fbpx
Generic filters
Parola esatta ...
Cerca nei titolo
Search in excerpt
Filtra per categoria
Codice Civile
Codice Penale

Principio della cd. vicinanza della prova

Principio della cd. vicinanza della prova, effettiva residua consistenza patrimoniale del debitore, esclusione del pregiudizio.

Pubblicato il 27 January 2022 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE DI VELLETRI
SEZ. II ^ CIVILE

in composizione monocratica nella persona del pres. dott., all’udienza a trattazione scritta del giorno 25 gennaio 2022 ha pronunciato, ai sensi dell’art. 281 sexies cpc, la seguente

SENTENZA n. 154/2022 pubblicata il 25/01/2022

nella causa civile di primo grado iscritta al nr. 1600 del RGACC dell’anno 2020 vertente

TRA

– XXX

– YYY elettivamente domiciliati

ATTORI

E

– ZZZ

– KKK

elettivamente domiciliate in

CONVENUTE

OGGETTO: simulazione e revocatoria ex art. 2901 c.c.

CONCISA ESPOSIZIONE DELLE RAGIONI DI FATTO E DI DIRITTO

1 I signori XXX e YYY hanno proposto azione di simulazione e, in subordine, revocatoria ordinaria per ottenere la declaratoria di nullità o l’inefficacia dell’atto di compravendita del 24/07/2018 a rogito del notaio (rep.) con cui ZZZ aveva venduto a KKK la piena proprietà dell’appartamento per civile abitazione sito nel Comune di Nettuno, via e precisamente: appartamento al piano terzo distinto con l’interno 12 censito al catasto fabbricati di detto comune al foglio, part. sub 17, chiedendone in subordine il rilascio o, in estremo subordine, la condanna delle convenute al pagamento di una somma di denaro corrispondente al valore dell’immobile.

2 Costituitesi in giudizio con un’unica comparsa, le convenute hanno resistito alle domande avversarie, chiedendone il rigetto.

3 Nel merito, va disattesa la principale domanda di simulazione relativa dell’atto di compravendita per la mancanza della prova dell’accordo simulatorio intercorso tra le parti che hanno formato l’atto, senza il quale il giudizio di simulazione è carente. Infatti, “Ad integrare gli estremi della simulazione di un negozio, non è sufficiente la prova che, attraverso l’alienazione di un bene, il debitore abbia inteso sottrarlo alla garanzia generica dei creditori, ma è necessario provare che questa alienazione sia stata soltanto apparente, nel senso che né l’alienante abbia inteso dismettere la titolarità del diritto, né l’altra parte abbia inteso acquisirla.” (Cass., 6 ottobre 1994, n. 8188; Cass., 22 giugno 2001, n. 8530).

Nel caso di specie, la difesa attrice ha documentato la vendita dell’immobile da parte della debitrice ZZZ a favore della figlia in un momento prossimo al momento in cui avrebbe dovuto rispondere del debito nei confronti degli attori, ma senza per questo fornire elementi di prova, ancorchè in forma indiretta, dello stato meramente apparente di tale vicenda dismissoria, come ad esempio: la circostanza che la madre aveva continuato a gestire di fatto l’immobile, pagandone interamente i costi, mentre la figlia non aveva esercitato di fatto alcun potere gestorio su detto bene; il pagamento del prezzo non era avvenuto, nonostante l’emissione dell’assegno bancario e via dicendo.

4 Va invece accolta la domanda tesa alla revocatoria dell’atto pubblico di vendita, sussistendone i presupposti.

In termini generali è bene evidenziare che il requisito dell’esistenza di un diritto di credito, sul quale si radica l’azione revocatoria, si configura anche nel caso in cui chi agisce ha semplicemente una ragione di credito, pur se non giudizialmente accertata (Cass., 5 giugno 2000, n. 7452; Cass., 24 febbraio 2000, n. 2104; Cass., 29 ottobre 1999, n. 12144).

Il credito degli attori è conclamato, trovando obiettivo riscontro nella sentenza nr. 356 emessa il 17/02/2017 dal Tribunale di Latina che ha condannato la ZZZ, in solido con altri, al pagamento della somma di € 79.336,57 oltre interessi e rivalutazione monetaria nonché spese processuali a favore degli attori (doc. 1 attori).

5 Ed ancora, poiché si verte in tema di vendita di un immobile e, quindi, di un atto a titolo oneroso stipulato dopo il sorgere del credito, ai fini dell’accoglimento della domanda revocatoria, giusta la testuale previsione di cui all’art. 2901, comma 1, n. 2, c.c., è indispensabile, l’accertamento sia del pregiudizio arrecato alle ragioni del creditore, sia che “il terzo fosse consapevole del pregiudizio” stesso.

