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Reintegrazione, diritti di proprietà industriale

Reintegrazione nei diritti da cui il titolare di diritti di proprietà industriale sia decaduto in modo incolpevole mediante un meccanismo assimilabile alla rimessione in termini. L’articolo 227, comma 5 peraltro inserito dal decreto correttivo del 2010, prevede che il ritardo nel pagamento che sia superiore a sei mesi comporta la decadenza del diritto di proprietà industriale.

Reintegrazione nei diritti da cui il titolare di diritti di proprietà industriale sia decaduto in modo incolpevole mediante un meccanismo assimilabile alla rimessione in termini.

 

L’articolo 193 cod. propr. ind. prevede una particolare ipotesi di reintegrazione nei diritti da cui il titolare di diritti di proprietà industriale sia decaduto in modo incolpevole mediante un meccanismo assimilabile alla rimessione in termini.

Tale disposizione ha portata generale e si riferisce ad ogni possibile ipotesi di decadenza (e non solo a quelle scaturenti dal mancato pagamento dei diritti) e a ogni diritto di proprietà industriale.

In forza di tale norma il richiedente o il titolare di un titolo di proprietà industriale che, pur avendo usato la diligenza richiesta dalle circostanze, non ha potuto osservare un termine nei confronti dell’Ufficio italiano brevetti e marchi o della Commissione dei ricorsi, può essere reintegrato nei suoi diritti se l’inosservanza ha per conseguenza diretta il rigetto della domanda o di una istanza ad essa relativa, ovvero la decadenza del titolo di proprietà industriale o la perdita di qualsiasi altro diritto o di una facoltà di ricorso.

L’istanza deve essere presentata comunque un anno dalla data di scadenza del termine non osservato e nel termine di due mesi dalla cessazione della causa giustificativa dell’inosservanza, con il compimento tardivo dell’atto omesso e con l’indicazione dei fatti e delle giustificazioni e con la documentazione idonea.

Nel caso di mancato pagamento di un diritto di mantenimento o rinnovo, il periodo di un anno decorre dal giorno di scadenza del termine comunque utile stabilito per il versamento del diritto.

L’articolo 227 cod. propr. ind. (come sostituito dal Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n. 131, articolo 120) prevede che tutti i diritti previsti per il mantenimento in vita dei titoli di proprietà industriale debbano essere pagati anticipatamente, entro il mese corrispondente a quello in cui è stata depositata la domanda, trascorso il periodo coperto dal precedente pagamento; quando il termine di scadenza è decorso il pagamento è ammesso nei sei mesi successivi con l’applicazione di un diritto di mora.

L’articolo 227, comma 5 peraltro inserito dal decreto correttivo del 2010, prevede che il ritardo nel pagamento che sia superiore a sei mesi comporta la decadenza del diritto di proprietà industriale.

L’articolo 230 cod. propr. ind. considera invece l’ipotesi del pagamento incompleto od irregolare, disponendo che se per evidente errore, o per altri scusabili motivi, un diritto venga pagato incompletamente o comunque irregolarmente, l’Ufficio italiano brevetti e marchi può ammettere come utile l’integrazione o la regolarizzazione anche tardiva del pagamento.

Se si tratta di un diritto annuale, l’Ufficio italiano brevetti e marchi provvede solo su istanza dell’interessato. Se l’istanza viene respinta, l’interessato può ricorrere alla commissione dei ricorsi di cui all’articolo 135, comma 12.

Corte di Cassazione, Sezione 1, Ordinanza n. 1103 del 20 gennaio 2020

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