Per qualificare come artificioso un mezzo, in sé non illecito, non è sufficiente che esso sia diretto al fine di turbare il mercato, occorrendo che sia anche obbiettivamente artificioso, cioè posto in essere artificiosamente con modalità dell’azione tali, per ragioni di modo, tempo e luogo, da alterare il giuoco normale tra domanda e offerta. 02) nel postulare che la fattispecie di aggiotaggio individua come punibili anche comportamenti che, pur di per sé leciti, risultano in concreto destinati a trarre in inganno gli operatori del mercato, è modulata con riferimento ad un caso nel quale la condotta di aggiotaggio era stata posta in essere artificiosamente, avuto riguardo, per l’appunto, alle sue modalità di attuazione, e, dunque, in un senso non dissimile da quello appena innanzi delineato.
Per qualificare come artificioso un mezzo, in sé non illecito, non è sufficiente che esso sia diretto al fine di turbare il mercato, occorrendo che sia anche obbiettivamente artificioso, cioè posto in essere artificiosamente con modalità dell’azione tali, per ragioni di modo, tempo e luogo, da alterare il giuoco normale tra domanda e offerta.
E solo in senso apparentemente contrario (c.f.r Cassazione Sez. V, 25.02) nel postulare che la fattispecie di aggiotaggio individua come punibili anche comportamenti che, pur di per sé leciti, risultano in concreto destinati a trarre in inganno gli operatori del mercato, è modulata con riferimento ad un caso nel quale la condotta di aggiotaggio era stata posta in essere artificiosamente, avuto riguardo, per l’appunto, alle sue modalità di attuazione, e, dunque, in un senso non dissimile da quello appena innanzi delineato.
Cassazione Penale, Sezione Quinta, Sentenza n. 2063 del 2 ottobre 2008 – depositata il 20 gennaio 2009
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?
Prenota un appuntamento.
La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.
Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.
Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.
Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.