaborazione nell'impresa familiare

Il Tribunale di Ancona, in funzione di giudice del lavoro, condannava XXX a pagare al figlio YYY la somma di euro 122. 230-bis c. c. risiede nella tutela dei familiari-collaboratori continuativamente in essa impegnati, attraverso il riconoscimento di diritti di ordine economico esercitabili durante la vita economica dell’impresa e al momento della cessazione dalla partecipazione per qualsiasi causa o del trasferimento dell’impresa.

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Nullità della clausola di capitalizzazione trimestrale degli interessi

La sentenza analizza la validità delle clausole di capitalizzazione trimestrale degli interessi e di commissione di massimo scoperto nei contratti bancari, sottolineando la necessità che il contratto preveda esplicitamente e disciplini analiticamente i criteri di calcolo per garantire trasparenza e determinatezza. Vengono inoltre esaminati gli obblighi di buona fede e correttezza delle banche nell’erogazione del credito e l’applicabilità dello ius variandi.

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Revocabilità del pagamento del terzo pignorato

Il pagamento coattivo del terzo pignorato, eseguito durante il periodo sospetto antecedente la dichiarazione di fallimento del debitore, è revocabile in quanto pregiudica la par condicio creditorum. Il creditore procedente è considerato a conoscenza dello stato di difficoltà del debitore, avendo avviato l’esecuzione forzata, e il pagamento integrale ricevuto compromette la ripartizione equa tra i creditori.

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Deprezzamento del bene in leasing traslativo

In caso di risoluzione anticipata per inadempimento di un contratto di leasing traslativo, la società concedente non ha diritto automaticamente all’intero importo pattuito. Se la somma dei canoni già versati e il valore del bene restituito superano l’importo finanziato, la clausola penale che prevede l’acquisizione di tutti i canoni è da ritenersi eccessiva e va ridotta dal giudice.

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Inefficacia di Contratto di Affitto, Azione Revocatoria Ordinaria

La Corte ha stabilito che la costituzione di un affitto ultranovennale su un bene di proprietà di un debitore, seppur a canone congruo, integra un eventus damni qualora comporti una variazione qualitativa del patrimonio tale da pregiudicare le ragioni del creditore. Inoltre, la Corte ha ritenuto sussistente la scientia decoctionis e il consilium fraudis in capo all’amministratore della società affittuaria, figlia di uno dei debitori, in virtù della sussistenza di un vincolo parentale che rendeva altamente probabile la conoscenza della situazione debitoria.

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Estinzione del giudizio per rinuncia agli atti

Il principio cardine espresso in questa sentenza riguarda l’effetto estintivo del giudizio a seguito della rinuncia agli atti da parte dell’attore. Tale rinuncia, determinando la cessazione della materia del contendere, rende impossibile per il giudice qualsiasi ulteriore pronuncia sul merito della controversia.

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Equipollenza 24 CFU ad abilitazione insegnamento

La sentenza analizza la questione dell’equipollenza tra il possesso congiunto di laurea e 24 CFU e l’abilitazione all’insegnamento per l’accesso ai ruoli di docente nella scuola secondaria. La Corte, in linea con la recente giurisprudenza della Corte di Cassazione, ribadisce che tali requisiti non sono equipollenti, in quanto l’abilitazione richiede specifici percorsi formativi previsti dalla legge o il superamento di un concorso pubblico.

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Congedo straordinario per assistenza al genitore disabile

La sentenza afferma il principio per cui il diritto al congedo straordinario per assistenza a un familiare disabile può essere riconosciuto anche se la convivenza con il soggetto bisognoso di cure è successiva alla richiesta, purché tale convivenza sia stata preordinata e finalizzata a fornire l’assistenza necessaria.

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Licenziamento per uso improprio del pc aziendale

La sentenza chiarisce che l’utilizzo del pc aziendale per fini personali e l’accesso ai locali aziendali per scopi privati, pur potendo integrare violazioni disciplinari, necessitano di contestazioni specifiche da parte del datore di lavoro per giustificare un licenziamento. La Corte sottolinea come la genericità delle accuse, prive di dettagli su episodi, frequenza e durata delle violazioni, renda la contestazione illegittima. Inoltre, la sentenza ribadisce che la proposizione di un’azione giudiziaria da parte del lavoratore non costituisce di per sé giusta causa di licenziamento, a meno che non si dimostri l’intento ritorsivo come unico motivo del recesso. In assenza di tale prova, il licenziamento è da ritenersi illegittimo.

