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Trasformazione di S.R.L. in S.P.A., recesso del socio

Il diritto di recesso del socio di s. r. l. trasformata in s. p. a. va esercitato nel termine previsto nello statuto della s. r. l. , prima della sua trasformazione in s. p. a. , e, in mancanza di detto termine, secondo buona fede e correttezza. Se il legislatore della riforma ha, da un lato, voluto semplificare la gestione e l’esercizio dell’impresa affidata alla s. r. l. , differenziandone maggiormente i connotati rispetto alla s. p. a. , per altro verso ha voluto tutelare i soci di minoranza favorendo l’accessibilità al recesso come contropartita delle ampie facoltà attribuite al controllo da parte dei soci di maggioranza.

Il diritto di recesso del socio di s.r.l. trasformata in s.p.a. va esercitato nel termine previsto nello statuto della s.r.l., prima della sua trasformazione in s.p.a., e, in mancanza di detto termine, secondo buona fede e correttezza.

L’orientamento del legislatore della riforma societaria è consistito nel potenziare il diritto di recesso, specificamente nella forma delle s.r.l., i cui dati distintivi sono frequentemente la ristrettezza della compagine societaria, il carattere familiare dell’investimento e, spesso, della gestione, la non ascrivibilità al modello della società aperta e, quindi, la non facile trasferibilità a terzi dell’investimento effettuato dai soci.

Se il legislatore della riforma ha, da un lato, voluto semplificare la gestione e l’esercizio dell’impresa affidata alla s.r.l., differenziandone maggiormente i connotati rispetto alla s.p.a., per altro verso ha voluto tutelare i soci di minoranza favorendo l’accessibilità al recesso come contropartita delle ampie facoltà attribuite al controllo da parte dei soci di maggioranza.

Le esigenze di tutela dei soci di minoranza risultano quindi rafforzate per quanto concerne la possibilità di recedere da un investimento che non si riferisce più ai connotati essenziali dell’impresa selezionata dall’investitore.

L’istituto del recesso nella s.p.a. si atteggia diversamente rispetto alla s.r.l. in ragione dei diversi interessi sottesi ai due tipi societari: da un lato, quelli della maggioranza dei soci alla stabilità del vincolo associativo e alla libertà di continua ri-organizzazione dell’assetto societario in relazione alle mutevoli esigenze del mercato di riferimento; dall’altro, quello del singolo partecipante, al quale vengono conferiti strumenti di exit nel caso di scelte societarie pregiudizievoli al suo investimento.

Appare evidente, infatti, che l’istituto del recesso, in base al contesto in cui viene interpretato ed applicato, si presta a valorizzare tanto il profilo capitalistico della società, in tal caso imponendo una serie di limiti e restrizioni al suo esercizio, quanto il profilo personalistico, e dunque prediligendo la tutela del disinvestimento di una quota che può aver perso i caratteri essenziali dell’impresa selezionata dall’investitore.

In caso di trasformazione da società a responsabilità limitata a società per azioni, la disciplina del diritto di recesso applicabile ai soci a seguito della trasformazione è quella dettata dall’art. 2473 c.c., primo comma, c.c. per le s.r.l., che non prevede termini di decadenza.

Pertanto, in detta ipotesi, il diritto di recesso del socio di s.r.l. trasformata in s.p.a. va esercitato nel termine previsto nello statuto della s.r.l., prima della sua trasformazione in s.p.a., e, in mancanza di detto termine, secondo buona fede e correttezza, dovendo il giudice del merito valutare di volta in volta le modalità concrete di esercizio del diritto di recesso e, in particolare, la congruità del termine entro il quale il recesso è stato esercitato, tenuto conto della pluralità degli interessi coinvolti.

Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza n. 28987 del 12/11/2018

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