La previsione di un’altezza minima identica per gli uomini e le donne, quale requisito fisico per l’accesso ad un pubblico concorso, viola il principio di eguaglianza.
La previsione di un’altezza minima identica per gli uomini e le donne, quale requisito fisico, per l’accesso ad un pubblico concorso, viola il principio di eguaglianza, vuoi in quanto presuppone erroneamente l’insussistenza della considerevole diversità di statura mediamente riscontrabile tra gli uomini e le donne, vuoi in quanto comporta una discriminazione indiretta a sfavore di queste ultime, che risultano in concreto svantaggiate in misura proporzionalmente maggiore rispetto agli uomini, in relazione a differenze antropomorfiche statisticamente riscontrabili e obbiettivamente dipendenti dal sesso.
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 23562 del 13 novembre 2007
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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