Nel caso esaminato, la Corte di appello di Bari ribaltava l’esito assolutorio della pronuncia resa dal Tribunale di Foggia nei confronti di XXX per il reato di cui all’articolo 589, comma 2, c. p. La vicenda atteneva all’infortunio nel quale perdeva la vita YYY. Lo sviluppo di tali premesse consentiva ai giudici di merito di sostenere, in modo logico e coerente, la ricorrenza del necessario nesso di causalità tra la condotta omissiva del garante della normativa antinfortunistica e l’evento lesivo, rapporto che deve ritenersi interrotto, ai sensi dell’articolo 41, comma 2, c. p. , solo nel caso in cui sia dimostrata l’abnormità del comportamento del lavoratore, evenienza che si escludeva nel presente caso.
Nel caso esaminato, la Corte di appello di Bari ribaltava l’esito assolutorio della pronuncia resa in materia di infortuni sul lavoro dal Tribunale di Foggia nei confronti di XXX per il reato di cui all’articolo 589, comma 2, c.p.
La vicenda atteneva all’infortunio nel quale perdeva la vita YYY.
Il predetto, impiegato alle dipendenze dell’azienda agricola gestita da XXX, addetto alla custodia di animali, scivolava all’interno di una vasca di raccolta di acqua, della profondità di circa 10 metri, nel tentativo di recuperare una pecora, trovando la morte per annegamento.
La Corte di Appello evidenziava come la sentenza del Tribunale si fosse discostata da una corretta applicazione degli orientamenti giurisprudenziali in materia di infortuni sul lavoro e da una corretta applicazione delle norme contestate.
I giudici evidenziano in motivazione gravi violazioni della normativa antinfortunistica, sottolineando come l’imputato abbia omesso di somministrare al dipendente idonee informazioni circa la pericolosità del luogo e di provvedere alla messa in sicurezza dell’area.
Avverso la pronuncia di condanna proponeva ricorso per cassazione l’imputato.
Secondo la Suprema Corte, i profili inerenti alla mancanza di previsione del rischio ed alla inadeguata formazione del lavoratore assumevano carattere di centralità nella motivazione della sentenza impugnata, superando ogni rilevo difensivo i ordine al prospettato volontario comportamento serbato dalla vittima.
Lo sviluppo di tali premesse consentiva ai giudici di merito di sostenere, in modo logico e coerente, la ricorrenza del necessario nesso di causalità tra la condotta omissiva del garante della normativa antinfortunistica e l’evento lesivo, rapporto che deve ritenersi interrotto, ai sensi dell’articolo 41, comma 2, c.p., solo nel caso in cui sia dimostrata l’abnormità del comportamento del lavoratore, evenienza che si escludeva nel presente caso.
E’ orientamento costante, in materia di infortuni sul lavoro, quello in base al quale la condotta colposa del lavoratore infortunato non possa assurgere a causa sopravvenuta, da sola sufficiente a produrre l’evento, quando sia comunque riconducibile all’area di rischio propria della lavorazione svolta.
In tal senso il datore di lavoro è esonerato da responsabilità solo quando il comportamento del lavoratore presenti i caratteri dell’eccezionalità, dell’abnormità e dell’esorbitanza rispetto al procedimento lavorativo e alle direttive di organizzazione ricevute (così ex multis, Sez. 4, n. 21587 del 23/03/2007).
A ciò deve aggiungersi che la condotta imprudente o negligente del lavoratore, in presenza di evidenti criticità del sistema di sicurezza approntato dal datore di lavoro, non potrà mai spiegare alcuna efficacia esimente in favore dei soggetti destinatari degli obblighi di sicurezza.
Ciò in quanto, tali disposizioni, secondo orientamento conforme della giurisprudenza di questa Corte, sono dirette a tutelare il lavoratore anche in ordine ad incidenti che possano derivare da sua colpa, dovendo, il datore di lavoro, prevedere ed evitare prassi di lavoro non corrette e foriere di eventuali pericoli (così, ex multis Sez. 4, n. 10265 del 17/01/2017; Sez. 4 n. 22813 del 21/4/2015; Sez. 4, n. 38877 del 29/09/2005).
Corte di Cassazione, Sezione Quarta Penale, Sentenza n. 17617 del 28 aprile 2023
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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