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Risarcimento danni da locazione e pagamento canoni arretrati

In caso di danni all’immobile locato che eccedono il normale degrado d’uso, il conduttore è tenuto al risarcimento. La quantificazione del danno deve essere supportata da prove concrete, come fatture o perizie. Il conduttore è inoltre tenuto al pagamento dei canoni di locazione fino alla scadenza del preavviso, anche se ha rilasciato l’immobile anticipatamente.

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Sanzione disciplinare sospensione dal lavoro

La sentenza conferma la legittimità di una sanzione disciplinare di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione inflitta ad un dipendente. Il lavoratore aveva contestato la tempestività della contestazione disciplinare e la valutazione delle prove. La Corte ha ritenuto la contestazione tempestiva e le prove sufficienti a confermare la sanzione, in quanto proporzionata alla gravità dell’infrazione commessa.

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Contratto di apertura di credito, aumento unilaterale dei tassi

La sentenza analizza la legittimità dell’aumento unilaterale dei tassi da parte della banca e del successivo recesso dal contratto di apertura di credito a tempo indeterminato. La Corte, pur riconoscendo la possibilità di modifica unilaterale e di recesso, ne circoscrive la validità al rispetto di specifici presupposti, tra cui la comunicazione dettagliata delle ragioni che giustificano la decisione e il rispetto della buona fede contrattuale. Nel caso specifico, la banca non ha adempiuto agli obblighi informativi, rendendo inefficace la modifica unilaterale dei tassi. Tuttavia, il recesso è stato ritenuto legittimo in quanto esercitato dalla banca per tutelare il proprio credito a fronte dell’incapacità del cliente di far fronte al debito.

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Nullità parziale di un contratto di credito al consumo

La sentenza affronta il tema della nullità parziale di un contratto di credito al consumo a causa dell’erronea indicazione del TAEG, stabilendo che il costo dell’assicurazione obbligatoria per ottenere il credito deve essere incluso nel calcolo. Di conseguenza, il contratto viene eterodeterminato con l’applicazione del tasso nominale minimo dei buoni del tesoro, come previsto dalla legge. La sentenza si sofferma, inoltre, sulla clausola relativa agli interessi moratori, dichiarandone la nullità e applicando la sanzione civile della nullità parziale. Infine, la Corte accoglie parzialmente la domanda riconvenzionale del finanziatore, condannando il consumatore al pagamento del capitale residuo e degli interessi calcolati al tasso legale.

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Misurazione orario di lavoro, tempo della disponibilità del lavoratore

n. 66 del 2003 attribuisce un espresso ed alternativo rilievo non solo al tempo della prestazione effettiva ma anche a quello della disponibilità del lavoratore e della sua presenza sui luoghi di lavoro (Cass.

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Garanzia autonoma nella cessione dei crediti a sofferenza

La sentenza chiarisce che la cessione dei crediti a sofferenza comprende anche le garanzie autonome prestate. Viene inoltre analizzata la distinzione tra fideiussione e contratto autonomo di garanzia, sottolineando come la clausola di pagamento a prima richiesta non sia sufficiente a qualificare un negozio come contratto autonomo di garanzia. Infine, si ribadisce che l’onere della prova del credito nel leasing finanziario grava sul creditore, che deve produrre il titolo negoziale e allegare l’inadempimento, mentre al debitore spetta la prova dell’adempimento.

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Responsabilità da cose in custodia, concorso di colpa danneggiato

La Corte di Appello conferma il principio secondo cui la responsabilità ex art. 2051 c.c. presuppone un nesso causale tra la cosa in custodia e il danno, escludendo la responsabilità del custode se il danno è evitabile con l’uso dell’ordinaria diligenza da parte del danneggiato.

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