6 In particolare, il requisito dell’eventus damni si ravvisa ove l’atto dispositivo compiuto dal debitore determini la perdita della garanzia patrimoniale del creditore o, comunque, ingeneri incertezza o pericolo per la realizzazione del credito in funzione di un’eventuale infruttuosità di una futura azione esecutiva (Cass., 5 giugno 2000, n. 7452; Cass., 29 ottobre 1999, n. 12144), situazione rispetto alla quale il rimedio della revocatoria ex art. 2901 c.c. assolve una finalità cautelare e conservativa , tanto che essa non travolge l’atto dispositivo posto in essere dal debitore, bensì ne determina l’inefficacia relativa nei confronti del solo creditore che se ne è avvalso (Cass., 8 aprile 2003, n. 5455; Cass., 23 settembre 2004, n. 19131). Per completezza va detto che l’eventus damni ricorre non solo nel caso di insolvibilità assoluta del debitore, ma anche quando l’atto che si assume pregiudizievole abbia finito per peggiorare la situazione patrimoniale del debitore, rendendo maggiormente difficoltosa o incerta l’esazione del credito (Cass., 18 marzo 2005, n. 5972; Cass., 24 luglio 2003, n. 11471; Cass., 17 ottobre 2001, n. 12678; Cass., 1 giugno 2000, n. 7262).

Peraltro, l’effettiva residua consistenza patrimoniale del debitore, che potrebbe portare ad escludere la sussistenza del cennato pregiudizio in quanto in grado di soddisfare le ragioni di credito, va provata dal debitore, come insegna la giurisprudenza della Corte di Cassazione, giacchè costui è l’unico soggetto in grado di conoscere nel dettaglio la propria situazione economica e patrimoniale e, pertanto, capace di darne la prova, in ossequio al principio della cd. vicinanza della prova, dimostrando per l’appunto che quell’atto dispositivo non ha in concreto intaccato il suo patrimonio rispetto all’entità del credito (Cass., 4 luglio 2006, n. 15265; Cass., 14 ottobre 2005, n. 19963).

Nel caso di specie, il vulnus arrecato alla garanzia patrimoniale di cui godevano gli attori, a fronte del diritto di credito su riportato, è evidente, dal momento che la vendita ha sottratto alla possibilità di aggressione la piena proprietà dell’unico bene immobile di cui la debitrice era proprietaria, non avendo costei fornito la prova, come era suo onere, di avere la disponibilità di altri beni in grado di soddisfare le ragioni di credito.

Infatti, la volontaria dismissione dell’immobile descritto in citazione, all’evidenza, ha comportato una trasformazione qualitativa del patrimonio del debitore in denaro contante (che, peraltro, non è mai entrato nella disponibilità della venditrice), facilmente disperdibile soprattutto in ragione della mancanza di altre fonti di reddito che il debitore non ha neppure indicato.

Dunque, il vulnus arrecato alla garanzia patrimoniale di cui godevano gli attori per soddisfare il loro credito è evidente, dal momento che il trasferimento del diritto di proprietà dell’immobile per cui è domanda ha concretamente diminuito, se non azzerato il patrimonio della ZZZ, depauperandolo in danno dei suoi creditori.

7 Trattandosi di atto a titolo oneroso formato dopo l’insorgere del credito è richiesta, in chiave soggettiva, la dimostrazione dell’ulteriore requisito della scientia damni, che si sostanzia nella consapevolezza nel debitore di arrecare pregiudizio agli interessi dei creditori (Cass., 1 giugno 2000, n. 7262).

Al riguardo, non può dubitarsi che la ZZZ fosse perfettamente a conoscenza, all’atto della vendita, del pregiudizio che stava arrecando alle ragioni di credito degli attori, perché la vendita (24/07/2018) è avvenuta dopo la sentenza di condanna (17/02/2017) e dopo la notifica del precetto (5/6/2017).

E’ del tutto evidente che la convenuta, quando si è resa conto di ciò, ha dato corso alla vendita, rimanendo priva di beni.

Va poi soggiunto che la prova della “participatio fraudis” del terzo in termini di conoscibilità della situazione patrimoniale del debitore, necessaria ai fini dell’accoglimento dell’azione revocatoria ordinaria nel caso in cui l’atto dispositivo sia oneroso e successivo al sorgere del credito, può essere ricavata anche da presunzioni semplici, ivi compresa la sussistenza di un vincolo parentale tra il debitore ed il terzo, quando tale vincolo renda estremamente inverosimile che il terzo stesso non fosse a conoscenza della situazione debitoria gravante sul disponente (Cass. n. 5359 del 2009; v. anche Cass. n. 17327 del 2011 e Cass. n. 27546 del 2014).

