Nel prosciogliere l’imputato da un’ipotesi di reato depenalizzata il giudice non può ordinare la restituzione delle cose in sequestro, ma deve trasmettere gli atti all’ufficio amministrativo competente perché provveda all’applicazione della sanzione e della confisca amministrativa. E deve ritenersi che in realtà sia in applicazione analogica di questa disposizione che la giurisprudenza successiva ha riconosciuto al giudice il potere di disporre il mantenimento del sequestro anche in relazione ad altri illeciti depenalizzati.
Nel prosciogliere l’imputato da un’ipotesi di reato depenalizzata il giudice non può ordinare la restituzione delle cose in sequestro, ma deve trasmettere gli atti all’ufficio amministrativo competente perché provveda all’applicazione della sanzione e della confisca amministrativa.
Questa affermazione viene di solito giustificata con riferimento alle disposizioni transitorie delle varie leggi di depenalizzazione succedutesi nel tempo, che hanno per lo più previsto l’obbligo del giudice di trasmettere alle autorità competenti gli atti relativi alle ipotesi di reato trasformate in illeciti amministrativi.
Tuttavia quest’obbligo di rapporto non giustificherebbe di per sé il mantenimento del sequestro. La facoltà del giudice di disporre il mantenimento del sequestro già esistente fu previsto esplicitamente solo dall’art. 1 comma 3 della legge 21 ottobre 1998, n, 455, di depenalizzazione degli illeciti valutari.
E deve ritenersi che in realtà sia in applicazione analogica di questa disposizione che la giurisprudenza successiva ha riconosciuto al giudice il potere di disporre il mantenimento del sequestro anche in relazione ad altri illeciti depenalizzati.
La legge 18 aprile 2005, n. 62, nel depenalizzare parzialmente il reato di abuso di informazioni privilegiate, ha aggiunto al d.lgs. n. 231 del 2001 un art. 25 sexies, il cui comma 6 prevede che l’autorità giudiziaria, in relazione ai procedimenti penali per le violazioni non costituenti più reato, pendenti alla data di entrata in vigore della presente legge, se non deve pronunciare decreto di archiviazione o sentenza di assoluzione o di proscioglimento con formula che esclude la rilevanza penale del fatto, dispone la trasmissione degli atti alla CONSOB.
Anche questa legge, come altre leggi di depenalizzazione, tende dunque ad assicurare una qualche continuità tra il procedimento penale e il procedimento amministrativo di accertamento degli illeciti depenalizzati.
E questa ratio di continuità giustifica l’applicazione analogica dell’art. 1 comma 3 della legge 21 ottobre 1998, n. 455, con la conseguente legittimità del mantenimento del sequestro.
Cassazione Penale, Quinta sezione, Sentenza n. 26943 del 10 luglio 2006 – depositata il 31 luglio 2006
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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