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Rinuncia agli atti, estinzione del giudizio e spese legali

In caso di rinuncia agli atti da parte del ricorrente in un procedimento d’urgenza, il giudice dichiara l’estinzione del procedimento e condanna il ricorrente alla rifusione delle spese processuali sostenute dalla parte resistente. La quantificazione delle spese tiene conto del valore del giudizio, dell’attività svolta e della fase in cui è intervenuta la rinuncia.

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Pubblicato il 9 aprile 2025 in Giurisprudenza Civile

TRIBUNALE ORDINARIO di TRENTO SEZIONE CIVILE n.336/2024 RG

ORDINANZA_TRIBUNALE_DI_TRENTO_- N._R.G._00000336_2024 DEL_01_04_2025 PUBBLICATA_IL_01_04_2025

Il Giudice – a scioglimento della riserva datata 19.02.2025;

– rilevato che in data 10.01.2025 il procuratore di parte ricorrente depositava dichiarazione di rinuncia agli atti del giudizio cautelare notificata a mezzo PEC alle parti resistenti in data 09.01.2025, chiedendo la declaratoria di estinzione del giudizio ex art. 306 cpc a spesa compensata;

– rilevato che con provvedimento in data 15.01.2025 il GI trasmetteva la predetta nota di deposito alla Cancelleria per l’eventuale accettazione della rinuncia agli atti del giudizio cautelare;

– rilevato che all’udienza svoltasi avanti il GOP in data 21.01.2025 il procuratore di parte ricorrente dichiarava di aver già depositato telematicamente rinuncia agli atti, nonché di manifestare, nella fissanda udienza, la propria determinazione in ordine all’istanza depositata da parte ricorrente;

– rilevata che con provvedimento in data 30.01.2025 il GI fissava per la prosecuzione del giudizio l’udienza del 19.02.2025;

– rilevato che alla predetta udienza il procuratore di parte ricorrente si rimetteva “alla valutazione del Giudice per la quantificazione delle spese anche tenuto conto del valore del giudizio”, mentre i procuratori delle parti resistenti rilevavano “che il procedimento d’urgenza è durato un anno, che si sono tenute sei udienze, diverse memorie, e un’attività istruttoria pesante dove sono stati sentiti altri dieci testimoni, e che la rinuncia agli atti è avvenuta all’esito dell’attività istruttoria”;

– esaminate le note spesa depositate dalle parti resistenti;

– rilevato che il procedimento d’urgenza, promosso con ricorso ex art. 700 cpc. depositato in data 12.02.2024 ed avente valore indeterminato, si è articolato in n. 5 udienze, con l’assunzione di ben 14 testi, oltre all’interrogatorio formale del legale rappresentante della società resistente , ed ha comportato la stesura di note autorizzate (memorie istruttive);

– rilevato altresì che il procedimento ha avuto una durata complessiva di un anno, tenendo comunque conto del fatto che l’assunzione delle prove orali è avvenuta all’udienza dd. 27.11.2024, ovvero a distanza di sei mesi dall’odierna istruttoria datata 24.05.2024;

– ritenuto, alla luce di quanto sopra esposto ed alla stregua della tabella n.10 D.M. n. 147/2022, che appare congruo liquidare i compensi professionali di spettanza delle società resistenti complessivi €12.899,60 (€3.686,00 per maggiorazione ex art. 4 co. 2 D.M. n.55/2014, oltre a spese generali 15% ed accessori;

quanto alla società resistente , i compensi professionali vanno liquidati in complessivi €9.214,00 (€3.686,00 per fase di studio, €1.559,00 per fase introduttiva ed €3.969,00 per fase istruttoria), oltre a spese generali 15% ed accessori;

P Q M

– Dichiara l’estinzione del procedimento;

– condanna le società ricorrenti, in persona dei rispettivi legali rappresentanti, in solido alla rifusione delle spese del procedimento sostenute dalle società resistenti, che liquida nei termini di cui in premessa.

NOME COGNOME

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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