Il perdono giudiziale è un istituto di natura penale, introdotto dal Codice Rocco” e successivamente contemplato nelle disposizioni istitutive del Tribunale per i Minorenni. La sua previsione codicistica, si ravvisa con esplicito riferimento all’art. 169 del Codice Penale, in base al quale il minore di anni 18, responsabile di un reato per il quale non […]
Il perdono giudiziale è un istituto di natura penale, introdotto dal Codice Rocco” e successivamente contemplato nelle disposizioni istitutive del Tribunale per i Minorenni. La sua previsione codicistica, si ravvisa con esplicito riferimento all’art. 169 del Codice Penale, in base al quale il minore di anni 18, responsabile di un reato per il quale non è prevista una pena superiore nel massimo a due anni, può essere assolto dal giudice anche se colpevole del reato imputatogli.In sostanza, si tratta in una rinuncia da parte dello Stato, nel non condannare il minore, in considerazione, non solo della sua giovane età, ma soprattutto sul presupposto del ravvedimento che lo stesso abbia mostrato in seno al processo, e, del suo impegno di astenersi, per il futuro alla reiterazione dei fatti criminosi; nonché in relazione a quella che è la funzione rieducativa della pena, cui l’art 27 della Carta Costituzionale. La sua concessione è condizionata, dunque, alla presenza di una serie di elementi: 1) minore età; 2) presunzione di ravvedimento; 3) assenza di precedenti penali e giudiziari in capo al minore.(il minore cioè deve essere incensurato) La norma impone che, in ogni caso, non può essere concesso più di una volta. Il perdono giudiziale è dichiarato in sentenza dal giudice competente, cioè il Tribunale dei Minori, ed iscritta nel casellario giudiziale, la cd detta “fedina penale”, solo fino al raggiungimento dei 21 anni.
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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