Nel rapporto di lavoro subordinato è configurabile l’obbligo del lavoratore di ricevere le comunicazioni, anche formali in dipendenza del potere direttivo e disciplinare.
Il principio secondo cui il rifiuto del destinatario di un atto unilaterale recettizio di ricevere lo stesso non esclude che la comunicazione debba ritenersi avvenuta e produca i relativi effetti, ha un ambito di validità determinato dal concorrente operare del principio secondo cui non esiste, in termini generali ed incondizionati, l’obbligo, o l’onere, del soggetto giuridico di ricevere comunicazioni e, in particolare, di accettare la consegna di comunicazioni scritte da parte di chicchessia e in qualunque situazione.
Una soggezione in tal senso del destinatario non esiste in termini generali, ma può dipendere dalle situazioni o dai rapporti giuridici cui la comunicazione si collega. In particolare, nel rapporto di lavoro subordinato è configurabile in linea di massima l’obbligo del lavoratore di ricevere le comunicazioni, anche formali, in dipendenza del potere direttivo e disciplinare al quale egli è sottoposto, mentre un obbligo analogo non è configurabile, in genere, al di fuori dell’orario di lavoro, e, in particolare, in un luogo pubblico.
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 23061 del 5 novembre 2007
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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