In relazione al diritto alla sessualità, occorre ricordare l’incipit della Corte Costituzionale (Corte Costituzionale sentenza 18 dicembre 1987 n. 561) che lo inquadra tra i diritti inviolabili della persona (art.
In relazione al diritto alla sessualità, occorre ricordare l’incipit della Corte Costituzionale (Corte Costituzionale sentenza 18 dicembre 1987 n. 561) che lo inquadra tra i diritti inviolabili della persona (art. 2), come modus vivendi essenziale per la espressione e lo sviluppo della persona.
Certamente la perdita della sessualità costituisce anche danno biologico (la cui valutazione nella tabelle medico legali convenzionali supera normalmente il livello della micropermanente e determina un rilevante ritocco al punteggio finale) consequenziale alla lesione per fatto della circolazione, ma nessuno ormai nega (Cassazione Sezioni Unite 24 marzo 2006 n. 6572 e Cassazione III sezione civile 12 giugno 2006 n. 13546) che la perdita o la compromissione anche soltanto psichica della sessualità (come avviene nei casi di stupro o pedofilia) costituisca di per sé un danno esistenziale, la cui rilevanza deve essere autonomamente apprezzata e valutata equitativamente in termini non patrimoniali e con una congrua stima dell’equivalente economico del debito di valore.
Gli aspetti inerenti alla procreazione o alla vita sessuale familiare, sono certamente rilevanti ai fini della equilibrata valutazione del danno anche ai fini di un congruo ristoro.
Cassazione Civile, Terza Sezione, Sentenza n. 2311 del 2 febbraio 2007
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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