Infedeltà patrimoniale, la condotta omissiva dell’amministratore può assume i medesimi connotati della condotta commissiva. In casi siffatti la condotta omissiva dell’amministratore assume i medesimi connotati della condotta commissiva, perché si avvale dell’azione di terzi o di forze estranee all’impresa per raggiungere il medesimo risultato antigiuridico contemplato dalla norma.
Infedeltà patrimoniale, la condotta omissiva dell’amministratore può assume i medesimi connotati della condotta commissiva.
Non vi è dubbio che la fattispecie di cui all’art. 2634 c.c. sia stata concepita come resto d’azione con evento di danno e che la condotta consista nel compiere o concorrere a deliberare atti di disposizione di beni sociali. In via di principio, pertanto, le condotte omissive non rientrano nel fuoco della norma incriminatrice.
Ciò non toglie, però, che le omissioni possano, in particolari situazioni, assumere la medesima valenza delle azioni, determinando – in sinergia con l’azione di terzi o con l’evoluzione di situazioni sfavorevoli all’impresa, non contrastate dall’amministratore – la compromissione dell’interesse protetto dalla norma (integrità del patrimonio). In casi siffatti la condotta omissiva dell’amministratore assume i medesimi connotati della condotta commissiva, perché si avvale dell’azione di terzi o di forze estranee all’impresa per raggiungere il medesimo risultato antigiuridico contemplato dalla norma. Non v’è ragione, pertanto, di trattare l’inazione dell’amministratore – quando sia inequivocabilmente espressione, rispetto ai diritti della società amministrata, di una volontà abdicatrice – quale omissione, invece che come condotta positivamente volta a compiere l’azione vietata dall’ordinamento dell’impresa.
Cassazione Penale, Sezione Quinta, Sentenza n. 37932 ud. 12/05/2017 – deposito del 28/07/2017
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?
Prenota un appuntamento.
La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.
Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.
Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.
Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.