L’inosservanza di termini o formalità prescritti dalla legge ai fini della legittima acquisizione della prova nel processo non è, di per sé, sufficiente a rendere questa inutilizzabile ai sensi dell’art.
L’inosservanza di termini o formalità prescritti dalla legge ai fini della legittima acquisizione della prova nel processo non è, di per sé, sufficiente a rendere questa inutilizzabile ai sensi dell’art. 191 comma 1 c.p.p. (secondo cui le prove acquisite in violazione dei divieti stabiliti dalla legge non possono essere utilizzate).
Ed invero, tale norma, se ha previsto l’inutilizzabilità come sanzione di carattere generale, applicabile alle prove acquisite in violazione ai divieti probatori, non ha per questo eliminato, sempre in riferimento alla disciplina delle prove, la diversa sanzione della nullità. Infatti, le categorie della nullità e della inutilizzabilità, pur operando entrambe nell’area della patologia della prova, restano distinte e autonome, in quanto correlate a diversi presupposti.
La nullità attiene sempre e soltanto alla inosservanza di formalità o termini di assunzione della prova e il relativo vizio non pone il procedimento formativo o acquisitivo completamente al di fuori del parametro normativo di riferimento, ma questo non rispetta in alcuni dei suoi peculiari presupposti.
L’inutilizzabilità, invece, presuppone la presenza di una prova vietata per la sua intrinseca illegittimità oggettiva o anche per effetto del procedimento acquisitivo, la cui manifesta contrarietà alle norme di settore le pone certamente al di fuori del sistema processuale (la distinzione risulta limpidamente delineata, nei termini qui riproposti, nella ben nota sentenza delle Sezioni Unite 16.05.1996, n. 5021, Sala).
Cassazione Penale, Sezione Terza, Sentenza n. 1343 del 16 novembre 2006 – depositata il 19 gennaio 2007
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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