Nella legislazione italiana, la concussione è un reato disciplinato dall’articolo 317 del codice penale il quale recita: “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità, è […]
Nella legislazione italiana, la concussione è un reato disciplinato dall’articolo 317 del codice penale il quale recita: “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni”. E’ definibile, quale reato proprio, tra i più gravi rati commessi a danno della pubblica amministrazione, proprio perchè soggetti attivi della condotta criminosa sono: pubblico ufficiale o, incaricato di un pubblico ufficio. Gli elementi essenziali costitutivi del reato di concussione sono i seguenti: 1. abuso d’ufficio; 2. pretesa illecita; 3. coercizione psichica sul privato. Data la natura di reato proprio, soggetto attivo può essere solamente il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, anche se nulla esclude una possibile colpa di privati esercitanti una pubblica funzione o un pubblico servizio. Soggetto passivo, cioè chi subisce la condotta criminosa, è, oltre la P.A., anche la persona fisica destinataria della condotta di costrizione o di induzione, ecco perché definito anche reato pulrioffensivo. La fattispecie si configura qualora nel soggetto attivo si osserva una condotta abusiva, atta a provocare una indebita promessa mediante costrizione od induzione; tanto che è possibile individuare nel primo caso la cd “concussione per costrizione” e, nel secondo “concussione per induzione” L’elemento soggettivo del reato di concussione, è ravvisabile nel dolo generico, cioè nella voluta consapevolezza di costringere o indurre taluno, abusando dei poteri o delle qualità, ad una promessa o ad una dazione indebita. Competenza a decidere sul reato in esame è il Tribunale in composizione collegiale, si ha una procedibilità d’ufficio , l’arresto è facoltativo ed il fermo consentito; la pena applicabile è la reclusione da quattro a dodici anni.
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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