Altri elementi presuntivi dal quale il Giudice può attingere circostanze sulle quali fondare la prova della scientia damni sono stati individuati dalla giurisprudenza nelle circostanze che seguono: l’essere stato immesso l’acquirente nel possesso dell’immobile malgrado il mancato pagamento del prezzo; l’esiguità del prezzo della compravendita ovvero il versamento di tale somma in contanti o con altre modalità anomale.

Nella vicenda in valutazione, invero, emergono più elementi presuntivi su cui fondare la prova della consapevolezza di KKK di pregiudicare con l’acquisto le ragioni di credito degli attori, se è vero che tra le due parti (alienante ed acquirente) vi era uno stretto rapporto di parentela (madre/figlia); le due già da tempo vivevano nello stesso immobile, come affermato nella narrativa della comparsa di costituzione, ed è quindi molto verosimile ritenere che la figlia conoscesse le vicende che avevano coinvolto penalmente la madre e, nondimeno, la condanna al risarcimento del danno subita (la vicenda penale sorge nel 1996, per poi avviarsi quella civile nel 2004, concludendosi nel 2017); ed ancora, le stesse convenute, nelle loro difese, hanno confermato che il prezzo concordato per la vendita fosse ben inferiore a quello di mercato, tentando di giustificare tale circostanza con il rapporto genitoriale; del tutto anomalo è anche il mancato incasso dell’assegno che la madre, per un ripensamento dei suoi “progetti di vita”, non aveva mai incassato; altrettanto singolare, poi, è l’iniziativa della ZZZ di iscrivere ipoteca volontaria sull’immobile non a caso circa due mesi dopo la pubblicazione della sentenza di condanna del Tribunale di Latina (doc. 5 attori), rispetto ad un presunto credito vantato da un’altra congiunta (*** ZZZ) – di cui si sconosce la fonte – in forza di effetti cambiari emessi nel lontano 2003, ossia ben 14 anni prima.

Del resto, anche la prova orale richiesta dalla difesa delle due convenute, a fronte delle evidenze documentali e delle circostanze ammesse dalle stesse interessate, non porterebbe ad alcun diverso risultato.

Dunque, gli elementi raccolti comprovano la consapevolezza dell’acquirente che la vendita avrebbe depauperato la garanzia patrimoniale della madre in danno dei suoi creditori.

8 Conclusivamente, l’azione revocatoria è fondata e, per l’effetto, va dichiarata l’inefficacia nei confronti di XXX e YYY della vendita su descritta.

Va ordinato al Conservatore dei RR.II. territorialmente competente, con esonero da ogni responsabilità, di procedere alla trascrizione della presente sentenza ai sensi dell’art. 2652 c.c.

Le spese processuali del presente giudizio, stante la soccombenza, vanno interamente poste a carico delle convenute e si liquidano in dispositivo sulla base del valore del credito per cui si agisce in revocatoria (Cass., 29810/18; Cass., 10089/14).

P.Q.M.

Il Giudice, definitivamente pronunciando sulla domanda come in epigrafe, disattesa ogni contraria istanza ed eccezione, così decide:

1 – In accoglimento dell’azione di revocazione ex art. 2901 c.c., accerta e dichiara l’inefficacia nei confronti di XXX e YYY dell’atto di vendita stipulato in data 24/07/2018 a rogito del notaio (rep.) col quale ZZZ ha trasferito alla figlia KKK la piena ed esclusiva proprietà dell’appartamento per civile abitazione sito nel Comune di Nettuno, via e precisamente: appartamento al piano terzo distinto con l’interno 12 censito al catasto fabbricati di detto comune al foglio, part. sub 17.

2 – Ordina al Conservatore dei RR.II. territorialmente competente, con esonero da ogni responsabilità, di procedere alla trascrizione della presente sentenza ai sensi dell’art. 2652 c.c.

3 – Rigetta la domanda di simulazione e dichiara assorbite le altre domande. 4 – Condanna le convenute in via solidale a rimborsare alla parte attrice le spese di lite che liquida in € 550,00 per spese ed € 13.000 per compensi (€ 2.500 studio; € 1.600 fase introduttiva; € 5.000 fase trattazione/istruttoria; € 3.900 fase decisionale), oltre iva e cpa e il rimborso forfettario delle spese generali.

Così deciso in Velletri, il giorno 25 gennaio 2022

Il Presidente della sezione

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

LexCED
Desideri approfondire l’argomento ed avere una consulenza legale?

Articoli correlati